A quando un intervento analogo anche per i materiali riciclati?
Grazie all’ecobonus attivati investimenti per 100 miliardi di euro in 4 anni
Realacci: «Confermare e allargare la misura. Legge di Stabilità è la sede adeguata per queste scelte»
[9 Ottobre 2015]
L’ecobonus del 65% per il risparmio energetico e il credito di imposta del 50% per le ristrutturazioni hanno attivato negli ultimi 4 anni quasi 100 miliardi di euro di (buoni) investimenti nel settore edilizio: 19,2 miliardi di euro nel 2012, 27,9 nel 2013 e 28,4 miliardi nel 2014, ai quali si aggiungono i 23,5 stimati per il 2015 (sono 15,9 quelli certamente attivati fino ad agosto). In tutto, 99 miliardi di euro lungo 4 anni di crisi economica.
I numeri messi in fila dal Servizio studi (dipartimento Ambiente) della Camera dei deputati insieme al Cresme, pubblicati ieri, contribuiscono a chiarire il lungimirante contributo offerto dall’ecobonus in Italia, sia dal punto di vista economico sia da quello ambientale.
Nel settore edilizio, che dall’inizio della crisi economica ha lasciato per strada un terzo degli investimenti e centinaia di migliaia di posti di lavoro, l’ecobonus ha contribuito in modo decisivo a creare nuova occupazione: 425mila posti di lavoro fra diretti e indotto soltanto l’anno passato, cui seguono i 351mila posti stimati per il 2015. Occupazione che non ha prodotto nuove colate di cemento lungo lo Stivale, ma ha riqualificato strutture esistenti riducendo i relativi consumi energetici (e dunque le emissioni di gas climalteranti). Per quanti perorano l’abolizione delle tasse sulla casa, basti ricordare che tra una casa costruita bene e una costruita male passa una bolletta energetica di 1.500-2.000 euro l’anno, e che investire in efficienza energetica sarebbe molto più conveniente per i proprietari che ritrovarsi in tasca i 235 euro dell’Imu sulla prima casa (il valore medio dell’imposta nel 2012).
«Il credito di imposta per ristrutturazioni e risparmio energetico ha rappresentato una straordinaria misura anticiclica – ha dichiarato al proposito il presidente della commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci, grande promotore dell’ecobonus – Gli stessi incentivi dal 1998 al 2015 hanno interessato oltre 12.5 milioni di interventi e milioni di famiglie. C’è consenso in Parlamento sulla necessità di confermare ed allargare questa misura ad altri soggetti: edilizia sociale, condomini, imprese. E di ampliarla anche ad altri campi, quali il consolidamento antisismico e la bonifica dell’amianto. Su questo più volte ha confermato il proprio consenso e impegno il ministro delle Infrastrutture Delrio. La Legge di Stabilità è la sede adeguata per queste scelte».
Con la speranza, finora purtroppo vana, che i tempi diventino presto maturi per un ecobonus a tutto tondo: diretto non solo a migliorare l’efficienza energetica degli edifici, ma anche quella delle risorse materiali necessari per costruirli. Un ecobonus per i materiali riciclati, come suggeriscono gli straordinari risultati conseguiti grazie a quello per l’efficienza energetica, darebbe grande slancio alla green economy italiana. Un risultato vincente per tutti.