Necessari ulteriori sforzi per assicurare una “svolta concreta”
Azione dell’Ue per il clima, Corte dei conti europea: serio rischio che il target di spesa del 20% non sia raggiunto
Confermate le preoccupazioni degli ambientalisti d sul reale impegno Ue alla Cop22 Unfccc di Marrakesh
[22 Novembre 2016]
Secondo la nuova relazione speciale Spendere almeno un euro su cinque del bilancio UE per l’azione per il clima: i lavori in corso sono ambiziosi, ma rischiano fortemente di non essere sufficienti” della Corte dei conti europea , «Vi è un serio rischio che il target dell’Ue di spendere almeno un euro su cinque del proprio bilancio a favore dell’azione per il clima tra il 2014 e il 2020 non venga raggiunto».
Infatti, nonostante i progressi compiuti, la Corte avvisa che «Sono necessari ulteriori sforzi per assicurare una “svolta concreta” a favore dell’azione per il clima».
In un comunicato la Corte ricorda che «In risposta ai cambiamenti climatici, l’Ue ha deciso di spendere a favore dell’azione per il clima almeno il 20% del proprio bilancio per il periodo 2014-2020. Questo target dovrebbe essere raggiunto integrando l’azione per il clima nei vari settori d’intervento e nei fondi previsti dal bilancio dell’Ue». La Corte dei conti europea ha verificato se «sia probabile che il target venga conseguito e che l’approccio della Commissione europea porti a finanziamenti più cospicui e mirati a favore dell’azione per il clima. Ha osservato che i lavori in corso sono ambiziosi e che sono stati compiuti progressi».
Il risultato non è conforatante ed è lo stesso delle conclusioni alle quali sono arrivate le associazioni ambientaliste durante e dopo il summit Unfccc conclusosi il 18 novembre a Marrakech: «In assenza di maggiori sforzi, però, rimane il forte rischio che il target del 20 % non sia raggiunto. Nel Fondo europeo di sviluppo regionale e nel Fondo di coesione l’attuazione del target ha comportato interventi più attenti e mirati all’azione per il clima. Nei settori dell’agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca, nonché nel Fondo sociale europeo non vi è stata, invece, una svolta significativa in tale direzione».
Phil Wynn Owen, il relatore della Corte dei conti europea responsabile del rapporto, spiega che «Nonostante i progressi compiuti, l’evoluzione rimane perlopiù costante in importanti settori di spesa. La Commissione e gli Stati membri dovrebbero vagliare tutte le potenziali opportunità e assicurare una svolta concreta a favore dell’azione per il clima».
E’ la stessa Commissione europea ad ammettere che «La percentuale di finanziamenti dedicata all’azione per il clima tra il 2014 e il 2016 è stata in media del 17,6 %». La spesa dell’Ue programmata per il periodo 2014-2020 ammonta a 1.062,6 miliardi di euro. Seguendo la metodologia della Commissione, l’1,1 % in meno comporterebbe, per l’azione per il clima, una perdita di oltre 11 miliardi di euro (201 miliardi di euro anziché 212,5 miliardi di euro)
La Corte stima che «Per raggiungere il target globale fissato per il bilancio Ue entro la fine del 2020, sarebbe necessario aumentare a una media del 22% il tasso di finanziamento per il clima nel periodo dal 2017 al 2020 compresi».
Ma c’è di più: dall’audit della Corte è emerso che «Le stime della Commissione sono basate su ipotesi sulla spesa agricola destinata all’azione per il clima che portano a sopravvalutazioni e sono inficiate dalla mancanza di un’adeguata giustificazione. La Corte ha calcolato che, se si applicano le metodologie adottate a livello internazionale alla spesa per l’attività agricola e lo sviluppo rurale, il contributo previsto di questi settori risulterebbe inferiore di circa 33 miliardi nel periodo 2014-2020, pari a circa il 15 % del target complessivo. Nel settore della ricerca, il programma Horizon 2020 è in ritardo rispetto al proprio target di destinare il 35 % all’azione per il clima, poiché il suo contributo si colloca attualmente al 24 % per il periodo 2014-2017».
La Corte bacchetta la Commissione Ue perché «: non dispone di un piano d’azione dettagliato che stabilisca come recuperare terreno» e nelle raccomandazioni alla Commissione segnala «la necessità di un solido esercizio di consolidamento pluriennale per avanzare verso il target del 20 %, di una rendicontazione organica e di un monitoraggio dei risultati, nonché di una valutazione solida e realistica delle esigenze connesse ai cambiamenti climatici». Raccomanda inoltre di «correggere le stime in eccesso relative alla spesa per lo sviluppo rurale e di redigere piani d’azione per i settori in ritardo».
L’ultima raccomandazione riguarda l’invito a «sondare tutte le opportunità potenziali per assicurare una più decisa e concreta svolta a favore dell’azione per il clima. La Commissione1 ha stimato, nel settembre 2016, che complessivamente tra il 2014 e il 2020 verrebbe speso per l’azione per il clima il 18,9 % del bilancio Ue, ossia un livello inferiore all’obiettivo del 20%».