Eolico off-shore, potenza installata da record in Europa
Lo comunica l’EWEA, l'associazione europea dell'eolico, nel report semestrale
[23 Luglio 2013]
L’Europa viaggia a gonfie vele per la potenza installata di eolico off-shore: nei primi 6 mesi del 2013 sono stati installati impianti per una potenza complessiva pari a oltre 1 GW di potenza, circa il doppio rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e quasi quanto si è realizzato nell’intero 2012 .
A rendere noti questi dati è il rapporto semestrale dell’EWEA, l’associazione europea dell’eolico, che indica che nei primi sei mesi del 2013 sono state installate 277 nuove turbine in mare, per 1.045 MW di potenza, rispetto al primo semestre 2012, quando le installazioni erano arrivate a 523,2 MW.
La maggior parte della potenza installata è di fronte alle coste britanniche, dove è stato realizzato e da poco inaugurato il London Array, l’impianto off-shore più grande del mondo, che, con le sue 175 turbine e una capacità di 630 MW, contribuisce in maniera elevata alla nuova potenza installata dalla Gran Bretagna; da esso deriva una quantità di energia sufficiente a soddisfare i bisogni di elettricità di mezzo milione di clienti britannici.
London Array si trova a oltre 20 chilometri al largo della Foreland Nord sulla costa del Kent, di fronte all’estuario del Tamigi. La prima fase della realizzazione è stata completata nel marzo 2011 ed è poi diventato completamente operativo ad aprile 2013, per essere inaugurato il 4 luglio di quest’anno dal primo ministro David Cameron.
Dopo il Regno Unito, la maggiore potenza installata è quella della Danimarca che ha 98 aerogeneratori off-shore per una potenza di 353 MW; a seguire la Germania con 21 turbine per 105 MW di potenza.
Il trend di potenza installata non è però seguito da un analogo trend degli investimenti finanziari, come spiega il responsabile Policy all’EWEA
«Le installazioni di eolico in mare sono state significativamente più alte che nel primo semestre 2012 –ha detto Justin Wilkes– ma il finanziamento di nuovi progetti è rallentato. Tra le cause, l’incertezza delle regole in mercati chiave come Regno Unito e Germania. L’eolico offshore è un nuovo settore che crea lavoro, riduce l’import di combustibili fossili e dove l’Europa è leader mondiale con grandi potenzialità di export. I tassi di crescita delle installazioni mostrano bene il possibile sviluppo. Ma per attrarre investimenti i governi devono creare quadri normativi stabili e l’UE deve definire un obiettivo vincolante per le rinnovabili al 2030».
E’ tra l’altro notizia di questi giorni nel nostro paese, che dopo la bocciatura dei cinque progetti presentati tra il 2009 e il 2010 (in tutto 290 pale eoliche su circa 30mila ettari) anche il nuovo progetto sardo per realizzare ventiquattro rotori al largo del Golfo degli Angeli, più o meno di fronte alla raffineria della Saras, ha già avuto parere negativo dalla Capitaneria di porto di Cagliari e dalla Regione, che -spiega il portavoce del Governatore Cappellacci- impedisce la realizzazione di detti impianti perché in contrasto con la normativa paesaggistica.
Problemi di ostilità nei confronti di progetti eolici in mare vengono anche dalla Grecia, dove un progetto per la costruzione di oltre 300 pale per una potenza installata da 330 megawatt, di fonte all’isola di Skiros, nell’Egeo, sta dividendo l’opinione pubblica.
Secondo il rapporto EWEA su scala mondiale, l’Europa, sempre a fine 2012, contava il 90% della potenza mondiale da eolico offshore; il paese che è più attivo nelle installazioni eoliche off-shore è la Gran Bretagna, che a fine anno deteneva quasi il 60% della potenza europea; la quota della Danimarca è del 18%, quella del Belgio dell’8% e la Germania hail 4%.
La tendenza in atto registrata è quella di installare turbine sempre più potenti con estensioni sempre più grandi di aree marine interessate: la taglia media degli aerogeneratori è arrivata a 4 MW, mentre quella dei parchi è arrivata a 271 MW (era di 199 MW nel 2011).
L’attesa è che nei prossimi anni cresca anche la distanza media dalla costa, ora di 29 km, e la profondità dei fondali, ora di 22 metri.