Buco nell’ozono, senza il Protocollo di Montreal ora sarebbe il 40% più grande
Ora si troverebbe anche sull’Artico e il nord Europa. Un esempio per i colloqui sul clima
[27 Maggio 2015]
Secondo i risultati dello studio “Quantifying the ozone and ultraviolet benefits already achieved by the Montreal Protocol”, pubblicato su Nature Communications da un team di ricercatori britannici e olandesi, se negli anni ’80 il Protocollo di Montral non avesse vietato le sostanze chimiche dannose per l’ozono, oggi il buco dell’ozono sopra l’Antartide sarebbe il 40% più grande e che un grande buco simile si sarebbe aperto periodicamente anche sull’Artico e sarebbe stato in grado di influenzare il nord Europa. I nuovi calcoli dimostrano quanto sia stata importante l’approvazione del Protocollo di Montreal nel 1987, dopo la scoperta di un buco nello strato di ozono sopra l’Antartide, nella parte superiore dell’atmosfera dove ci sono alte concentrazioni di ozono.
L’ozono assorbe gran parte del la radiazione ultravioletta, impedendo che raggiunga la superficie terrestre, dove avrebbe conseguenze sulla salute umana e degli altri esseri viventi. Quindi l’internazionale concertata che ha portato alla firma del Protocollo di Montreal dell’Onu, che ha gradualmente eliminato le sostanze chimiche dannose per l’ozono, tra cui i clorofluorocarburi (CFC), prima ampiamente utilizzati in frigoriferi e bombolette spray, rappresenta davvero un modello efficace e percorribile per le emissioni di gas serra che provocano il riscaldamento globale.
Il nuovo studio simula come sarebbe stato il buco nell’ozono se fino ad oggi non fosse stato fatto nulla e il leader del team di ricercatori, Martyn Chipperfield, della School of Earth and Environment dell’università di Leeds, ha spiegato alla BBc che ora «Staremmo vivendo in un’era nella quale ci sarebbero regolarmente buchi nell’ozono dell’Artico. Il buco dell’ozono antartico, che è stato scoperto prima del 1987, sarebbe diventato più grande e ci sarebbe anche una non trascurabile riduzione dell’ozono sopra medie latitudini dove ci sono elevate popolazioni, comprese parti dell’Europa».
Secondo lo studio, già nel 2013 il buco dell’ozono sopra l’Antartide sarebbe cresciuto del 40% e lo strato di ozono sarebbe più sottile sopra medie latitudini dell’emisfero settentrionale, mentre il buco che si sarebbe creato sopra l’Artico avrebbe rivaleggiato con quello dell’Antartide e si sarebbe esteso sul nord Europa, compresa la Gran Bretagna. La perdita di ozono avrebbe portato ad aumenti dei livelli di ultravioletti di circa il 10% in Paesi come Australia, Nuova Zelanda e Gran Bretagna, causando un aumento dei tumori della pelle.
Jonathan Shanklin del British Antarctic Survey è uno dei tre scienziati di Cambridge che hanno scoperto il buco dell’ozono 30 anni fa e sottolinea che «Il Protocollo di Montreal è stato il trattato di maggior successo dell’Onu e i dati e le osservazioni dalla base antartica britannica stanno mostrando i segni di una ” ripresa ” dei livelli di ozono. Il protocollo rappresenta una lezione per il futuro e dobbiamo sperare che i prossimi colloqui sul cambiamento climatico mostrino la stessa lungimiranza e che diano come risultato in un trattato che andrà a beneficio dell’intero pianeta».