Nucleare: la Gran Bretagna (ri)dice sì a Hinkley Point. Gli ambientalisti: spreco di miliardi

Sortir du nucléaire: «Fuga in avanti assurda e suicida per Edf e la Gran Bretagna»

[16 Settembre 2016]

Il governo conservatore britannico, che aveva sospeso l’avvio dei lavori per la nuova centrale nucleare di Hinkley Point perche si trattava di un’opera troppo costosa, è tornato sui suoi passi è ha dato il via libera alla realizzazione nel Somerset  di quello che secondo Greenpeace UK  «Si preannuncia come un disastro. Hinkley ha già 8 anni di ritardo. E al momento in cui sarà finita sarà l’oggetto più costoso al mondo», si parla infatti di un costo che potrebbe raggiungere i 24 miliardi di sterline.

Per questo Greenpeace UK oggi ha lanciato la petizione “UK Government: Don’t Waste Billions Of £s On Nuclear Power” per fare pressione sulla premier britannica  Theresa May e sul suo nuovo cancelliere Philip Hammond, «per convincerli ad abbandonare Hinkley» e dice che anche questa scelta è uno dei frutti avvelenati della Brexit. Il testo della petizione è semplicissimo: “Non sprecate miliardi di sterline nella costruzione della centrale nucleare Hinkley Point. Invece, vi preghiamo di investire la spesa pubblica nel settore dell’energia rinnovabile», in quelle che Greenpeace definisce «le più economiche e pulite fonti rinnovabili».

La centrale nucleare di Hinkley Point verrà costruita e gestita da un consorzio franco-cinese  e dall’altra sponda della Manica Réseau “Sortir du nucléaire”, che riunisce le organizzazioni no-nuke francesi, ci va giù duro: «Non potendo liberarsi dagli accordi firmati von la Cina ed Edf, il governo britannico ha finito per approvare il progetto dei due reattori Epr nel sito di Hinkley Point. Così facendo, ha ignorato tutti gli avvertimenti sui costi demenziali del progetto. Lungi dal segnare il rilancio del nucleare in Europa, la decisione del governo britannico apre la  strada ad nuova dimostrazione a grandezza naturale dell’impasse che costituisce il nucleare. Se il progetto fosse realizzato, Edf e la Gran Bretagna sprofonderebbero entrambe in un groviglio inestricabile».

Secondo Réseau “Sortir du nucléaire”, «Considerato da Edf come un’ancora di salvezza. Questo progetto non farà che accelerare il fallimento della compagnia. Mentre è già sprofondata in un debito di almeno 37 miliardi e di euro, dove troverà  i 16 miliardi er finanziare la costruzione di questi reattori? E come potrà pretendere di destreggiarsi tra I lavori di ripristino dei suoi reattori invecchiati (al minimo 100 miliardi di euro), senza parlare dell’approvvigionamento delle somme necessarie per la gestione delle sue scorie radioattive e dello smantellamento dei suoi impianti? Ancora una volta, i contribuenti pagheranno le spese di questa follia. Quanto alla Gran Bretgna, pagherà molto caro il prezzo fisso garantito a Edf per la sua elettricità nucleare. Mentre i costi di produzione delle energie rinnovabili non cessano di calare, questo meccanismo potrebbe far perdere al Paese 30 miliardi di sterline in  35 annni, secondo il  National Audit Office».

Gli antinucleari francesi attacco direttamente l’Epr (European pressurised reactor) che sarà il cuore atomico della centrale di Hinkley Point: «Che dire della scelta di un reattore incostruibile, travolto da malfunzionamenti e da difetti progettuali?  E, visti I ritardi dei cantieri Epr francesi e finlandesi, il cui funzionamento non è nemmeno garantito, come possono sperare che i due reattori siano già operativi nel 2025?».

Di fronte a questo scenario, Réseau “Sortir du nucléaire” conclude con un auspicio: «Tuttavia, la giustizia potrebbe mettere fine a questi progetti deliranti: il meccanismo di finanziamento di Hinkley Point è ancora oggetto di una denuncia di fronte alla Corte di giustizia europea. Questo progetto deve essere abbandonato prima che sia troppo tardi. Nucleare: basta spese!»