Bioeconomia, al via BioEnergy Italy: meno scarti e sprechi, più energia e innovazione

Il congresso di Chimica Verde Bionet premia le eccellenze italiane

[20 Aprile 2016]

E’ iniziata oggi a Cremona la sesta edizione di BioEnergy Italy che si svolgerà fino al 22 aprile, in contemporanea, si tiene la seconda edizione di Food Waste Management Conference e della Green Chemistry Conference and Exhibition. BioEnergy Italy è un’occasione di incontro per le più importanti aziende del settore delle energie rinnovabili, è progetto realizzato da CremonaFiere e con un ricco programma di convegni, seminari e workshop realizzato in collaborazione con realtà importanti, tra cui Aita, Enea, Dlg International, Legambiente, Chimica Verde e Confagricoltura.

La Bioeconomia in Italia vale 241 miliardi di euro e occupa 1.6 milioni di persone e gli organizzatori di BioEnergy Italy spiegano che «Tra i temi trattati quest’anno compaiono la bioeconomia come integrazione del reddito; lo sfruttamento degli scarti dell’industria alimentare e la conversione energetica delle biomasse; l’economia circolare e l’agricoltura; il biometano da biogas; le news su normative e incentivi; le pratiche agricole sostenibili; la coltivazione della canapa industriale; la gestione ottimale del fine vita dei materiali; l’offerta formativa e le opportunità professionali; la catena del valore del packaging; il premio Best Practices in collaborazione con Legambiente».

La Food Waste Management Conference è dedicata alla «gestione degli sprechi e dei sottoprodotti dell’agricoltura e dell’industria agroalimentare e mette in mostra le migliori esperienze e innovazioni tecniche nel campo del recupero, del trattamento e del reimpiego dei residui della produzione agricola e dell’industria di trasformazione in una logica di simbiosi industriale intersettoriale».

La Green Chemistry Conference and Exhibition è invece il salone dove vengono presentate le innovazioni, le novità tecnologiche, le normative e i nuovi prodotti della chimica verde «perché tra quest’ultima, l’agricoltura e l’industria alimentare molte sono le connessioni e a Cremona queste tre componenti si trovano e si confrontano, dando vita a nuove e soprattutto innovative soluzioni e collaborazioni»

Oggi a BioEnergy Italy si tiene anche il Congresso Nazionale Associazione Chimica Verde Bionet che parte dalla convinzione che «Nello scenario mondiale della Bioeconomia, l’industria e l’agricoltura italiana possono svolgere un ruolo da protagonista. Purché si creino condizioni adeguate. In occasione del decennale dell’associazione, Chimica Verde Bionet presenta una piattaforma di proposte al Governo e alle imprese, frutto del lavoro di sei tavoli nazionali di diverse filiere agroindustriali»

Il Congresso è anche l’occasione per mostrare concretamente le eccellenze della bioeconomia italiana con la consegna del Premio Chimica Verde Innovazione che è andato a Ecoaeroge della N.A.M. di Vigevano (PV), per: «Innovazione di valenza internazionale; Utilizzo di uno scarto agroalimentare del territorio dell’impresa; Prestazioni notevolmente superiori ai prodotti tradizionali». La N.A.M. (Nano Analysis & Materials) è una giovane startup accreditata dall’Università degli Studi di Pavia, fondata nel dicembre 2014. Grazie ai 18 anni di ricerca sui materiali silicei di Stefania Grandi, il team ha depositato un brevetto per un aerogel ecologico, derivato dalla cenere di lolla di riso. Gli aerogel sono materiali con eccellenti prestazioni isolanti, leggerissimi, fatti per oltre il 99% di aria (detti anche ‘fumo solido’) e per il resto di silice. Ma sono anche molto costosi. L’ecoaerogel di NAM mantiene immutate le sue caratteristiche fino a temperature di circa 1100 °C (gli aerogel tradizionali resistono fino a 600°). In pochi mesi di vita NAM ha ottimizzato il prodotto e già da quest’anno installerà un impianto capace di produrre EcoAerogel su ampia scala».

L’Ecoaerogel, composto di cenere di lolla di riso e aria e il suo processo di produzione prevede l’eliminazione di un possibile problema di cancerogenicità dello scarto di partenza, la cenere della lolla, che talvolta contiene silice cristallina in dimensioni respirabili. I solventi utilizzati sono tutti recuperati per distillazione all’interno del ciclo produttivo. I due principali sottoprodotti del processo sono: un materiale del tutto simile a un carbone attivo e una soluzione di sali come ad esempio il nitrato di sodio che può essere recuperato e venduto come materia prima (fertilizzante, conservante).

Al secondo posto si è classificatio Edimare di Edilana di Guspini (VS) per «Forte riduzione di emissioni e di impatti inquinanti; Valorizzazione di scarti problematici del territorio; Prodotto a elevatissima inerzia termica. Edilana nasce nel 2008 a Guspini, nel Medio Campidano, per iniziativa di Daniela Ducato, con l’idea di recuperare le eccedenze della lana e delle sotto-lavorazioni alimentari per produrre isolanti, pitture e intonaci ecologici. Pluripremiata a livello internazionale e a Expo  2015, la sua linea produttiva di punta è Edimare, un sistema isolante a elevatissima inerzia termica, ottenuto dalla combinazione di due materiali biologici tipici dell’isola: la lana di pecora sarda, che abitualmente non ha mercato, e i residui di una pianta marina, la posidonia».

Il terzo posto è andato a Greeny della Domogel  di Costa di Mezzate (BG) per  «Creazione di un contenitore per alimenti compostabile; Stesse prestazioni tecniche del materiale inquinante “usa e getta” sostituito; Avvio di una nuova filiera produttiva italiana. Domogel fa parte di un gruppo di aziende specializzate da 45 anni nella lavorazione del polistirolo per la produzione e il commercio di contenitori ed accessori per gelato di alta qualità. Di recente ha creato, in collaborazione con la Erremme di Foligno, un nuovo contenitore di gelato in ‘biofoam’, un materiale di origine naturale e compostabile che consente di evitare l’accumulo nell’ambiente del tradizionale polistirolo “usa e getta”. Grazie a questo prodotto sta nascendo una nuova filiera produttiva italiana tra Umbria e Lombardia».

Menzioni speciali per Bio-on di Bologna che dal 2007 nel settore delle biotecnologie applicate per realizzare prodotti completamente naturali, ottenuti da fonti rinnovabili o scarti della lavorazione agricola. «Il suo primo successo – si legge nella motivazione – è un know how proprietario per la produzione di PHA (polidrossialcanoati), riconosciuti come i migliori biopolimeri del futuro, in grado di sostituire e migliorare molti polimeri tradizionali. Il suo MINERV-PHA™ ottenuto da co-prodotti o scarti dello zucchero è in grado di dissolversi in acqua di mare o di fiume in 10 giorni senza alcun residuo. Ora Bio-on lancia una nuova sfida: la produzione di acido levulinico da scarti dello zucchero, un intermedio fondamentale dell’industria chimica, utilizzato nella farmaceutica, nell’alimentare, nella cosmesi, nei plastificanti e nei biocarburanti».

L’altra menzione speciale è andata a Policarta di Bassano in Teverina (VT) per un poliaccoppiato green, ecco la motivazione: «Gran parte degli involucri per prodotti alimentari è realizzato con materiali poliaccoppiati e la sfida attuale è rendere anche questo tipo di packaging completamente naturale, Policarta opera da 150 anni nel packaging alimentare, cellulosico in particolare. Di recente ha lanciato un nuovo materiale per confezionamento prodotti alimentari realizzato in carta (FSC – Compostabile) accoppiato a biofilm (PLA – Cellofan). Il prodotto è stato progettato in modo da rendere il materiale compostabile (certificato CIC n.19) e riciclabile secondo lo standard ATICELCA 501/13 (certificazione della Stazione Sperimentale Carta e Cartoni di Milano)».