Realacci: «Una buona notizia per il Paese»

La Camera approva il ddl contro il consumo di suolo

Il testo passa al Senato. Le associazioni: «Migliorare le parti più contraddittorie, macchinose e incoerenti»

[12 Maggio 2016]

Quello approvato oggi dalla Camera sul consumo di suolo è un testo che contiene «anche norme innovative, ma ancora molti punti contradditori e pericolosi», e sul quale ora le associazioni – Fai, Legambiente, Slow Food e Touring Club italiano e Wwf – chiedono al Senato di non perdere altro tempo e aprirsi al confronto. «Il contenimento del consumo del suolo – osservano le associazioni – è una priorità nazionale che necessita di norme chiare e strumenti efficaci e il testo approvato oggi alla Camera in prima lettura deve essere modificato al Senato in modo da consolidare quello che deve costituire un passo in avanti per chiudere definitivamente nel nostro Paese l’epoca dei piani urbanistici sovradimensionati, degli abusi edilizi e dei successivi condoni (sono stati 3 negli ultimi 40 anni, 1985, 1995  e 2003) e della sub-urbanizzazione che fa scempio del territorio».

Tra gli aspetti positivi e innovativi del disegno di legge approvato oggi le associazioni ricordano: il divieto di utilizzo degli oneri di urbanizzazione per la spesa corrente e di mutamento di destinazione d’uso per le superfici agricole che hanno beneficiato di aiuti dall’unione europea; l’introduzione di un censimento degli edifici e delle aree dismesse, non utilizzate o abbandonate, come precondizione per approvare qualsiasi nuovo consumo di suolo;  la definizione di obiettivi di contenimento del suolo e di rigenerazione urbana, fino ad oggi ancora non presenti nel nostro ordinamento. Un ddl che, ricordano le associazioni, ha come finalità principale quella di contenere il consumo di suolo quale bene comune e risorsa non rinnovabile che esplica funzioni e produce servizi eco sistemici, in funzione della prevenzione e mitigazione degli eventi di dissesto idrogeologico e delle strategie di mitigazione e di adattamento ai cambiamenti climatici (art. 1, c. 1 del ddl).

Tra gli aspetti critici, secondo le associazioni, il disegno di legge approvato oggi garantisce troppi spazi a deroghe che rischiano di rendere meno incisiva la tutela della risorsa del suolo: si considerino ad esempio i commi aggiuntivi introdotti all’articolo 1 in cui vengono descritte le finalità della legge (comma 3) o tutte le eccezioni ormai datate (vista la riforma del Codice Appalti) riservate alle opere strategiche; restano ancora critiche le definizioni di “consumo di suolo”, “superficie agricola naturale e seminaturale” e di “area urbanizzata”, mentre ancora poco chiari sono i principi e i criteri su cui improntare la delega sulla “rigenerazione delle aree urbanizzate degradate” (art. 5 del ddl) e la norma sui “compendi agricoli neorurali” (art. 6 del ddl); infine, molto preoccupante è la norma transitoria di applicazione della legge, in cui addirittura vengono fatti salvi i piani urbanistici attuativi per i quali i soggetti interessati abbiano anche solo presentato istanza prima dell’entrata in vigore della legge (art. 11 del ddl).

Il presidente della commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci, si concentra sugli aspetti positivi del ddl approvato, salutando quella arrivata oggi dal Parlamento come «una buona notizia per il Paese. Nel dibattito si sono ascoltate le cose più assurde, c’è chi ha parlato di un provvedimento che genera cementificazione  e, sul lato opposto, chi ha accusato di voler fare un ‘esproprio proletario’. La verità è che questa è una legge necessaria, difficile, ma oggi possibile grazie anche ad un lungo lavoro e all’impegno dei relatori Chiara Braga e Massimo Fiorio e dei ministri competenti. Con questa legge, che mi auguro possa avere un iter rapido in Senato, si contrasta il consumo di suolo e si cambia rotta all’edilizia, orientandola verso la riqualificazione e la bellezza».

Certo è che, come evidenziato sia da Realacci sia dalle associazioni, ad oggi il consumo di suolo in Italia –  ovvero su un territorio bello quanto fragile – viaggia a ritmi insostenibili, pari secondo l’Ispra a circa 7 metri quadri al secondo. Dopo anni di latitanza, avere un testo di legge designato a invertire la rotta è un’occasione preziosa, che sarebbe un delitto sprecare. Le associazioni chiedono a governo e Parlamento un’assunzione di responsabilità nel portare a termine l’iter parlamentare della legge, migliorandone al contempo le parti più contraddittorie, macchinose e incoerenti: una missione, per il momento, ancora possibile.