Quanto vale l’ambiente? Il capitale naturale come mattone fondamentale dell’economia
Cambiare il modello di sviluppo proteggendo la struttura dalla quale dipende: l’ecosistema
Il dibattito planetario sul ruolo e le funzioni dei servizi ecosistemici sta fortunatamente diffondendosi sempre di più, dimostrando chiaramente quanto sia importante mettere al centro delle nuove impostazioni economiche il valore del capitale naturale, degli ecosistemi, della biodiversità presente su questo straordinario pianeta. L’ottimo programma internazionale TEEB – The Economics of Ecosystems and Biodiversity, che ha già prodotto i suoi rapporti finali tra il 2010 e 2012, sta disseminando una serie importantissime di iniziative che, a loro volta, stanno producendo ulteriori rapporti e programmi molto importanti per il futuro di noi tutti.
Greenreport si è già occupato dell’interessante rapporto Natural Capital at Risk – The Top 100 Externalities of Business, che indica una prima stima delle 100 maggiori esternalità ambientali prodotte a livello globale, che costano all’economia mondiale circa 4.700 miliardi di dollari l’anno in termini di costi economici dovuti all’emissione dei gas serra, alla perdita delle risorse naturali, alla perdita dei servizi di base degli ecosistemi come il sequestro di carbonio dovuto agli ecosistemi forestali, ai costi legati agli effetti del cambiamento climatico e agli effetti sanitari dovuti all’inquinamento dell’aria. Questo rapporto è stato realizzato nell’ambito dell’interessante iniziativa TEEB for Business Coalition, che sta diventando un importante centro di attenzione, riflessione e pratica del mondo del business rispetto al valore centrale del capitale naturale.
Recentemente il ministero dell’Ambiente e dell’agricoltura britannico ha reso noto il suo rapporto Realising nature’s value: The Final Report of the Ecosystem Markets Task Force, voluto proprio per effettuare una review sulle opportunità del business derivanti dal valutare correttamente il valore della natura. Numerose nazioni si stanno ormai muovendo in questa direzione e questo è un altro importante segnale che si sta finalmente ragionando su nuove impostazioni economiche.
I sistemi naturali presenti sul nostro pianeta presentano infatti delle proprietà, delle funzioni e dei processi che consentono loro di mantenere continuamente le opzioni evolutive della vita sulla Terra, e queste opzioni sono riconosciute sempre di più fondamentali per il benessere, lo sviluppo e le economie delle società umane.
Le dimensioni, il livello di presenza della biodiversità, la stabilità, i livelli di organizzazione, gli scambi di energia e di materia tra i differenti elementi degli ecosistemi, sono tutte proprietà che caratterizzano un ecosistema e che dovrebbero ricevere una grande attenzione da parte dell’economie. Le proprietà degli ecosistemi garantiscono infatti l’esplicarsi delle funzioni e dei processi degli stessi nell’ambito delle dinamiche evolutive che hanno luogo naturalmente.
Come ben sappiamo, ormai da tempo l’attenzione di numerosi ecologi si è focalizzata su quelli che sono stati definiti i servizi degli ecosistemi e cioè i benefici che provengono dalle proprietà, dalle funzioni e dai processi degli ecosistemi e che sono fondamentali per la nostra specie. Nel 2012 è nata anche un’apposita rivista scientifica dedicata agli approfondimenti e alle ricerche su questi temi, intitolata proprio Ecosystem Services e pubblicata dalla nota casa editrice scientifica Elsevier.
Gli ecosistemi contribuiscono a rendere possibile la vita umana, un fattore molto importante che l’economia tende continuamente a dimenticare. Uno dei libri fondativi su questa tematica è stato quello curato da un nota ecologa della Stanford University e pubblicato nel 1997, dal titolo Nature’s Services: Societal Dependence on Natural Ecosystems, pubblicato da Island Press, mentre il rapporto internazionale più famoso sull’argomento è stato il Millennium Ecosystem Assessment pubblicato in 5 volumi nel 2005, sempre da Island Press, con il titolo Ecosystems and Human Well-being (tutti i volumi e rapporti dell’Assessment sono scaricabili dal sito www.maweb.org).
Westman scrisse nel 1977 (vedasi Westman W., 1977, How much are nature’s services worth, Science 197; 960 – 964) un paper suScience per esaminare i legami esistenti tra i sistemi ecologici e quelli economici prodotti dalle nostre società, mentre gli ecologi Paul ed Anne Ehrlich sono stati i primi a coniare, in un bel libro del 1981 sulle cause e le conseguenze dell’estinzione delle specie, il termine ecosystem services, i servizi degli ecosistemi, e nel decennio successivo numerosi ecologi hanno ulteriormente elaborato la nozione degli ecosistemi come sistemi di supporto della vita (life-support systems) fondamentali per provvedere servizi ecosistemici e benefici economici; tra questi lavori significativi desidero ricordare un ottimo volume del grande ecologo Eugene Odum ed un interessante volume dell’ecologo olandese Rudolf De Groot, pubblicato in collaborazione con il Wwf (vedasi Ehrlich P.R. e Ehrlich A.H., 1981 Extinction: the causes and consequences of the disappearance of species Random House; Odum E.P., 1989 Ecology and our Endangered Life-Support Systems Sinauer Ass.e De Groot R.S., 1992 Functions of Nature: evaluation of nature in environmental planning, management and decision-making, Wolters Noorddhoff BV.).
De Groot è stato anche tra i primi a produrre una tipologia per classificare, descrivere e valutare le funzioni, i beni ed i servizi degli ecosistemi (vedasi il paper De Groot R. S., Wilson M.A. e Boumans R.M.J., 2002, A typology for the classification, description and valuation of ecosystem functions, goods and services, Ecological Economics 41; 393 – 408).
Gli ecosistemi offrono alla specie umana servizi di supporto, servizi di regolazione, servizi di approvvigionamento e servizi culturali e ricreativi. Il già citato rapporto mondiale del Millennium EcosystemAssessment ha brillantemente riassunto le tipologie nelle quali classifichiamo i servizi ecosistemici. La classificazione consolidata dei servizi degli ecosistemi indica le seguenti tipologie:
Servizi ecosistemici di supporto: che sono, ad esempio, il ciclo dei nutrienti, la formazione del suolo, la produzione primaria (cioè la produzione di materia organica da parte degli ecosistemi che ha luogo grazie alla capacità di piante e batteri di generare nuova materia organica usando l’energia e le sostanze chimiche inorganiche), la fotosintesi, ecc.
Servizi ecosistemici di fornitura o approvvigionamento: che sono, ad esempio, la disponibilità di cibo, di acqua dolce, di legno e fibre, di combustibili, di risorse genetiche ecc.
Servizi ecosistemici di regolazione: che sono , ad esempio, la regolazione del clima, la regolazione delle inondazioni, la regolazione delle malattie, la purificazione dell’acqua, la regolazione dell’erosione, l’impollinazione ecc.
Servizi ecosistemici culturali: che sono, ad esempio, il valore estetico, spirituale, educativo, ricreativo, delle relazioni sociali, di inspirazione ecc.
La perdita della biodiversità provoca il progressivo impoverimento della struttura, delle funzioni e dei processi degli ecosistemi che, a loro volta, consentono alla nostra specie l’utilizzazione dei servizi offerti.
Il Millennium EcosystemAssessment ci ha documentato con grande ricchezza di dati e informazioni, che la struttura degli ecosistemi mondiali è cambiata molto rapidamente nella seconda metà del ventesimo secolo rispetto a qualsiasi altro periodo della storia dell’umanità e, direttamente o indirettamente (attraverso i processi di contaminazione e inquinamento), tutti gli ecosistemi del pianeta sono stati significativamente trasformati a causa dell’azione umana.
E’ ormai giunto il momento di impostare una nuova economia che metta al centro lo straordinario valore del capitale naturale, per cambiare finalmente rotta alle nostre società e renderle meno insostenibili.
Gianfranco Bologna