Giornata Onu dei popoli indigeni: il diritto a un’educazione che non sia assimilazione (VIDEO)
Survival: intanto in Brasile i Kawahiva incontattati rischiano l’estinzione
[9 Agosto 2016]
L’Onu ha dedicato la Giornata internazionale dei popoli autoctoni 2016 al diritto all’educazione e sottolinea «La questione dell’accesso all’educazione, in particolare a un’educazione culturalmente e linguisticamente adattata e non come mezzo di assimilazione».
L’Onu denuncia che «In materia di educazione il divario permane in tutte le regioni del mondo tra i 370 milioni di autoctoni e gli altri, come testimoniano i livelli di accesso, di fallimento e di successo».
Il diritto all’educazione è protetto dall’articolo 14 della Dichiarazione della Nazioni Unite sui diritti dei popoli autoctoni ed è anche riconoscito da diversi strumenti internazionali riguardanti i diritti dell’uomo, compresa la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. L’agenda per lo sviluppo sostenibile per il 2030 comprende l’obiettivo 4 sull’accesso di tutti ad un’educazione di qualità, su una base di uguaglianza, e la promozione di possibilità di apprendimento per tutta la vita, ma l’agenda 2030 non comprende l’indicatore riguardante l’educazione nella lingua materna, malgrado le pressioni dei popoli autoctoni.
La Giornata internazionale dei popoli autoctoni viene celebrata proprio mentre gli occhi del mondo sono puntati sul Brasile per le Olimpiadi di Rio de Janeiro, e Survival international spera che «Il paese farà di più per rendere sicure le terre della tribù e dargli la possibilità di determinare autonomamente il proprio futuro» per questo chiede che «la terra dei Kawahiva incottattati, nell’Amazzonia brasiliana, sia demarcata e protetta in via definitiva».
L’Ong che difende i popo.li indigeni denuncia ancora una volta che «Molte persone potenti nella regione – tra cui José Riva, soprannominato “il politico più corrotto del Brasile” – stanno prendendo di mira la terra dei Kawahiva. La tribù è estremamente vulnerabile alle minacce di contatto forzato da parte di taglialegna e allevatori».
Ad aprile anche grazie alla pressione dei sostenitori di Survival, il ministro della giustizia brasiliano si era convinto a firmare un decreto che ordina la piena demarcazione e protezione della terra della tribù. «Ma nonostante questo, la richiesta del ministro non è stata ancora attuata – denuncia Survival – Fino a quando il Dipartimento brasiliano agli Affari Indigeni non renderà esecutiva la demarcazione, la tribù rischia l’estinzione».
Per molte tribù brasiliane il primo contatto con i “bianchi” è stato catastrofico: interi popoli sono stati spazzati via dal contatto forzato e del furto della loro terra: Konibu, a maggio è morto l’ultimo sciamano Akuntsu e ora la sua tribù è ridotta a solo 4 persone. Survival riporta la testimonianza di Jirusihu, della tribù Zo’è dell’Amazzonia settentrionale, contattata forzatamente dai missionari evangelici negli anni ’80: «Quando arrivarono gli esterni, gli Zo’é si ammalarono e cominciarono a morire. Allora… c’erano diarrea e sofferenze. La febbre ha ucciso molti, moltissimi Zo’è».
Survival International ricorda che «Le tribù incontattate sono i popoli più vulnerabili del pianeta. Intere popolazioni vengono sterminate dalla violenza genocida di stranieri che le derubano delle loro terre e delle loro risorse, e da malattie come l’influenza e il morbillo, verso cui non hanno difese immunitarie. Di queste tribù sappiamo molto poco, ma sappiamo che nel mondo ce ne sono più di cento. In Brasile vivono più popoli isolati di ogni altro Paese. Tutti i popoli incontattati rischiano la catastrofe se le loro terre non saranno protette. Ma, quando i loro diritti vengono rispettati, continuano a prosperare».
Il direttore generale di Survival, Stephen Corry, conclude: «E’ giunto il momento che il Brasile metta fine a secoli di genocidio, rispettando i diritti dei suoi popoli indigeni e proteggendone le terre. Le tribù incontattate non sono arretrate, e neppure reliquie primitive di un passato lontano. Sono nostre contemporanee e costituiscono una parte fondamentale della diversità umana».