Basta scarti di pesce: con SecureFish si può sfruttare tutto il potenziale nutrizionale

Solare ed eolico per potenziare l’innovazione del settore alimentare nei Paesi in via di sviluppo

[30 Novembre 2015]

Durante il vertice sugli investimenti nella bioeconomia dell’UeE, tenutosi il 9 e 10 novembre  a Bruxelles, sono stati presentati i risultati del progetto SecureFish, finanziato dall’Unione europea  e il coordinatore del progetto, Nazlin Howell dell’università britannica del Surrey, che ha coordinato il progetto insiame a BA Shamasundar e KM Shankar, del College of Fisheries dell’India, ha delineato i principali risultati del progetto e come saranno utili sia alle Piccole e medie imprese europee che alle comunità dei Paesi in via di sviluppo.

Si tratta di un progetto triennale, avviato nel 2012, che «Ha sviluppato e testato tre processi alimentari innovativi che usano il pesce e che ridurranno i costi di produzione e per l’energia, creeranno prodotti più sani e daranno ai produttori di attrezzature in Europa l’opportunità di sviluppare strumenti all’avanguardia – spiega Howell  al Bollettino scientifico dell’Ue Cordis – Nel loro insieme, queste innovazioni permetteranno ai produttori su piccola scala di sviluppare prodotti di valore più alto a partire dagli scarti di pesce, come la gelatina di pesce e persino i peptidi che hanno proprietà anti cancro. Anche se è necessario lavorare ancora, prima di poter commercializzare tali prodotti, le potenzialità ci sono».

Il progetto, che ha coinvolto 13 partner di Olanda, Portogallo, India, Malaysia, Kenya, Namibia, Ghana e Argentina, si è anche concentrato sui parametri per il controllo della qualità, i rischi, le proprietà nutrizionali e l’impronta del carbonio dei prodotti a base di pesce. Tutte informazioni raccolte per stilare le linee guida sugli standard alimentari per i piccoli produttori, che sono state pubblicate sul sito web del progetto.

«Il primo processo innovativo è un sistema ibrido di essiccamento con tunnel solare che non solo usa il sole come fonte di energia, ma che potrebbe usare anche l’energia eolica – sottolineano i ricercatori di SecureFish – Questa tecnica è usata per conservare il pesce in modo igienico ed efficiente, in alcune zone delle coste di Africa e Asia, il pesce in eccesso viene semplicemente lasciato sulla spiaggia a essiccare, il che è antigienico e può portare a delle perdite».

Howell  evidenzia che «Questa tecnica è stata testata in Kenya e in alcune parti dell’India. Le donne del luogo sono state ampiamente coinvolte nel collaudo dell’attrezzatura, mentre una parte dell’energia solare raccolta è stata usata anche per illuminare le case del villaggio, offrendo così un ulteriore beneficio».
La seconda innovazione riguarda  la creazione di uno speciale estrusore a basso costo per lo sviluppo di prodotti sani a base di pesce. Unendo il pesce a materiali amilacei locali come il mais, le comunità dei paesi in via di sviluppo possono produrre prodotti più sani come cereali soffiati, porridge istantaneo e stufati. Il team del progetto ha in programma di lanciare questi piccoli estrusori ed essiccatori nel mondo in via di sviluppo, il che gioverà ai produttori di attrezzature su piccola scala.

La terza innovazione chiave riguarda la liofilizzazione atmosferica, sviluppata da un partner olandese del progetto. I ricercatori hanno testato l’approccio su pelli e lische di scarto del salmone del lago Vittoria e del persico del Nilo. I risultati hanno dimostrato che è possibile ottenere una gelatina migliore dalla pelle del persico del Nilo piuttosto che dal salmone, a causa della sua composizione biochimica. Sono stati sviluppati dei prototipi e l’azienda è attualmente pronta ad andare sul mercato.

Il team internazionale ricorda che «La sicurezza alimentare è una questione globale importante per tutti i Paesi a fronte della crescita della popolazione e della diminuzione delle riserve di energia e di acqua; oltre un miliardo di persone in paesi a basso e medio reddito soffrono di malnutrizione. L’eredità a lungo termine del progetto SecureFish aiuterà il mondo a raggiungere gli Obiettivi di sviluppo del millennio dell’ONU di sradicare la fame e la povertà riducendo lo spreco di cibo e migliorando la dieta. Il progetto offrirà anche significativi benefici economici e ambientali ai produttori incoraggiando la trasformazione degli scarti in prodotti a valore aggiunto».