El Niño Godzilla, l’anno più caldo mai registrato e il futuro climatico
Secondo la Nasa, dal 2020 ci sarà una maggiore probabilità di un riscaldamento globale accelerato
[18 Agosto 2015]
L’oceanografo della Nasa Bill Patzert ha definito Godzilla l’intensificazione di El Niño, e prima di lui un ricercatore della Noaa (a luglio) l’aveva ribattezzata Bruce Lee ed aveva detto che entro agosto arriverà qualcosa di “Supercalifragilistichespiralidoso”.
Joe Romm, fellow, di American Progress e fondatore di Climate Progress, scrive che «comunque la si chiami, l’esplosione a breve termine del riscaldamento regionale nel Pacifico tropicale (dal mostro El Niño), combinata con la forte tendenza a lungo termine alla base del riscaldamento globale, significa che 2015 sarà facilmente l’anno più caldo mai registrato – soffiando il passato record raggiunto solo nel 2014. E se l’andamento della temperatura globale ripeterà quello dell’ultimo super-El Niño (1997-1998), poi il 2016 potrebbe essere ben superiore al record del 2015».
Romm spiega perché. Uno studio della NASA del 2010 ha rivelato che le temperature medie globali nella regione 3.4 Niño del Pacifico equatoriale hanno un “ritardo” di 4 mesi. El Niño (e La Niña) viene definito solitamente come positivo (e negativa) con anomalie della temperatura della superficie del mare superiori a 0,5 ° C in tutta la regione 3.4 Niño dell’Oceano Pacifico tropicale.
L’aggiornamento mensile sulla El Niño Southern Oscillation (Enso) pubblicato la scorsa settimana dalla Noaa evidenzia che «tutti i multi-model averages prevedono un evento forte al suo apice nel tardo autunno/inizio inverno». I ricercatori dei National Centers for Environmental Prediction (NCEP) della Noaa spiegano che «in questo momento, il consenso meteorologo prevede all’unanimità un forte El Niño, con picchi di 3 mesi SST a partire dalla regione Niño 3.4 potenzialmente vicini o superiori a + 2,0° C»
Anche il Climate Forecast System (CFS) del NCEP dice che la regione Niño 3.4 è già molto più calda rispetto a 4 mesi fa e che è già al livello più alto mai registrato, con un aumento che si manterrà per il resto dell’anno
Se il picco delle temperature lella regione Niño 3.4 sarà raggiunto a novembre-dicembre come previsto, il record dei 12 mesi più caldi probabilmente arriveranno all’inizio della primavera 2016. Allora, per capire se il 2016 sarà ancora più caldo del 2015, bisognerà vedere quanto velocemente scomparirà El Niño e se (e quanto velocemente) si passerà ad una La Niña, come solitamente accade alla fine di un forte El Niño.
Il climatologo Kevin Trenberth ha spiegato che «un aumento della temperatura globale si verifica nelle ultime fasi di un evento di El Niño, quando il calore fuoriesce dal mare e riscalda l’atmosfera». Oltre il 90% del riscaldamento globale finisce negli oceani e recentemente il riscaldamento degli oceani è aumentato.
Trenberth si aspetta un brusco aumento delle temperature fino a mezzo grado Fahrenheit, e già ad aprile aveva detto a Climate Progress che la Pacific Decadal Oscillation (PDO) «Sembra stia diventando fortemente positiva» e che questo «Per me è forse il miglior singolo indicatore che un salto è imminente».
La PDO ha caratteristiche simili alla ENSO, ma varia in un lasso di tempo molto più lungo. Il problema è che da luglio anche la PDO ha segnato il record delle temperature
L’ultima volta che le temperature globali sono salite così velocemente è stato durante un lungo periodo di PDO positiva, a partire dal 1992 e nel 1998, che terminato con l’El Niño “mostro” del 1997-1998, che stabilì, con un ampio margine, il nuovo record della temperatura globale. Un livello difficile da superare negli anni successivi, una pausa che i negazionisti climatici hanno usato, con un certo successo, per convincere i politici e i media conservatori che il riscaldamento globale si era fermato aveva rallentato. «In realtà – dice Romm – abbiamo solo avuto un lungo periodo di estesa fase negativa della PDO, con solo occasionali passaggi ad una fase positiva mite. E che, con una diverse recenti La Niñas, ha dato l’apparenza di un rallentamento a breve termine nel riscaldamento in alcuni datasets».
Ma il grafico della Nasa che pubblichiamo evidenzia che non c’è stato alcun rallentamento effettivo del riscaldamento globale. Gli autori dello studio avvertono che, entro il 2020, il riscaldamento di origine antropica cambierà il sistema climatico della Terra con rapidi aumenti multi-decennali delle temperature, soprattutto nell’Artico dove dal 2020 le temperature aumenteranno di 1° C per decennio. Gli scienziati della Nasa prevedono che nei prossimi anni, «Ci sarà una maggiore probabilità di un riscaldamento globale accelerato, associato al rilascio del calore dall’oceano sotto la superficie e all’inversione della fase di variabilità decennale nell’Oceano Pacifico».
Quindi, purtroppo, il riscaldamento accelerato sembra partire da adesso.