Trump presidente Usa, i Verdi europei: «Siamo tutti sotto shock». Renzi conferma la fedeltà atlantica
Putin: «Pronto a cooperare con Trump». Iran: «Perché dovremmo parlare della Siria con gli Usa»
[9 Novembre 2016]
Lo sconcerto e la preoccupazione che pervadono gran parte dell’opinione pubblica europea per l’elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti d’America lo riassume bene un comunicato dell’European green party: «L’uomo che si pensava non potesse essere presidente degli Stati Uniti sarà presidente degli Stati Uniti. La vittoria di Donald Trump \e una tremenda sconfitta per la democrazia americana e un motivo di grande preoccupazione per il resto del mondo. A Donald Trump, che nella sua vita e per tutta la sua campagna ha reso abbondantemente chiaro che non rispetta i valori che hanno fatto grande e prosperi gli Stati Uniti, è stata affidata la carica di presidente degli Stati Uniti».
Il nostro presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che era corso a Washington per scaldarsi con un po’ della luce riflessa del tramonto dell’amministrazione Obama e appoggiare Hillary Clinton, ora dice che le cose nel rapporto con gli Usa non cambieranno con la presidenza Trump, e conferma una fedeltà atlantica per la quale lo stesso Trump ha dimostrato uno sprezzante disinteresse nei sui comizi e nel suo programma.
Lo sa bene il presidente russo Vladimir Putin, che non sembra per niente scioccato per il risultato delle elezioni Usa e che è stato il primo dei leader mondiali a complimentarsi con un telegramma con Donald Trump. Il Cremlino sottolinea in un comunicato che «Putin ha espresso la sua speranza di cooperare perché le relazioni russo-americane, attualmente in crisi, migliorino e di lavorare insieme sui dossier internazionali, alla ricerca di risposte efficaci alle sfide che riguardano la sicurezza nel mondo».
Gli iraniani, che avevano ragione di temere sia la Clinton che Trump, non si fanno molte illusioni: «Abbiamo assistito alla presidenza di Reagan, Bush, Clinton e Obama. Hanno tutti minacciato l’Iran allo stesso modo e nessuno di loro è stato differente dagli altri – aveva commentato Ali Akbar Velayati, il più alto consigliere dell’Ayatollah Khamenei per gli affari internazionali. – Hillary Clinton e Donald Trump, sono due facce della stessa medaglia. Una mostra il vero volto degli Stati Uniti, e l’altro è il volto dell’America con il make-up. Questo signore (Trump) è il volto non ritoccato d’America, e quella signora (Clinton) è il volto ritoccato degli Stati Uniti»
Per quanto riguarda una possibile soluzione negoziale della guerra siriano, che pure sembra possibile con Trump per gli alleati russi dell’Iran, Velayati ha detto: «Perché dovremmo parlare della Siria con gli Stati Uniti? Gli americani rappresentano il popolo siriano in modo che possono indicare ciò che deve fare e così che abbiamo bisogno di negoziare con loro su chi dovrebbe essere il presidente della Siria? Perché e in base a cosa gli americani dicono che Bashar al Assad deve lasciare (il potere) e la persona che loro hanno in mente dovrà essere presidente?»
Reazioni negative e preoccupate vengono da ministri del governo tedesco, mentre il presidente francese François Hollande ha detto che di fronte all’elezione di Trump « La Francia deve più che mai assumersi le sue responsabilità. L’Europa è lo strumento per farlo».
Fa quindi bene la co-presidente dei Verdi europei, Monica Frassoni, a ricordare a Renzi e ai leader europei che «Se Donald Trump perseguirà le priorità di politica estera e politica interna che ha annunciato durante la sua campagna, gli Stati Uniti e il mondo potrebbero trovarsi di fronte a una situazione veramente pericolosa per la coesione sociale del paese, l’economia, le politiche climatiche e perfino per la pace nel mondo. Perché ciò che succede negli Stati Uniti ha una valenza globale».
Secondo la Frassoni, «Per l’Ue, l’imperativo oggi più che mai è uno solo, difficile, ma senza alternative: dobbiamo tornare ad essere un polo di stabilità e di reale coesione, creando prospettive serie di uscita da una crisi economica infinita e da diseguaglianze intollerabili, combattendo senza esitazioni la buia fila di bugie, manipolazioni e false soluzioni che stanno spingendo l’Europa (e, da oggi, anche il Paese più forte e ricco del mondo) su un sentiero estremamente rischioso. Nonostante le nostre turbolenze interne e divisioni è ancora più urgente agire rapidamente per costruire una unità molto più forte in Europa e una reale capacità di agire, perché da oggi, e per qualche anno, gli Stati Uniti non saranno un alleato credibile per la nostra sicurezza né per costruire un mondo migliore».