Conclusa a Ginevra l'Health Assembly
Inquinamento atmosferico, 8 milioni di morti. Oms: «Rischio più grave per salubrità ambiente»
Ma gli standard di Ue e Italia sulla qualità dell'aria sono più accomodanti di quelli dell'Organizzazione mondiale della sanità
[28 Maggio 2015]
Secondo la direttrice generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Margaret Chan, l’Health Assembly appena conclusasi a Ginevra ha preso «diverse risoluzioni e decisioni storiche», e tra questa ce n’è una riguardante l’ inquinamento atmosferico – indoor ed esterno – e le sue conseguenze sanitarie. Infatti, secondo l’Oms, l’inquinamento dell’aria «costituisce, a livello mondiale, il rischio più grave in materia di salubrità dell’ambiente. Ogni anno, 4,3 milioni di decessi sono imputabili all’esposizione all’inquinamento dell’aria all’interno delle abitazioni e 3,7 milioni all’inquinamento dell’aria esterna».
La risoluzione approvata dall’Oms sottolinea il «ruolo centrale delle autorità sanitarie nazionali per sensibilizzare l’opinione pubblica sul fatto che un’azione efficace contro l’inquinamento dell’aria permetterebbe di salvare delle vite e di ridurre le spese sanitarie», ed evidenzia anche che «i diversi settori devono allacciare una solida cooperazione e tutte le politiche nazionali, regionali e locali relative all’inquinamento dell’aria devono integrare i problemi della salute». Il che certo non significa chiudere le industrie o bloccare l’attività economica, ma al contrario soppesare costi e benefici, ponendo dei limiti e promuovendo l’innovazione tecnologica.
Gli Stati membri dell’Oms sono stati invitati a elaborare subito dei sistemi di controllo della qualità dell’aria e dei registri sanitari, per migliorare la sorveglianza di tutte le malattie legate all’inquinamento dell’aria e a «promuovere delle tecnologie e dei combustibili puliti per la cucina, il riscaldamento e l’illuminazione e a rafforzare i trasferimenti internazionali di competenze, di tecnologie e di dati scientifici nel campo dell’inquinamento dell’aria».
La risoluzione invita il segretariato dell’Oms a «rafforzare le sue capacità tecniche in vista di sostenere gli Stati membri nella lotta contro l’inquinamento dell’aria», in particolare per quanto riguarda il rispetto e l’applicazione delle linee guida dell’Oms per la qualità dell’aria indoor ed esterna, condurre un’analisi costi/guadagni delle misure di attenuazione e far progredire la ricerca sugli effetti dell’inquinamento dell’aria sulla salute. Nella sua 69esima Assemblea Mondiale della Sanità, sarà proprio l’Oms a lanciare una roadmap per una risposta globale all’emergenza inquinamento dell’aria
Secondo Europe Climate Fundation, la risoluzione dell’Oms riguarda da vicino anche l’Europa e l’Italia: «Nell’Unione Europea il costo in vite umane di una scarsa qualità dell’aria è più elevato di quello degli incidenti stradali, rendendola la prima causa ambientale di morte prematura in Ue. L’inquinamento dell’aria causa inoltre la perdita di giorni di lavoro, costi sanitari, e colpisce in misura maggiore le fasce di popolazione più vulnerabili (bambini, asmatici, anziani). La Commissione Europea stima che il costo diretto dell’inquinamento atmosferico per la società nel suo complesso ammonta a circa 23 miliardi di euro l’anno. Le esternalità legate al solo impatto sulla salute sono stimate intorno ai 940 miliardi di euro (il 9% del Pil dell’U)».
Ma anche se la Commissione Europea riconosce l’inquinamento dell’aria come «una delle preoccupazioni principali a livello politico dalla fine degli anni ‘70» e si sia impegnata a «sviluppare e implementare gli strumenti [e standard] appropriati per migliorare la qualità dell’aria». Europe Climate Fundation sottolinea però che «gli standard Ue sulla qualità dell’aria riguardo al particolato fine (PM 2.5) sono significativamente più accomodanti di quanto raccomandato dall’Oms: il limite Ue per i PM 2.5 è di 25 microgrammi per metro cubo (media annuale), contro i 10 µg/m3 di media annuale raccomandati dall’Oms. Per fare un esempio, la media 2014 di PM 2.5 a Roma è di 15,6 µg/m3 (dati Arpa Lazio), più bassa del limite Ue ma più alta di quanto raccomandato dall’Oms. Lo stesso vale per il PM 10. L’Ue pone il limite a 40 microgrammi per metro cubo (media annuale), mentre l’Oms ne consiglia 20. Roma nel 2014 ha avuto una media di 26,1 µg/m3 (dati Arpa Lazio)».
Génon K. Jensen, fondatrice e direttrice esecutiva della Health and Environment Alliance (Heal), conclude: «La risoluzione sull’inquinamento dell’aria è una tappa fondamentale per la prevenzione delle patologie respiratorie e cardiache, nonché del cancro e degli ictus, legati a cause ambientali. Si tratta di un potente punto di appoggio per un maggiore impegno sulla strada del summit di Parigi sul clima. Heal deplora l’assenza di richieste di misure vincolanti per affrontare il problema da parte dei ministri della Sanità, la risoluzione rappresenta in ogni caso un gran passo avanti verso un maggiore impegno e maggiori risorse per ministeri ed autorità sanitarie al fine di affrontare l’inquinamento dell’aria, per esempio includendo esplicitamente strategie per una migliore qualità dell’aria nei programmi nazionali di prevenzione delle malattie e aggredendo i due grandi colpevoli – le centrali termoelettriche a carbone e il diesel per il trasporto su gomma».