L’Agenzia regionale di sanità (Ars) pubblica la nuova Relazione sanitaria
Cambiamenti climatici e cattiva informazione fanno male alla salute dei toscani
Nel 2015 picco di decessi per ondata di calore e false notizie sulla pericolosità del vaccino antinfluenzale
[10 Ottobre 2016]
Ogni giorno in Toscana nascono 75 bambini e muoiono 124 persone: nel mezzo una popolazione mediamente in buona salute, più che nel resto d’Italia, ma inesorabilmente anziana e in declino numerico nonostante il raddoppio in dieci anni degli stranieri residenti (oggi in 400mila su 3.744.398 cittadini toscani). La nuova Relazione sanitaria annuale (aggiornata al 2015) prodotta dall’Ars Toscana ha il merito di sintetizzare lo stato di salute dei toscani, distinguendo tra luci ed ombre.
La Toscana risulta tra le regioni italiane con la mortalità più bassa, con 768 decessi ogni 100mila abitanti (802 in Italia), con circa due terzi dei quali dovuti a tumori e malattie circolatorie: i progressi registrati nella cura di queste patologie hanno contribuito alla progressiva diminuzione della mortalità generale. Anche per questo la popolazione toscana risulta una delle più anziane d’Italia dopo Liguria e Friuli-Venezia Giulia, con circa il 25% di residenti anziani, e uno su tre (43% degli uomini e 28% delle donne) dichiara di stare bene o molto bene: una percezione della propria salute è più alta che in Italia per gli anziani, mentre accade il contrario guardando alla popolazione generale. Anche se di poco, la percezione dello stato di salute in Toscana (stabile al 68,5%) è peggiore rispetto a quella dell’Italia nel suo complesso (68,8%), nonostante i dati mostrino una realtà regionale migliore di quella nazionale.
«I dati della Relazione dell’Ars ci restituiscono l’immagine di una popolazione sostanzialmente in salute – è il commento dell’assessore al Diritto alla salute Stefania Saccardi – Certamente merito dell’ambiente, del clima, del buon cibo, ma anche del grande lavoro di prevenzione che facciamo su tanti fronti (screening, educazione ai corretti stili di vita, ecc.), e anche dell’elevato livello di qualità dei nostri servizi sanitari».
I numeri crudi non risparmiano però difficoltà che richiedono di essere gestite per tempo, in primis quella di una Regione sempre più vecchia – e dunque con costi sanitari crescenti. In Toscana ci sono 4 anziani ogni 2 giovani con meno di 15 anni di età, e continua il calo delle nascite: nel 2015 sono nati poco più di 27.000 bambini, 7,3 ogni 1.000 abitanti (nel 2014 erano 7,8). Nonostante il Fertility day governativo, difatti, anche in Toscana la crisi continua a mordere duro, soprattutto nelle fasce di popolazione più giovani, incidendo in modo determinante sulla scelta di avere o meno figli.
«I toscani vivono sempre più a lungo, sono tra i più longevi nel mondo – conferma il direttore dell’Ars, Francesco Cipriani – Insieme alla continua riduzione del numero dei figli per donna, si creano però le condizioni per un forte invecchiamento della regione. Con una crescente domanda di servizi sanitari. La buona notizia è che gli anni di vita guadagnati sono per la gran parte in buona salute o in assenza di disabilità. Merito in parte di comportamenti di vita sani e in parte di cure efficaci».
Buoni risultati che nell’ultimo anno si sono incrinati. Nel 2015 la Toscana è stata interessata da un notevole aumento del numero di decessi (45.350), +9,3% rispetto al 2014 a fronte di un +8,2% registrato a livello nazionale. Una performance che ha ridotto di 0,3 anni l’aspettativa di vita sul territorio.
Per quali motivi? «Non sono ancora disponibili né le cause di morte né l’età dei deceduti, ma le prime ipotesi causali, oltre al progressivo invecchiamento della popolazione – si legge nel rapporto Ars – ricadono sul calo delle vaccinazioni anti influenzali 2014-2015 (che ha riguardato anche la nostra regione) e sull’ondata di calore estiva che potrebbero aver colpito la popolazione più anziana e fragile». Un picco di decessi dunque probabilmente «indotto dalla diffusione di false notizie sulla pericolosità del vaccino antinfluenzale 2014-2015» e dai cambiamenti climatici. Non a caso, notano dall’Agenzia regionale di sanità, un «arretramento della speranza di vita era già avvenuto nel 2003, quando si registrò un eccesso di mortalità generale a causa dell’anomala ondata di calore estiva».