Una speranza per gli anfibi: trovato un metodo per “bloccare” il fungo killer
Il nuovo metodo sperimentato a Montserrat su una grossa rana a rischio di estinzione
[2 Marzo 2016]
Grazie al pioneristico studio “In-situ itraconazole treatment improves survival rate during an amphibian chytridiomycosis epidemic” di Conservation international e Zoological Society of London (ZSL), per la prima volta degli anfibi sono stati trattati in natura contro il chytridiomycosis ( chytrid), la pandemia globale che sta cancellando intere specie e popolazioni in tutto il mondo.
I risultati dello studio, condotto insieme ai ricercatori del Durrell Wildlife Conservation Trust, l’Università di Kent, lo Zoo di Chester e il governo del territorio di oltremare britannico di Montserrat, sono stati pubblicati su Biological Conservation e descrivono utilizzando il farmaco antimicotico itraconazolo si possono trattare gli anfibi in natura durante i periodi di particolare rischio di epidemie di chytrid. Esemplari di rane sono state immerse singolarmente per cinque minuti alla volta in un sacchetto contenente un bagno di anti-fungini. Anche se questo non è riuscito ad impedire la morte di tutti gli esemplari trattati, lo studio dimostra che questa tecnica può potenzialmente prolungare notevolmente il tempo per evitare il rischio di estinzione per una determinata popolazione di anfibi che deve affrontare l’arrivo della malattia epidemica nel suo ambiente
Lo studio, finanziato dal People’s Trust for Endangered Species (PTES) e dal Balcombe Trust si è basato su un lavoro che da tempo la ZSL e il Durrell stanno svolgendo sulle “mountain chicken” montagna’ (Leptodactylus fallax ) una delle rane più grandi del mondo che è endemica delle isole caraibiche di Dominica e Montserrat, una specie a forte rischio di estinzione. .
La direttrice del PTES Grants, Nida Al-Fulaij, è molto soddisfatta: «Questa ultima innovazione fornisce agli ambientalisti un’arma in più nella lotta globale contro il chytridiomycosis degli anfibi. Siamo lieti di ssostenere questo lavoro vitale come parte della nostra missione più ampia di conservare la fauna selvatica vulnerabile, nel Regno Unito e altrove».
I ricercatori della ZSL spiegano che «Causata dal fungo Batrachochytrium dendrobatidis (BD), questa variante di chytrid nel mondo ha finora infettato più di 600 specie di anfibi, causando na diminuzione delle popolazione, eradicazioni o estinzioni per oltre 200 di queste, il che rappresenta la più grande perdita di biodiversità causata da una malattia mai registrata». Se i programmi di riproduzione di alcune specie di anfibi più rare offrono qualche speranza, l’International Union for Conservation of Nature (Iucn) e la comunità zoologica globale stimano che attualmente solo una cinquantina di specie potrebbero essere salvate dall’estinzione attraverso questo approccio. Quindi testare metodi diversi sul campo potrebbe essere fondamentale per mitigare il rischio che questa malattia rappresenta per gli anfibi.
Il principale autore dello studio, lo zoologo britannico Michael Hudson, conclude: «Questo metodo rappresenta una preziosa aggiunta al toolkit attualmente sparso a disposizione degli scienziati della conservazione che stanno cercando di combattere la diffusione del chytrid in natura. Il trattamento esplorato in questo documento potrebbe essere utilizzato per guadagnare tempo prezioso, durante il quale implementare le misure di protezione aggiuntive per le specie di anfibi a rischio»