Eolico: l’Italia ratifichi al più presto l’Accordo di Parigi. Il governo rispetti gli impegni
Anev: Renzi dimostri lungimiranza e ambizione sulla Green Economy e punti davvero su rinnovabili ed eolico
[5 Ottobre 2016]
Il Parlamento europeo ha approvato ieri la ratifica dell’accordo di Parigi, ma seconbdo l’Associazione nazionale energia del vento (Anev) «L’azione tempestiva dell’Unione Europea però non basta, dà anzi il via all’attuazione dell’accordo nel resto del mondo. È pertanto compito di tutti gli Stati Membri agire a loro volta per concretizzare gli impegni assunti, attuare le politiche e gli strumenti per realizzare gli obiettivi prefissati, guidare a transizione globale verso l’energia pulita e modernizzare l’economia. L’accordo entrerà in vigore 30 giorni dopo la sua ratifica da parte di almeno 55 parti che rappresentano almeno il 55% delle emissioni totali. La Commissione europea ha già presentato le proposte legislative per rispettare l’impegni dell’Ue a ridurre del 40% le emissioni entro il 2030, ma è necessario che gli Stati membri ratifichino parallelamente e individualmente l’accordo, secondo le proprie procedure».
Per questo l’Anev si rivolge al governo Renzi, che solo ieri ha annunciato di aver avviato le procedure per la ratifica dell’Accordo Unfccc, per chiedere che agisca subito e di «Prestare fede alla promesse fatte a Parigi, di dimostrare lungimiranza e ambizione sui temi della Green Economy, di puntare davvero sulle fonti rinnovabili e sull’eolico, dando impulso ad un settore in grado di apportare benefici all’ambiente, all’economia e all’occupazione, e ad un processo di transizione che riduca l’utilizzo di fonti fossili e inquinanti prediligendo le energie pulite. Dopo le parole servono i fatti e quindi aspettiamo gli strumenti atti a realizzare gli investimenti necessari a trasformare “l’ambizione in azione”».
Anev ricorda al governo che «Il solo settore eolico in Italia è giunto a oltre 9.300 MW di potenza installata sul territorio nazionale in grado di produrre energia elettrica pari a 14,6 TWh di energia pulita, che corrispondono a circa il 6% dei consumi totali di energia elettrica e che permettono di risparmiare 21 milioni di barili di petrolio e di coprire il fabbisogno di 15 milioni di persone circa».
Dal Vestas Italia Wind Forum 2016, tenutosi ieri a Roma e organizzato Vestas, la multinazionale danese dell’eolico, è emerso che «Il futuro dell’energia eolica nel mondo è promettente e anche in Italia questa fonte rinnovabile giocherà un ruolo di primo piano nel panorama energetico». Vestas, che ha installato la prima turbina in Italia 15 anni fa, nel 1991, facendo del nostro Paese uno dei mercati pionieri del settore, vede «ottime opportunità per l’eolico in Italia, derivanti dal meccanismo di aste pubbliche recentemente pubblicato dal Governo».
Il Global Wind Energy Council dice che nella sola Europa la potenza installata generata da energia eolica passerà dai 160,8GW del 2016 a 218,3GW entro il 2020, con una crescita costante e regolare. Secondo il Vestas Italia Wind Forum 2016, «Due saranno i principali driver che guideranno il mercato dell’energia eolica in Italia nei prossimi anni, con un orizzonte di attesa fissato per il 2020 dagli obiettivi in materia di produzione di energia da fonte rinnovabile fissati dall’Unione Europea: il meccanismo delle aste e la necessità di rinnovare gli impianti più vecchi».
La multinazionale eolica danese «si aspetta che nuove aste verranno indette nel nostro Paese al fine di raggiungere gli obiettivi specifici relativamente all’energia eolica. Considerando poi che i primi impianti installati in Italia risalgono ai primi anni ’90, appare chiaro che la sostituzione e la rigenerazione degli impianti più vecchi sarà un elemento di primo piano nel nostro mercato nei prossimi cinque anni».
Il Presidente di Vestas Mediterranean, Marco Graziano, ha fatto notare che «Indubbi sono i benefici che l’energia eolica porta in un paese come l’Italia: innanzitutto il fatto che il vento è una risorsa domestica, che rende il Paese energeticamente indipendente da altri stati. Riduce quindi i costi e i rischi collegati all’importazione di energia. Occorre inoltre sottolineare come a oggi l’energia eolica non sia da preferire solo perché green e pulita, ma soprattutto perché si tratta di una fonte di energia decisamente competitiva a livello globale. Le tariffe proposte nelle aste del passato in Italia hanno dimostrato che le quote offerte per l’energia eolica sono state decisamente basse in relazione alle altre fonti energetiche. Dobbiamo continuare a lavorare su questa strada».
Rainer Karan, VP Sales Vestas Mediterranean (Eastern Region), conclude: «In quest’ottica, il meccanismo di aste recentemente re-introdotto dal Decreto sulle FER diverse dal fotovoltaico ci appare come una grande opportunità di incentivazione di questa fonte di energia rinnovabile: l’Italia è stata uno dei primi paesi ad adottare questo tipo di sistema. Siamo certi anche grazie a questo tipo di sostegno l’Italia riuscirà a raggiungere in pieno gli obiettivi fissati al 2020 dall’Unione Europea. Proprio per questo ci auguriamo che non si tratti dell’ultima tranche di incentivi all’eolico: ancora molto rimane da fare perché le energie rinnovabili in Italia prendano definitivamente la posizione privilegiata che meritano».