Trasferimento in elicottero di camosci dalla Majella al Sirente Velino per fondare una nuova colonia
Grazie al Life Coornata un evento storico per la conservazione della biodiversità
[22 Luglio 2013]
Il 17 luglio 2013 può essere senz’altro considerata una data importante per la gestione faunistica nel nostro Paese e per una delle nostre specie simbolo: il camoscio appenninico(Rupicapra pyrenaica ornata).
Alcune femmine sono state catturate nel territorio del Parco nazionale della Majella e dopo essere state munite di radiocollare, sono state trasferite e rilasciate nel Parco regionale del Sirente Velino, per dare vita alla quinta colonia di camoscio appenninico in Italia e quindi in tutto il pianeta, visto che si tratta di una specie endemica di un’area limitata del nostro Appennino.
I partner del progetto sono i parchi nazionali della Majella (beneficiario coordinatore), d’Abruzzo Lazio e Molise, del Gran sasso e Monti della Laga, dei Monti Sibillini e quello regionale del Sirente Velino, oltre a Legambiente.
Il Life Coornata prevede una serie di attività per migliorare la qualità della gestione del camoscio appenninico, una specie ben distinta dal più diffuso camoscio alpino dalla quale si differenzia anche per alcuni tratti morfologici, andando ad incrementarne la sua presenza nei siti individuati dal Piano d’azione del ministero dell’ambiente e cercando di capire le cause e contrastare le criticità presenti nella popolazione originaria.
Con il trasferimento dei camosci il progetto Life Coornata realizza così una delle più importanti azioni previste per le sue attività che hanno ricevuto un contributo finanziario della Commissione Europea per salvaguardare questo ungulato che oggi riesce a sopravvivere solo all’interno di alcune aree protette dell’Italia centrale.
Legambiente sottolinea che «l’evento di ieri rappresenta una fondamentale fase per la conservazione del camoscio appenninico per le modalità di cattura, che hanno previsto l’impiego di tecniche alternative che hanno il vantaggio di realizzare catture “collettive” di individui come leup-net, una sorta di rete morbida issata attraverso un comando a distanza, sperimentata con successo già lo scorso anno e che, in quest’occasione, ha consentito di catturare due femmine che sono state chiamate rispettivamente Eva e Lucy. Un terzo individuo, sempre femminile, è stato invece catturato con una più tradizionale box trap».
I tre animali sono stati trasportati da un elicottero della compagnia Heliwest nel Sirente Velino dove il gruppo di lavoro del Parco ha iniziato a monitorare i dati provenienti dai camosci, verificando così i primi spostamenti nella nuova area.
Il progetto Life sottolinea un altro aspetto: «Il valore aggiunto del progetto rappresentato dalla gestione coordinata delle attività che rappresentano delle vere e proprie azioni di sistema tra i parchi, e non più condotte singolarmente, ed è proprio in questa pianificazione condivisa che risiede la chiave del successo di un progetto ambizioso ma che sta dando anche risultati concreti apprezzabili e di grande interesse scientifico».
La documentazione degli importanti rilasci effettuati su Sirente, andrà a completare anche la realizzazione del filmato educational sul camoscio appenninico, curato Legambiente insieme ad altre azioni di comunicazione e di diffusione del progetto. Il filmato vuole comunicare le peculiarità della specie, la sua distribuzione, i rischi che corre, la sua storia nell’areale appenninico. Il completamento di quest’azione è previsto per fine 2013.
Il Presidente del Parco nazionale della Majella, Franco Iezzi, è molto soddisfatto e ringrazia per il successo delle operazioni gli staff tecnici degli Enti coinvolti: «Con questo progetto, dove il Parco della Majella è il capofila si sta concretamente migliorando la gestione di questa delicatissima entità faunistica».
Il presidente del Sirente Velino, Simone Angelosante, conclude: «La strada della collaborazione tra aree protette imboccata nell’ultimo periodo», afferma, «è foriera di ottimi risultati, sia in termini di promozione e tutela del territorio che di conservazione e sviluppo della biodiversità e salvaguardia delle attività produttive delle comunità locali. La reintroduzione del camoscio sul Sirente è stata possibile grazie alla completa disponibilità e collaborazione dei parchi della Majella e del Gran Sasso».