Piccoli pesci, grandi possibilità nella lotta alla fame nel mondo
Fao: nelle regioni aride e cronicamente sottoalimentate potrebbero essere importanti alleati
[14 Giugno 2016]
I pesci selvatici di piccola taglia con crescita veloce, potrebbero essere importanti alleati nella sfida di porre fine alla fame in alcune delle regioni più povere e cronicamente sottoalimentate al mondo, secondo un nuovo rapporto della Fao sulla pesca nelle terre aride dell’Africa sub-sahariana.
L’acqua è una risorsa effimera nelle regioni aride dell’Africa, con corpi idrici che si formano e scompaiono in un periodo relativamente breve di tempo. Nonostante questo, i pesci – alcuni dei quali pesano meno di un grammo in piena crescita – possono sopravvivere e prosperare in questi ambienti, il che significa che la pesca nelle zone aride del continente è in realtà altamente produttiva e resistente, secondo il rapporto.
La produzione ittica da terre aride oscilla a causa dell’andamento climatico – è per lo più bassa a causa delle precipitazioni incerte – ma il potenziale produttivo è molto elevato nei corpi idrici minori, alcuni dei quali appaiono solo una volta ogni dieci anni, ma che possono produrre fino a 150 kg di pesce per ettaro l’anno. Nell’insieme, questi piccoli corpi idrici coprono un’area molto più grande della regione dei laghi e dei bacini dell’Africa sub-sahariana. Opportunamente gestiti, nella sola Africa meridionale, sono in grado di produrre 1,25 milioni di tonnellate di pesce – la metà del totale del rendimento registrato nella pesca interna dell’intero continente.
Sebbene il settore della pesca su piccola scala sia spesso trascurato dai decisori politici, e anche ignorato per la sua incapacità di generare ricchezza, in realtà può essere molto efficace come risorsa tampone. Se abbinato alle attività agricole e zootecniche, consente forme di sostentamento resilienti e diversificate in un ambiente erratico, si legge nel rapporto Fisheries in the Drylands of Sub-Saharan Africa (La pesca nelle terre aride dell’Africa sub-sahariana, ndt)
Il rapporto ha riscontrato nelle zone aride un consumo di pesce più elevato di quello riportato dalle cifre ufficiali, indicando un ruolo inaspettatamente importante per la sicurezza alimentare locale, che ha portato i ricercatori a scoprire possibili miglioramenti di gestione per una risorsa fatta tradizionalmente di alti e bassi. Il pesce offre un notevole apporto nutrizionale fornendo la forma più economica di proteine animali, oltre ad aminoacidi, grassi e micronutrienti altrimenti difficili da ottenere nelle terre aride sub-sahariane, dove il consumo pro-capite di pesce è molto più basso rispetto alla media africana di 10 chilogrammi l’anno.
Come si può ottenere pesce in una zona arida? «I pesci sono incredibilmente produttivi quando vi sono le condizioni adeguate – secondo uno degli autori principali del rapporto, Jeppe Kolding, professore di biologia presso l’Università di Bergen in Norvegia – La loro capacità di deposizione delle uova li ha fatti più simili ad insetti che agli altri vertebrati». La metà dell’Africa sub-sahariana è costituita da zone aride, dove l’acqua di superficie oscilla ampiamente e gli ecosistemi si sono adattati a precipitazioni erratiche.
Il Lago Ngami in Botswana e il lago Liambezi in Namibia sono entrambi rimasti a secco per più di due decenni, mentre oggi sono caratterizzati da rendimenti di pesce eccezionali. E la pesca nelle terre aride – per definizione altamente variabile – può produrre fino a quattro volte la quantità di pesce di un grande lago o di un bacino tropicale, si legge nel rapporto. Ancora non è del tutto chiaro come i pesci riescano a sopravvivere in habitat così difficili – il bacino idrico di Khasm el-Girba in Sudan si prosciuga ogni anno, ma i pesci ritornano sempre. Il Clarias gariepinus – il pesce gatto africano – può sopravvivere seppellendosi nel fango, mentre altre specie, evidentemente trovano rifugio in piccoli corsi d’acqua vicini. Entrambe le strategie, grazie alla demografia consentita dalla fecondità dei pesci, rispondono alla comune affermazione locale che “i pesci vengono con le piogge”.
Anche se la pesca non può essere una bacchetta magica per i 390 milioni di persone che vivono nelle zone aride dell’Africa, essa ha un ruolo chiave per raggiungere la Crescita Blu, e può fornire molteplici vantaggi. Il grande potenziale produttivo della pesca nelle zone aride rappresenta una risorsa fondamentale – proteine nella dieta e un’opzione economica – in una regione in cui il fabbisogno alimentare e nutrizionale è improbabile siano soddisfatti dal solo sviluppo agricolo. Sfruttare questo potenziale richiederà il riconoscimento delle attività di pesca nelle politiche di gestione delle risorse idriche, alimentari e nutrizionali delle zone aride. Ulteriori benefici si potrebbero avere se fossero introdotte adeguate strutture di trasformazione e stoccaggio, come essiccare al sole i pesci catturati in un anno di ampia produzione che possono durare per anni e potrebbero essere sfruttati come fornitura locale per razioni alimentari d’emergenza in tutta la regione.
di Fao