La Francia punta su eolico, solare e biometano e chiuderà dei reattori nucleari (VIDEO)
Anev: intanto in Italia rinnovabili ferme e la Francia ci doppia sugli obiettivi dell’eolico
[19 Aprile 2016]
In Francia, dove il nucleare è in crisi da invecchiamento e da sovra-costi delle centrali di ultima generazione, il Conseil supérieur de l’énergie (CSE) il 15 aprile ha adottato il progetto di decreto governativo riguardante la programmazione delle capacità di produzione delle energie rinnovabili (énergies renouvelables – EnR) che prevede di raddoppiare l’eolico terrestre entro il 2023 e di triplicare il fotovoltaico.
In un comunicato il Syndicat des énergies renouvelables (SER), che fa parte del CSE, s’i è congratulato per il risultato per l’eolico terrestre, che vede i suoi obiettivi 2018 e 2023 rivisti al rialzo rispetto al testo iniziale, e per il biometano immesso il cui obiettivo è confermato a 8 TWh». Il SER è soddisfatto anche per «I calendari indicativi per bandire le gare che sono stati introdotti su sua richiesta nel progetto di testo». Il SER è invece insoddisfatto perché non sono stati identificati obiettivi per le energie marine rinnovabili, l’eolico offshore e la cogenerazione a biogas.
Il president del SER, jean-Louis Bal, da comunque un giudizio globalmente molto positive: «Attendevamo da mesi questo testo regolamentare. In effetti, costituisce la road map delle energie rinnovabili. Permetterà di lanciare e sequenziare le future gare per diverse grandi filiere del nostro settore».
La pubblicazione del decreto nel Journal officiel potrebbe avvenire a maggio e la ministro dell’ambiente Ségolène Royal aveva presentato all’inizio di aprile questa parte EnR della programmazione pluriennale dell’energia (PPE), prevista dalla legge sulla transizione energetica. La PPE complete dovrebbe indicare I trend per tutte le fonti di energia fino al 2023 e la Royal si è impegnata a presentare una road map sul nucleare al più tardi entro il primo luglio che «Fornirà una forchetta del numero di reattori da chiudere in funzione di diversi scenari».
Il CSE ha adottato una mozione presentata dal deputato ecologista Denis Baupin che chiede al governo «di mettere rapidamente in consultazione – in particolare per il parere del CSE – un progetto completo di de PPE».
L’ Associazione nazionale energia del vento (Anev), non nasconde una certa invidia per gli operatori francesi delle rinnovabili e sottolinea che in Francia viene innalzato a 25.000 MW l’obiettivo eolico al 2023 mentre l’Italia resta ferma da oltre un anno e mezzo a 9.000 MW in attesa del Decreto Ministeriale Rinnovabili.
Per Aneve quello francese è un obiettivo ambizioso «che mostra la fiducia del Paese nei confronti delle fonti di energia rinnovabile e dell’eolico e la volontà di consolidare una strategia energetica nazionale strutturata e di ampio respiro. L’indicazione del Cse, l’organismo consultivo istituito dal Ministero dell’Energia e composto dai rappresentanti del Parlamento, del Consiglio di Stato, dei Ministeri interessati, degli enti locali, dei consumatori, dell’industria del settore e dei sindacati, agevola la pubblicazione entro il prossimo luglio della strategia attuativa della legge sulla transizione energetica, la Programmation pluriannuelle de l’énergie (Ppe) che al 2023 prevede anche una capacità eolica offshore di 3 GW».
E gli imprenditori italiani dell’eolico si chiedono: «L’Italia di Renzi invece cosa fa? A parole molto, ma di fatto nulla. Pur dichiarando di voler raddoppiare la potenza eolica installata e di raggiungere il 50% di produzione elettrica da Fonte Rinnovabile entro il 2018, il Governo appare inerme e in grave ritardo rispetto ai provvedimenti attesi dal 2014 e non ancora varati. Ricordiamo che l’obiettivo eolico in Italia è di 12.680 MW al 2020, praticamente la metà di quello suggerito dal Cse alla Francia. Un obiettivo, quello italiano, già inferiore al potenziale e che rischia inoltre di non essere raggiunto, visto il ritardo del Governo nell’emanazione del Decreto ministeriale FER non fotovoltaiche, decreto necessario per la realizzazione di nuovi impianti e che avrebbe dovuto essere emanato entro dicembre 2014!»
Anev conclude: «E’ arrivato il momento che il Governo Renzi faccia qualcosa e metta in pratica gli obiettivi e le decisioni che dichiara sulla carta. Il Mondo intero sta puntando sulle rinnovabili e sull’eolico e lo sta facendo con azioni concrete e incisive. L’Italia non può rimanere a guardare, ma (paradossalmente) deve prendere esempio dai cugini francesi, proprio in un settore dove, come dichiarato dallo stesso Presidente del Consiglio Renzi, l’Italia ha una posizione di leadership».