Strage a Suruç: i giovani socialisti sterminati da una ragazza suicida?
Troppe complicità tra Turchia e Stato Islamico/Daesh, per colpire i progressisti kurdi
[21 Luglio 2015]
Secondo le notizie che si rincorrono sui social media, l’attentatore suicida che ha massacrato almeno 28 persone nel quartiere di Suruç di Urfa, sarebbe una ragazza di 18 anni. Dall’ospedale di Suruç arrivano diverse testimonianze di feriti che dicono di aver visto una giovane donna dotata di una cintura esplosiva. Anche i servizi di sicurezza turchi sarebbero convinti che gli attentatori suicidi sono due donne.
Suruç è al confine con Kobanê, la città siriana del Rojava dichiarato autonomo che è stata difesa vittoriosamente delle milizie progressiste kurde delle YPG e l’attentato suicida ha preso di mira il giardino dell’Amara Culture Center, dove si erano riuniti per una conferenza stampa i militanti della Socialist Youth Associations Federation (SGDF) che si apprestavano a passare il confine per andare ad aiutare i kurdi a ricostruire Kobanê. L’attentato è avvenuto proprio al centro della folla di giovani volontari progressisti e subito dopo la strage la gente di Suruç diceva di aver visto tra la folla uno sconosciuto di circa 16 anni
Secondo İsmail Kaplan, il co-presidente del Democratic Regions’ Party (DBP), il bersaglio degli attentatori erano proprio i 300 giovani della SGDF. Per Kaplan la strage ha fatto almeno 50 vittime e decine di feriti. Dopo l’esplosione il giardino del centro culturale era un bagno di sangue e i corpi dei giovani socialisti erano sparsi in pezzi.
Sul fatto che l’attacco sia stato portato dai jihadisti neri dello Stato Islamico/Daesh ci sono pochi dubbi, anche perché in contemporanea alla strage di Suruç c’è stato un attentato simile a Kobanê. Il cineasta Kurdo Garip Çelik, che stava filmando quando c’è stato l’attentato a Suruç, ha detto all’agenzia ANF «L’esplosione è avvenuta all’interno del gruppo che stava rendendo pubblico un comunicato stampa». Çelik non ha dubbi che sia stata una vendetta del Daesh perché sdi è trattata di un’azione «Organizzata e da professionisti».
Çelik era arrivato a Suruç da İstanbul per seguire i ragazzi della SGDF a Kobanê per realizzare un documentario, e ha detto che hanno iniziato la giornata con una colazione nel giardino del Centro Culturale Amara questa mattina. L’esplosione è avvenuta a conclusione della conferenza stampa Çelik ha detto: «Vedevo braccia e gambe volare sopra di me subito dopo l’esplosione». Çelik ha pesantemente criticato l’atteggiamento della polizia e delle autorità turche dopo la strage: i poliziotti avrebbero attaccato i civili e le ambulanze sono arrivate tardi, quando molti dei feriti più gravi erano stati già portati in ospedale con auto civili. Inoltre la polizia ha perquisito attentamente tutti i bus che portavano i giovani dell’ SGDF a Suruç ma poi non ha vigilato sulla sicurezza dei ragazzi riuniti nel centro culturale.
Se verrà confermato che la kamikaze islamista era una giovane donna, sarebbe un altro segnale che lo Stato Islamico invia ai progressisti kurdi che hanno armato le loro donne ed hanno concesso loro la parità di diritti e politica. Il Daesh manda a dire che le sue martiri odiano tutto quello che rappresenta la liberazione del Rojava e di Kobane e che una donna islamista martire può seminare la morte tra i giovani socialisti “apostati” che sognano una Turchia e un Kurdistan liberi, laici, democratici e con diritti civili uguali per tutti. Non a caso l’attentato contro i giovani progressisti ricorda, per motivazioni ideologiche, quello compiuto dal neo-nazi-fascista cristiano Ander Behring Breivik nell’isoletta norvegese di Utøya, dove nel 2011 sterminò 77 giovani socialdemocratici.
La strage rafforza i sospetti sulle complicità tra governo, esercito e servizi segreti turchi e lo Stato Islamico/Daesh: mentre ai volontari democratici viene posto ogni ostacolo e impedito di andare ad aiutare i kurdi del Rojava a ricostruire Kobanê, la frontiera con la Turchia sembra facilissima da superare per i tagliagole neri del Daesh che dalla Turchia attaccano alle spalle le milizie Ypg ed ora compiono anche attentati contro i volontari direttamente sul suolo turco.
In una dichiarazione la Kurdistan Communities Union (KCK – vicina al PKK) dice che la strage di decine di giovani socialisti rivoluzionari è colpa del governo turco dell’AKP (Adalet ve Kalkınma Partisi – Partito per la Giustizia e lo Sviluppo) che «ha creato l’ISIS [il vecchio nome dello Stato Islamico, ndr] in Siria e Turchia» tanto che «non è più possibile distinguere i membri dell’ISIS dagli agenti dei servizi segreti turchi. L’inimicizia dell’AKP verso i curdi ha portato l’ISIS in Turchia». Per la KCK, «Il governo dell’AKP ha sostenuto ISIS, al fine di utilizzarlo come strumento della sua politica in Medio Oriente e mira a sciogliere la rivoluzione Rojava. Come risultato di questa politica, il confine tra la Turchia e la Siria è diventata un rifugio per l’ISIS e le gangs di tutto il mondo utilizzano questo confine a fini logistici e di mobilitazione. Il più grande sostenitore del fascismo dell’ISIS in Medio Oriente è il governo dell’AKP e l’attacco a Suruç, che è stato condotto con la consapevolezza della Turkish Intelligence Agency (MIT), ha come bersaglio la rivoluzione del Rojava ed ha il fine intimidire coloro che hanno mostrato solidarietà con la rivoluzione».
La KCK denuncia che «Dopo la liberazione all’ISIS di Tal Abyad da parte delle YPG/YPJ, l’AKP ha reagito come se fosse stata conquistata a lui, ha minacciato la Rivoluzione del Rojava ed ha continuato ad annunciare che sarebbe intervenuto se le YPG avessero avuto successo nel liberare la città di Jarablus dall’occupazione dell’ISIS. Tutti questi fatti hanno dimostrato la cooperazione e le relazioni profonde tra l’ISIS e l’Akp, che ha sempre difeso questa organizzazione selvaggia».
Per la KCK la strage di Suruç è dichiaratamente anti-kurda e che non è un caso che la maggior parte delle vittime fossero simpatizzanti della Piattaforma Socialista degli Oppressi (ESP) che ha sostenuto fin dall’inizio la rivoluzione del Rojava: «Questo attacco ha rivelato che l’AKP ha nel mirino non solo il popolo kurdo e il Kurdish Freedom Movement, ma anche tutti i circoli socialisti e gli amici che sostengono la rivoluzione del Rojava. Il governo dell’AKP non vuole vedere nessuna forza che gli resista, questo è il motivo per il quale ha preso di mira anche il sostegno dei giovani socialisti per la ricostruzione di Kobanê».
La KCK se la prende direttamente con il presidente turco Erdogan: «Si capisce che l’AKP e il suo leader, che ha una mentalità autoritaria e sta cercando di avere il dominio sulla Turchia, d’ora in poi faranno la guerra contro le forze democratiche in Turchia in collaborazione con le bande fasciste. Il presidente turco Erdogan e l’AKP vogliono trasformare la Turchia in un Paese che attua una guerra sporca contro i kurdi e le forze democratiche, il KCK dice che tutti coloro che difendono la democrazia e la libertà devono subito contrastare la sporca politica dell’AKP».