Inondazioni, ondate di caldo, siccità e incendi “centenari” saranno sempre più frequenti
Cambiamento climatico: in Europa ci aspetta un futuro di disastri ambientali
Le aree più colpite saranno Spagna e Portogallo, ma anche Alpi e Italia del nord
[5 Maggio 2016]
Lo studio “Multi-hazard assessment in Europe under climate change” pubblicato su Climatic Change da un team di ricercatori europei guidato dall’italiano Giovanni Forzieri, della Climate Risk Management Unit, dell’Institute for Environment and Sustainability (IES) del Joint Research Centre (JRC), mette in guardia sulle molteplici minacce che attendono l’Europa nei prossimi decenni a causa dei cambiamenti climatici. Lo studio al quale hanno partecipato diversi scienziati italiani – Simone Russo, Lorenzo Alfieri e Alessandra Bianchi dell’IES/JRC e Mirco Migliavacca del Biogeochemical Integration DepartmentMax del Max Planck Institute for Biogeochemistry – punta soprattutto a capire quali saranno le zone dove sarà pericoloso vivere.
I ricercatori sottolineano che «Mentre le perdite riportate per i rischi legati al clima sono a livelli storicamente elevati, il cambiamento climatico rischia di aumentare il rischio rappresentato da eventi meteorologici estremi». Diverse regioni europee potrebbero essere esposte a diversi rischi climatici, ma la modellazione di questi rischi in uno schema comune è ancora alle fasi iniziali, per questo il team di Forzieri ha presentato un quadro multi-rischio per mappare l’esposizione dell’Europa ai diversi eventi climatici estremi nel XXI secolo.
Gli scienziati hanno utilizzato un insieme di proiezioni climatiche, valutando i cambiamenti nella frequenza delle ondate di calore e di freddo, le inondazioni fluviali e costiere, le siccità, gli incendi e le tempeste, giungendo alla conclusione che «I cambiamenti previsti nella esposizione raffigurano importanti variazioni degli scenari di rischio, in particolare quelli legati all’aumento delle temperature e ai modelli spaziali in gran parte modulati dalle condizioni climatiche locali. I risultati mostrano che l’Europa dovrà probabilmente affrontare un progressivo aumento di una generale pericolosità del clima, con un gradiente spaziale di rilievo nelle regioni sud-occidentali causato principalmente dall’aumento delle ondate di caldo, siccità e incendi. Gli hotspot principali emergono in particolare lungo le coste e nelle pianure alluvionali, spesso altamente popolate ed essenziali economicamente, dove le inondazioni e le tempeste di vento, in combinazione con altri pericoli climatici, potrebbero essere critiche. I previsti aumenti delle esposizioni saranno più grandi per gli eventi estremi a causa dei loro cambiamenti di frequenza molto pronunciati I risultati di questa valutazione forniscono elementi utili per la prossima European disaster risk and adaptation policy».
A quanto pare, ad essere particolarmente colpiti dai fenomeni estremi del cambiamento climatico saranno Spagna e Portogallo, ma anche l’Italia e il resto dell’Europa subiranno un aumento progressivo delle minacce climatiche e l’Europa sud-orientale dovrà fare i conti con l’aumento delle ondate di caldo, le siccità e gli incendi di foreste. Infatti I territori più a rischio per minacce multiple saranno la Penisola Iberica, le Alpi, il Nord Italia, il Mare del Nord, le Isole Britanniche, parte della Francia, i Balcani e il Delta del Danubio
Particolarmente a rischio saranno le coste e le pianure alluvionali dell’Europa occidentale e meridionale e i disastri naturali saranno ancora più pericolosi perché aumenterà la loro frequenza. Secondo lo studio, nel 2080 nell’Europa meridionale potranno avvenire annualmente disastri che ora sono abbastanza rari, come le ondate di caldo eccezionali, che prima avvenivano ogni 100 anni o altri eventi meteorologici estremi che attualmente hanno solo l’1% di possibilità di avvenire in un anno.
Lo studio fa previsioni per ogni minaccia che ci aspetta: .
Ondate di caldo. Entro la fine del secolo le ondate di caldo aumenteranno in tutta Europa e circa il 60% dell’Europa meridionale subirà ogni anno picchi di caldo prolungati che fino ad ora si erano registrati solo ogni 100 anni.
Siccità. Nell’Europa meridionale e occidentale le siccità “del secolo” avverranno ogni 2 – 5 anni e saranno più forti e prolungate. Colpiranno ogni anno più del 25% dell’area. Ma le siccità si ridurranno nell’europa settentrionale e centrale grazie all’0aumento delle precipitazioni.
Inondazioni. Nell’Europa occidentale ci saranno più alluvioni a causa dell’aumento e dell’intensità delle piogge. Entro il 2080, le piogge eccezionali che ora si registrano ogni 100 anni avverranno ogni 30 anni. Nell’Europa meridionale, orientale e centrale le inondazioni provocate dai fiumi si ridurranno lievemente a causa della mancanza di neve. Ma in tutta Europa aumenteranno notevolmente le inondazioni delle zone costiere e i disastri “scolari” avverranno ogni 2 – 8 anni, soprattutto nell’Europa orientale e nel Delta del Danubio.
Incendi boschivi. Grandi incendi di foreste colpiranno quasi tutta l’Europa, in particolare quella occidentale, orientale e centrale. Gli incendi “secolari” avverranno ogni 5 – 50 anni, ma paradossalmente nell’Europa meridionale ci saranno meno incendi devastanti perché si ridurranno i boschi.
Ondate di freddo. Il freddo intenso sarà un ricordo in quasi tutto il continente europeo.
Tormente di vento. Le tendenze riguardanti le tempeste sono meno chiare, ma secondo lo studio colpiranno di più l’Europa occidentale e quella settentrionale e si ridurranno di poco al sud.