Acqua radioattiva, l’Italia si allinea all’Ue
Ue: gli Stati, devono verificare se l’acqua destinata al consumo umano sia conforme alla direttiva
[8 Marzo 2016]
Anche l’Italia stabilisce i requisiti per la tutela della salute della popolazione relativamente alle sostanze radioattive presenti nelle acque destinate al consumo umano.
Con decreto legislativo pubblicato sulla Gazzetta ufficiale di ieri, l’Italia recepisce la direttiva Euratom del 2013.
Il decreto – che entrerà in vigore il 22 marzo – fissa i principi e disciplina le modalità del controllo delle sostanze radioattive mediante parametri indicatori e i relativi valori di parametro.
Si applica a tutte le acque trattate o non trattate, destinate a uso potabile, per la preparazione o la cottura di cibi e bevande, o per altri usi domestici, a prescindere dalla loro origine, siano esse fornite tramite una rete di distribuzione, mediante cisterne, in bottiglie o altri contenitori. E si applica a tutte le acque utilizzate in un’impresa alimentare per la fabbricazione, il trattamento, la conservazione o l’immissione sul mercato di prodotti o sostanze destinati al consumo umano.
Ma non si applica alle acque minerali naturali riconosciute come tali e alle acque medicinali.
Con decreto del Ministro della salute possono essere esentate dall’applicazione della disciplina le acque destinate al consumo umano provenienti da una singola fonte che ne eroga in media meno di 10 m³ al giorno o che approvvigiona meno di 50 persone, escluse le acque fornite nell’ambito di una attività commerciale o pubblica. Comunque in questi casi le regioni e le province autonome devono informare la popolazione interessata al riguardo e in ordine a qualsiasi provvedimento eventualmente adottato al fine di tutelare la salute umana dagli effetti negativi derivanti dalla contaminazione delle acque destinate al consumo umano. Così come devono informarla in riferimento alla possibilità di chiedere alle autorità competenti lo svolgimento di verifiche volte a escludere, in concreto, rischi per la salute connessi all’eventuale presenza di sostanze radioattive. Inoltre, al momento in cui si manifesta un pericolo potenziale per la salute umana derivante dalla qualità di tali acque la popolazione interessata dovrà riceva tempestivamente i consigli appropriati dalle regioni dalle provincie autonome.
Del resto l’assunzione di acqua è una delle strade di assimilazione delle sostanze radioattive nel corpo umano. Per questo la popolazione deve essere informata in modo adeguato e appropriato.
Al fine di tutelare la salute pubblica le regioni e le provincie autonome hanno l’obblighi di svolgere controlli sulla salubrità delle acque e sugli alimenti e bevande attraverso l’elaborazione e la messa in atto di un programma di controllo.
Secondo la direttiva, infatti, gli Stati, comunque devono istituire programmi di controllo per verificare se l’acqua destinata al consumo umano sia conforme ai requisiti fissati dalla direttiva. E devono definire le frequenze di campionamento e di analisi per le acque confezionate in bottiglie o contenitori e destinate alla vendita.