Workers’ buyout e democrazia economica: iniziative per l’occupazione e il dialogo sociale
[25 Novembre 2016]
Fondazione Culturale Responsabilità Etica, Cospe e Banca Etica organizzano un breve ciclo di seminari di discussione sul tema del trasferimento d’impresa e workers’ buyout con l’obiettivo di analizzare il ruolo degli attori del dialogo sociale nei percorsi di recupero d’impresa e di modernizzazione del mercato del lavoro.
I temi del recupero d’impresa da parte dei lavoratori e del trasferimento d’impresa ai lavoratori stanno assumendo sempre più rilevanza nel quadro delle strategie proposte dal piano strategico Europa 2020 dell’Unione Europea, un piano ambizioso, lanciato probabilmente nel momento peggiore della peggiore crisi economica e finanziaria mai affrontata dalla UE, le cui ripercussioni sul tessuto economico e sull’occupazione stanno minando le basi della coesione sociale e del sistema di welfare Europeo.
La pratica del subentro dei lavoratori nella proprietà di aziende in crisi e pre-fallimento, pur essendo un processo molto complesso e dispendioso in termini di tempo per varie e differenti motivazioni, presenta una serie di vantaggi:
- Per i lavoratori che, assumendo il doppio ruolo di lavoratori e proprietari riducono il rischio di “ownership”;
- Per i proprietari poiché il trasferimento d’impresa è garanzia di continuità e sostenibilità dell’attività economica e dei posti di lavoro;
- Per le autorità locali poiché il business transfer è garanzia di continuità in termini di sviluppo e crescita del territorio.[1]
Determinante, in questo processo, è il ruolo delle autorità pubbliche, delle associazioni d’impresa e delle organizzazioni sindacali nel mettere in atto positive ed efficaci misure d’intervento, sviluppando comportamenti ed approcci innovativi che facilitino il dialogo e la condivisione degli obiettivi di crescita e di coesione sociale, contribuendo anche a modificare un atteggiamento abbastanza diffuso tra le associazioni di categoria che tende a non considerare il workers’ buyout come una possibile soluzione ad una crisi aziendale.
Le giornate seminariali, che si propone di tenere nei giorni 28 novembre e 7 dicembre mattina dalle 9 alle 13 presso la sede della Fondazione Culturale Responsabilità Etica (via dei Calzaiuoli, 7 – Firenze) avranno il seguente programma:
Presentazione di esperienze di recupero d’impresa da parte dei lavoratori:
- Fabio Gobbi Presidente Ora Office – Pomezia Terme (Roma)
- Luigi Belli Presidente IPT Industria Plastica Toscana – Scarperia (FI);
- Riccardo Dugini – Banca Etica, Strumenti per il recupero/riconversione d’impresa
- Ferruccio Vannucci – CooperFidi.
Discussione su politiche e ruolo degli attori nel dialogo sociale nell’attivazione di politiche a favore del recupero d’impresa:
- Paolo Tedeschi – Regione Toscana
- Elena Calistri e Riccardo Petrella – Regione Toscana FSE
- Mauro Fuso – CGIL Camera Metropolitana Firenze
- Alessio Gramolati – Responsabile Coordinamento Politiche Industriali CGIL Nazionale
- Graziano Bernabei – CISL
- Gianluca Volpi – Coordinatore Industria CNA Toscana
- Olmo Gazzari – ANCPL Lega Coop
- Mauro Lombardi – Università di Firenze
I risultati dei seminari saranno presentati in un convegno pubblico da realizzare nel mese di gennaio 2017.
Obiettivo finale degli incontri è di realizzare un’analisi del ruolo che ciascun attore può giocare nei percorsi di recupero d’impresa, per arrivare ad una sistematizzazione delle pratiche e ad una verifica degli strumenti tecnici e legislativi esistenti, a livello nazionale e locale, per favorire il trasferimento ed recupero d’impresa.
Tale obiettivo potrebbe essere l’oggetto di uno studio di un progetto di analisi e sistematizzazione delle pratiche ed opportunità di recupero d’impresa, da presentare al Fondo Sociale Europeo, a partire da una mappatura degli strumenti legali, finanziari e fiscali regionali per il supporto al trasferimento delle imprese, sia a livello dell’Unione Europea, sia Italiano.
La Commissione UE ha affrontato il problema del trasferimento d’impresa nella Raccomandazione del 7.12.1994 (G.U. L. 385 del 31/12/1994) constatando come “migliaia di imprese sono obbligate alla chiusura ogni anno a causa di difficoltà insuperabili nel trasferimento” e che la chiusura di queste imprese ha delle “chiare ripercussioni negative sul tessuto economico, sui creditori e sui lavoratori”.
Nella Comunicazione del 2006 della Commissione Europea “Implementazione del programma comunitario di Lisbona per la crescita e i lavori: Continuità attraverso un nuovo inizio”, la Commissione ri-analizza il tema del trasferimento delle imprese affermando che “soltanto gli Stati membri e le loro amministrazioni centrali, regionali e locali possono creare le condizioni per trasferimenti di imprese di successo”.
Infine, agevolare il trasferimento d’impresa è una delle tematiche centrali affrontate dalla Commissione Europea nel Piano d’Azione per l’Imprenditorialità 2020 – Rilanciare lo spirito imprenditoriale in Europa, laddove l’Unione si impregna a sviluppare programmi efficaci, richiedendo agli stati membri un impegno a migliorare la normativa,i servizi di informazione e l’utilizzo dei Fondi europei esistenti.
A livello Italiano, un esempio molto importante è rappresentato dalla legge n. 49/1985 (la cosiddetta Legge Marcora), che, al tempo della forte crisi industriale affrontata dall’Italia negli anni Ottanta, introdusse un meccanismo in base al quale il capitale di rischio era investito in imprese convenzionali che stavano per essere trasformate in cooperative, rifinanziata con decreto del Ministero dello Sviluppo economico del4 dicembre 2014. Infine, la Regione Toscana ha adottato misure ad hoc in favore della cessione delle imprese ai giovani attraverso il progetto “GiovaniSì” (legge regionale n. 32 del 26 Giugno 2002).
[1] CECOP – The European Confederation of Cooperatives and worked-owned enterprises