Il cambiamento climatico minaccia la salute di chi abita sulle coste
Una diffusa migrazione lontano da zone che non possono più fornire cibo, acqua e riparo
[17 Agosto 2015]
Il nuovo studio “Change and Health on the U.S. Gulf Coast: Public Health Adaptation is Needed to Address Future Risks”, pubblicato sull’ International Journal of Environmental Research and Public Health da un team di ricercatori del The Earth Institute della Columbia University, del National Center for Disaster Preparedness (NCDP) e dell’università di Washington si concentra sulle conseguenze sulla salute pubblica del cambiamento climatico nellla Gulf Coast Usa, ma ha implicazioni per le altre aree costiere stanunitensi e per quelle di tutto il mondo. Infatti, insieme al Golfo del Messico, anche le Northeast e West Coast Usa sono a rischio perché particolarmente vulnerabili ai cambiamenti climatici.
La nuova revisione dei dati disponibili arriva sulla scia dell’annuncio del presidente Usa Barack Obama della necessità di ridurre le emissioni di CO2 da parte dell’industria energetica, nel quadro del Clean Power Plan che ha pienamente riconosciuto l’impatto dei combustibili fossili sulla salute umana e la necessità immediata di mitigare e adattare le politiche energetiche Usa
Secondo i ricercatori statunitensi, la variabilità e le modificazioni del clima «Sono minacce attuali e concrete per la salute fisica e mentale e possono anche creare instabilità sociale, che potrebbe condurre ad un aumento dei conflitti, della violenza e a una diffusa migrazione lontano da zone che non possono più fornire cibo, acqua e riparo sufficienti per le popolazioni attuali . Le zone costiere, dove vive una gran parte dei residenti negli Usa, sono particolarmente vulnerabili agli impatti dei cambiamenti climatici a causa di pericoli come il cambiamento dell’utilizzo dell’acqua, l’erosione costiera, l’innalzamento del livello del mare e le tempeste».
Secondo Irwin Redlener, direttore dell’NCDP, «a scienza del cambiamento climatico e la minaccia per la salute umana e la popolazione sono inconfutabili e la minaccia si sta evolvendo rapidamente. Sfortunatamente, ora siamo ad un punto nel quale si sta semplicemente rallentando il cambiamento climatico, che è essenziale, ma non è sufficiente. Dobbiamo sviluppare e diffondere contemporaneamente i modi per mitigare l’impatto e per l’adattamento alle conseguenze di questo disastro ambientale».
Dato che il Golfo del Messico sperimenterà aumenti estremi delle temperature, l’innalzamento del livello del mare, uragani forse meno numerosi ma più devastanti, l’impatto sulla salute pubblica potrebbe essere molto forte. Così il cambiamento climatico rischia di rendere la costa del Golfo meno ospitale e più pericolosa per i suoi abitanti, e potrebbe innescare una sostanziosa migrazione dalla regione e al suo interno. L’impatto sulla salute pubblica potrà essere ulteriormente accentuato dalla concentrazione di persone e infrastrtture vulnerabili, nonché la geografia costiera della regione.
Lo studio presenta una panoramica dei potenziali impatti sulla salute pubblica della variabilità e cambiamenti climatici sulla costa del Golfo, con un focus sulla vulnerabilità proprie della regione, e delinea le raccomandazioni per migliorare la capacità della regione di ridurre al minimo l’impatto dei rischi climatici.
Elisa Petkova, anche lei dell’NCDP, evidenzia che «Il cambiamento climatico potrebbe amplificare l’impatto esistente sulla salute pubblica, come la morbilità e la mortalità legate al caldo, la malnutrizione derivante dalla siccità, e lesioni e le morti in seguito all’esposizione alle inondazioni. Anche se i trends futuri sono difficili da prevedere, il cambiamento climatico può anche facilitare la reintroduzione nella Gulf Coast e in altre regioni costiere vulnerabili di malattie trasmesse da vettori, come la malaria e la febbre dengue».
All’NCDP dicono che, sulla base di questo studio, il governo federale Usa dovrebbe istituire una task force permanente multi-agenzie sugli effetti del cambiamento climatico sugli esseri umani e sulla popolazione nel suo insieme. Questa Task Force dovrebbe essere incaricata di individuare strategie innovative di adattamento e dovrebbe includere le agenzie governative interessate e gli stakeholders, del settore privato. I fondi dovrebbero essere messi a disposizione per la contemporanea attuazione di strategie di adattamento e per migliorare il sistema sanitario pubblico e la resilienza delle infrastrutture. Gli sforzi di adattamento dovrebbero seguire un percorso stabilito dalla task force federale e dovrebbero cercare di integrare le misure di adattamento specifiche ai pericoli per le città e gli stati e i piani di gestione delle emergenze a livello regionale, in particolare nelle regioni ad alto rischio. Inoltre occorre studiare ulteriormente il legame tra eventi meteorologici e malattie infettive, con l’obiettivo di potenziare gli sforzi di sorveglianza e di intervento.