L’onda dell’azione climatica per gli oceani. Impegno globale alla Cop22 Unfccc
Come affrontare gli impatti dei cambiamenti climatici sugli oceani, mari, coste e isole
[14 Novembre 2016]
La 22esima Conferenza della parti dell’United Nations framework convention on climate change in corso a Marrakech, in Marocco, ha celebrato l’Oceans Action Day con un’iniziativa organizzata dalla Fao sui modi in cui il mondo sta affrontando gli impatti dei cambiamenti climatici su oceani, mari e contesti costieri e insulari e alla quale alla quale hanno partecipato più di 400 esperti di alto livello provenienti da tutto il mondo.
La Fao ricorda che «A livello planetario, l’oceano è fondamentale per mantenere la vita sulla Terra. E il più grande pozzo di carbonio, assorbe il caldo e produce la metà dell’ossigeno che respiriamo. Sostiene la vita e i mezzi di sussistenza delle comunità costiere e insulari che lo considerano come “casa loro” e contrario sulla sua generosità per assicurare la loro sicurezza alimentare» Un ruolo importante che è stato sottolineato anche dalla 43esima sessione dell’Intergovernmental panel on climate change (Ipcc) tenutasi ad aprile a Nairobi, in Kenya, che ha approvato la preparazione di un rapporto scientifico speciale su cambiamenti climatici e oceani. Inoltre, gli oceani fanno parte integrante degli degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable development goals – Sdg) con l’obiettivo numero 14 (Sdg 14).
Ma proprio mentre gli oceani si dimostrano essenziali per attenuare il cambiamento climatico, il riscaldamento globale li espone a grandi rischi: «La variabilità del clima, il degrado degli habitat e l’acidificazione degli oceani rappresentano altrettanti rischi supplementari per la conservazione e l’utilizzo sostenibile sia per i nostri oceani che per le comunità costiere o insulari», sottolinea l’Unfccc in un comunicato.
Alla Fao spiegano che lo scopo dell’evento per l’Oceans Action Day era quello di «rivedere le iniziative lanciate alla Cop21 come parte dell’Agenda di azione Lima-Parigi e annunciare nuove iniziative, con contributi multi-nazionali e multi-stakeholder per dare spazio alle soluzioni». In particolare l’Oceans Action Day ha evidenziato esempi di adozione e attuazione dell’Accordo di Parigi; dato sostegno politico e fornito opzioni politiche adeguate per l’attuazione delle azioni per gli oceani, i mari, le coste e i piccoli Stati insulari in via di sviluppo (Small island developing States – Sids) nel contesto dell’Accordo di Parigi e degli Sdg, in particolare il 14 sugli oceani e mari. E’stato anche analizzato come connettere oceani, le coste e le iniziative climatiche prodotte alla Cop21 e alla Cop22 con i piani nazionali di azione e sono state presentate le iniziative e gli impegni, come ad esempio le Nationally determined contributions (Ndc) e i Sdg, richiesti dalla road map per la Global Climate Action. L’iniziativa si è anche occupata di showcase e promozione del sostegno finanziario e dello sviluppo di capacità, per consentire agli Stati di adempiere alle loro Ndc, con particolare attenzione a oceani, mari e coste, e alle preoccupazioni degli Stati Sids e africani, e di ; sviluppare prossimi step specifici per far avanzare gli oceani e le questioni climatiche nel processo Unfccc, sia nella fase successiva sia come parte della road map per la Global Climate Action che del monitoraggio dei meccanismi per misurare i progressi nelle Cop successive.
Fao, Banca mondiale e Banca africana di sviluppo (Bad) hanno scelto l’Ocean Action Day di Marrakech per annunciare l’iniziativa comune African Package for Climate-Resilient Ocean Economies un ambizioso pacchetto di assistenza tecnica e finanziaria che sosterrà le economie africane che vivono delle risorse dell’’oceano e che punta a rafforzare la resilienza degli oceani e delle zone costiere di fronte al cambiamento climatico, adattandosi alle priorità e agli specifici obiettivi dei Paesi. Un’iniziativa che mobiliterà 3.5 miliardi di dollari e, dal 2017 al 2020, attuerà dei programmi legati all’adattamento e all’attenuazione.
Il Marocco ha annunciato la sua Initiative Ceinture Bleue che «Punta a costruire la resilienza delle comunità costiere e a promuovere una pesca e un’acquacoltura sostenibili, conformemnente alle attese dell’obiettivo 14 dello sviluppo sostenibile. I settori prioritari saranno I sistemi integrati di sorveglianza costiera, la pesca sostenibile e l’acquacoltura nell’insieme della loro catena di valore. Le soluzioni per l’adattamento e i contributi all’attenuazione saranno parte integrante di una road map che definirà le priorità dall’attuazione» L’iniziativa è sostenuta da un piano di investimenti e da un programma di capacity building da 60 milioni di dollari nel periodo 2017 – 2020, basato sulla Blue Belt Initiative lanciata alla Cop21 Unfccc di Parigi.
I partner della Cop22 Ocean Action hanno pubblicato la “Strategic Action Roadmap on Oceans and Climate: 2016 to 2021” che propone «una visione dell’azione sugli oceani e il clima nel corso dei prossimi 5 anni, dal 2016 al 2021». Un documento che su 6 grandi ambiti: il ruolo degli oceani nella regolazione del clima, l’attenuazione, l’adattamento, gli spostamenti umani, il finanziamento e il rafforzamento della capacità.
Secondo la Fao nel mondo ci sono 4,6 milioni di pescherecci, il 75% sono asiatici, il 14% africani, il 6% latinoamericani e caraibici, il 2,1% europei, l’1,9% nordamericani e solo lo 0,2% è dell’Oceania. E’ chiaro che i grossi pescherecci europei, statunitensi, canadesi, russi, cinesi, giapponesi e sudcoreani hanno una capacità di pesca e un impatto sull’ambiente molto più alti dei numerosi ma piccoli pescherecci africani e degli altri Paesi in via di sviluppo
Maria Helena Semedo, vice-direttrice generale della Fao per le risorse naturali, è convinta che «Questi programmi ambiziosi che puntano a rafforzare la resilienza delle comunità costiere africane sono essenziali per rilevare le sfide e le opportunità del cambiamento climatico, in particolare per i piccoli Stati insulari in via di sviluppo che sono vulnerabili, Le comunità costiere africane sono tra le più colpite dal cambiamento climatico. La Fao è pienamente impegnata e pronta ad essere al centro di questi nuovi programmi per lavorare a fianco dei Paesi e delle comunità e ridurre così la loro vulnerabilità, rafforzare la loro resilienza e massimizzare le opportunità che possono nascere dal cambiamenti climatico».
La vicepresidente per lo sviluppo sostenibile della Banca Mondiale, Laura Tuck, ha detto che «La Banca mondiale è felice di far parte di questa mobilitazione internazionale di finanziamenti in risposta al Communiqué de Maurice. Il pacchetto presentato oggi potrebbe rappresentare un contributo significativo ai bisogni di adattamento dei Paesi africani in via di sviluppo, nella misura in cui sviluppano le loro attività legate all’oceano. Prevediamo di accelerare le attività di concessional financing in questo settore e siamo impazienti di lavorare con i nostri partner per accrescere l’efficacia dell’aiuto allo sviluppo nel suo insieme».
In conclusione, Biliana Cicin-Sain, del Global Ocean Forum, ha annunciato che «La Global strategic action initiative on oceans and climate (che coinvolge Parti, organizzazioni intergovernative, Ong, istituzioni accademiche e universitarie, il settore private ed Enti locali di tutte le regioni del mondo) attuerà le azioni identificate nella road map destinate a salvaguardare la salute degli oceani e il benessere delle popolazioni costiere e farà un rapporto annuale durante le Cop»