Bollettino da Parigi
Cop21 di Parigi: Italian Climate Network: «Un accordo storico e un percorso per il futuro»
I tre punti fondamentali: Adattamento, Riduzione delle emissioni e Disinvestimento
[12 Dicembre 2015]
Un buon accordo. Dopo anni di attesa e negoziati, dopo il fallimento di Copenaghen, è finalmente arrivato il testo del nuovo Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, che è stato approvato dalla plenaria della Conferenza delle Parti sui cambiamenti climatici di Parigi. L’obiettivo di lungo termine è l’impegno alla stabilizzazione dell’incremento delle temperature medie globali sotto i 2 gradi, ma sforzandosi di rimanere entro i +1,5 gradi alla fine del secolo.
Ma ciò che è ancor più importante, è la definizione di un percorso chiaro di riduzione delle emissioni attraverso una revisione degli impegni di riduzione delle emissioni di gas serra ogni 5 anni.
«È un accordo bilanciato e positivo, che giunge dopo anni di negoziati. La strada che abbiamo davanti è segnata: verso emissioni nette zero. E’ il segnale che la trasformazione energetica è ormai in atto e inarrestabile. Toccherà a noi controllare e stimolare gli Stati affinché attuino le loro promesse nei tempi previsti e aumentino i loro impegni per la riduzione delle emissioni di gas serra nei prossimi anni», ha dichiarato Veronica Caciagli, presidente di Italian Climate Network.
Sono inoltre previste misure per l’adattamento con lo scopo di aumentare la capacità adattativa, aumentare la resilienza e ridurre la vulnerabilità ai cambiamenti climatici, anche a livello regionale, sub-regionale e locale.
Riguardo agli aspetti finanziari, è prevista la mobilitazione di un minimo di 100 miliardi di dollari all’anno che i Paesi Industrializzati dovranno mobilitare verso i paesi in via di sviluppo e l’implementazione del meccanismo di compensazione “loss and damage” per i Paesi più vulnerabili, con impegni non ancora sufficientemente stringenti, ma che costituiscono un buon inizio.
«Siamo molto soddisfatti del reinserimento nel preambolo dell’Accordo della nostra proposta relativa all’equità intergenerazionale” – ha dichiarato Federico Brocchieri, coordinatore progetti di Italian Climate Network – viene quindi riaffermato un principio presentato nella Convenzione di Rio del 1992 e che fornisce la linea guida per lo sviluppo delle politiche climatiche dei prossimi anni dando un chiaro riferimento di quali siano i nostri interlocutori: le generazioni future. Generazioni future che sono al centro dell’Accordo di Parigi anche grazie all’esplicito inserimento di un articolo dedicato alla centralità del tema dell’educazione, elemento chiave per una attuazione piena ed efficace delle politiche climatiche», conclude Federico Brocchieri.
Parigi dà alla società civile un ruolo fondamentale. «Tocca a noi, dal basso, colmare il divario e spingere i Governi locali affinché attuino celermente e in modo efficace le politiche dichiarate negli INDCs dando una chiara visione sugli investimenti del futuro: economia circolare, efficienza energetica, energie rinnovabili, politiche di adattamento e disinvestimento dalle fonti fossili» afferma il vice presidente di Italian Climate Network, Federico Antognazza.
Italian Climate Network lancia quindi un appello ai cittadini, alle associazioni, ai sindacati, agli amministratori, e a tutte le forze politiche per rilanciare da subito in Italia le azioni per colmare il “gap” che l’Accordo di Parigi ci ha consegnato.
Sono tre i punti fondamentali che possono contribuire ad attuare in Italia il nuovo accordo di Parigi:
ADATTAMENTO: Troppo spesso si confonde il tema dell’adattamento con la gestione e la riduzione del rischio idrogeologico. E’ quindi necessario che il Governo attivi una serie di azioni efficaci per una reale pianificazione e attuazione di azioni di adattamento a livello nazionale, regione e locale usufruendo anche della disponibilità dei fondi europei allocati per queste attività;
RIDUZIONE DELLE EMISSIONI: adesso che abbiamo l’ulteriore conferma che il percorso di sviluppo globale è avviato verso emissioni zero, abbiamo bisogno di programmare anche il futuro dell’Italia a emissioni zero; questo per poter cogliere le opportunità collegate agli investimenti legati alla transizione energetica ed economica;
DISINVESTIMENTO: chiediamo alle istituzioni pubbliche e private di smettere di finanziare la produzione di energia da fonti fossili e di cominciare invece ad investire in maniera programmatica in rinnovabili, efficienza energetica e per un’economia circolare.