La pesca mondiale perderà 10 miliardi di dollari all’anno a causa dei cambiamenti climatici
Ci rimetteranno i piccoli Stati insulari e quelli poveri, ci guadagneranno quelli ricchi dei mari freddi
[12 Settembre 2016]
Secondo lo studio “Projected change in global fisheries revenues under climate change”, pubblicato su Scientific Reports da un team di scienziati di Nippon foundation-Nereus program, Partnership OceanCanada e università della British Columbia (Ubc), «La pesca globale rischia di perdere circa 10 miliardi di loro fatturato annuo entro il 2050 se il cambiamento climatico continuerà ad essere incontrollato e i paesi che sono maggiormente dipendenti dalla pesca per i prodotti alimentari saranno i più colpiti».
Gli impatti dei cambiamenti climatici, come l’aumento delle temperature e le variazioni dei livelli i salinità acidità e ossigeno degli oceani potrebbero causare una riduzione delle catture, come avevano già precedenti ricerche dell’ Institute for the oceans and fisheries dell’Ubc. Questo studio esamina l’impatto finanziario di queste perdite previste – pesca nel 2050, rispetto al 2000 – per tutti i Paesi che hanno flotte da pesca.
Uno degli autori dello studio, Vicky Lam, spiega che «I Paesi in via di sviluppo più dipendenti dalla pesca per i prodotti alimentari e il reddito saranno i più colpiti. E’ necessario attuare migliori piani di gestione delle risorse marine per aumentare la resilienza degli stock ai cambiamenti climatici».
Mentre molte comunità stanno praticando o prendendo in considerazione l’acquacoltura come alternativa alla pesca e per alleviare le perdite di pesca e di migliorare la sicurezza alimentare di fronte ai colpi inferti dal cambiamento climatico, i ricercatori hanno scoperto che questa industria in crescita potrebbe esacerbare l’impatto negativo sui ricavi. Un altro autore dello studio, William Cheung, sottolinea che «I programmi di adattamento ai cambiamenti climatici, come lo sviluppo dell’acquacoltura possono essere visti come una soluzione. Tuttavia, invece di alleviare l’onere finanziario delle perdite della pesca e di migliorare la sicurezza alimentare, potrebbero far scendere il prezzo dei prodotti del mare, portando a ulteriori diminuzioni dei ricavi nel settore della pesca».
Per esaminare l’impatto economico dei cambiamenti climatici, i ricercatori hanno utilizzato i modelli climatici dell’Intergovernmental panel on climate change sulle risorse ittiche e i ricavi della pesca nell’ambito di due scenari di emissione: nell’ high emission scenario, i livelli continuano a salire senza controllo, mentre nel low emission scenario il riscaldamento viene tenuto sotto di due gradi Celsius. Un altro dei ricercatori coinvolti nello studuio, Rashid Sumaila, evidenzia che «I ricavi della pesca ammontano a circa 100 miliardi di dollari all’anno. La nostra modellazione dimostra che uno scenario di emissioni elevate potrebbe ridurre le entrate pesca globale in media del 10%, mentre uno scenario a basse emissioni potrebbe ridurre i ricavi del 7% cento».
A rimetterci saranno soprattutto i Paesi che si basano molto sulla pesca, compresi i piccoli paesi insulari vulnerabili al global warming come Tokelau, Isole Cayman e Tuvalu. Nel frattempo qualcuno ci guadagnerà: molti Paesi sviluppati, come la Groenlandia/Danimarca e l’Islanda che potrebbero vedere aumenti delle entrate della pesca, visto che i pesci si stanno già spostando verso acque più fredde.