Skull 5: il teschio che rivoluziona la storia
[1 Marzo 2016]
Giovedì 3 marzo 2016 dalle 15.30 l’associazione Scudo di San Giorgio presenterà l’evento “GeorgiaOne” alla Lanterna Rome di Massimiliano Fuksas. Una giornata dedicata al ritrovamento di un reperto risalente a 1,8 milioni di anni fa che ribalta secoli di certezze, sarà l’occasione per presentare una destinazione turistica ed economica, ponte tra Europa e Cina
Un teschio ribalta secoli di certezze e ci comunica che siamo tutti Georgiani. “ Si tratta di una scoperta che ha portato alla luce il teschio di un antenato dell’uomo, il più completo mai ritrovato, in grado di mutare il nostro modo di comprendere le origini e l’evolversi del genere homo”: queste le parole di David Lordkipanidze, archeologo georgiano di fama internazionale che giovedì 3 marzo 2016 dalle 15.30 nel suggestivo spazio Lanterna Rome di Massimiliano Fuksas presenterà gli ultimi dati sull’eccezionale scoperta.
Il reperto, ritrovato insieme ad altri quattro crani a Dmanisi, cittadina e sito archeologico nella regione di Kvemo Kartli in Georgia, ha scosso il mondo accademico internazionale, testimoniando in modo empirico la migrazione dei primi individui di homo al di fuori dell’Africa e la loro diffusione nel continente europeo avvenuta circa due milioni di anni fa. I primi europei erano dunque georgiani! Questo ci dice lo straordinario teschio: le differenze morfologiche, prima ritenute segni evidenti di una evoluzione da una specie all’altra, dimostrano invece come il genere cui appartiene l’uomo derivi da un’unica specie, caratterizzata da grande varietà morfologica tra i singoli individui.
Se la portata di una scoperta si misura anche dalla profondità del dibattito che sviluppa, le parole dell’austriaco Josef Seifert, studioso di antropologia filosofica, docente presso l’Accademia Internazionale di Filosofia – Istituto di Filosofia Edith Stein e membro della Pontificia Accademia per la Vita, aiutano a comprendere la grandezza della scoperta del paleontologo georgiano: “[…] i dati emersi dalla scoperta dell’homo georgicus di Dmanisi sono una importante conferma del fatto che la teoria evoluzionistica sia stata spesso acriticamente accettata, mentre in realtà è assai vulnerabile anche da un punto di vista empirico”. Se l’uomo fosse stato consapevole di non discendere dalla scimmia, avrebbe quindi forse tenuto una condotta migliore; l’uomo dei nostri giorni, conscio delle proprie origini, non ha più scuse per giustificare comportamenti abietti. L’incontro e il dibattito tra gli studiosi rientra nell’ambito dell’evento romano “GeorgiaOne”, a cura dell’associazione Scudo Di San Giorgio guidata dal Presidente Lelio Orsini d’Aragona, Medaglia d’Oro della Croce Rossa Italiana e dal Vicepresidente Claudio Marianti di Pergola, Chief of Staff dell’Ambasciatore Renato Ruggiero presso Salomon Brothers a Londra e Vice President della Pavarotti Foundation a New York, fa parte a sua volta di un grande progetto di promozione della Georgia come ponte tra Asia ed Europa, meta turistica e crocevia geopolitico da scoprire.
Insieme a David Lordkipanidze e a Josef Seifert, interverranno Owen Matthews, scrittore e giornalista inglese inviato di guerra in Bosnia, Afghanistan e Siria per testate quali The Times, Spectator e Guardian, ex corrispondente di Newsweek da Mosca ed esperto di questioni geopolitiche eurasiatiche; Yves Coppens (scopritore dello scheletro ominide Lucy), paleoantropologo di fama mondiale, dal 1983 professore con cattedra di Paleontologia e Preistoria al Collège de France, nominato dal Presidente della Repubblica Francese all’Alto Consiglio della Ricerca e della Tecnologia; la Principessa di Georgia Khétévane Bagration de Moukhrani, riconosciuta dallo Stato Georgiano negli anni successivi all’indipendenza per l’attività volta alla riconciliazione nazionale, poi per dieci anni Ambasciatore della Georgia presso la Santa Sede e il Sovrano Ordine di Malta; Lawrence Sheets, giornalista, scrittore e analista che ha lavorato per circa 25 anni nell’ex Unione Sovietica, molti dei quali in Georgia e nel Caucaso, come direttore della sede Reuters nel Caucaso (1992-2000) e direttore per l’International Crisis Group (2008-2015); Davit Bakradze, Ministro di Stato per l’integrazione europea ed euro-atlantica della Georgia.
All’evento sarà presente anche il regista georgiano Zaza Urushadze che con il film Mandariinid (2013) ha ricevuto la nomination come miglior film straniero sia agli Oscar che ai Golden Globe nel 2015, portando sullo schermo una storia ambientata durante la guerra civile (1993). Il cinema georgiano, da sempre di alto livello, anche in epoca sovietica quando era difficile esprimere la propria creatività a causa dei problemi di censura, annovera altri nomi di tutto rispetto, come Kalatozichvili, Ioseliani, Abouladze, Babluani, Ovashvili e Koghuashvili.
Dal riferimento a Dmanisi, l’evento si amplia a momento di promozione della Georgia. Ponte strategico tra l’Europa e l’Asia, dopo la fase di declino seguita all’indipendenza dal regime sovietico e al confronto militare con la Russia nel 2008, oggi la Georgia vive una fase di vero e proprio boom turistico con una notevole crescita di presenze di visitatori nelle antiche città di Tbilisi, Kutaisi, Telavi e Batumi con le sue splendide spiagge ma anche nelle aree montuose del Caucaso. La buona stabilità politica raggiunta, insieme al favorevole regime fiscale, ai costi competitivi, ai dazi limitati e al basso livello di corruzione, portano in Georgia numerosi investitori da tutto il mondo, che qui avviano imprese in diversi settori, dal finanziario al manifatturiero. Last but not least, il porto di Anaklia, un esempio dello slancio e dell’apertura verso l’Europa e il mondo, diventato un punto focale per 40 miliardi di dollari di investimenti da parte della Cina, ripristinando la storica Via della Seta in tutta la sua potenzialità e permettendo a beni e merci cinesi di viaggiare attraverso la più breve via geografica. Questa è la Georgia, il più lungo ponte del mondo tra Europa e Cina.
A concludere la giornata di studi l’inedita composizione musicale dei maestri Andrea Morricone e Jason Piccioni, appositamente creata per l’Homo Georgicus, interpretata da una performance di danza contemporanea.
Alessia Vitale firma la creatività, l’organizzazione, la produzione e la regia dell’evento GeorgiaOne.
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