Il Segretario di Stato Usa sarà il capo della più grande multinazionale petrolifera del mondo? (VIDEO)
Gli ambientalisti Usa tra incredulità e indignazione. John McCain: E’ amico di un delinquente come Putin
[12 Dicembre 2016]
Ieri, il presidente eletto Usa, Donald Trump, ha detto in un’intervista che «Nessuno sa davvero se il cambiamento climatico è reale». Il Natural resources defense council ha subito risposto che «Questo non è solo disinformazione, è pericoloso. Gli scienziati, le imprese e i leader mondiali sanno che dobbiamo combattere il cambiamento climatico». E che Trump sia quanto di più politicamente pericoloso ci sia nel mondo per l’ambiente lo conferma la sua intenzione di nominare Rex Tillerson, l’amministratore delegato della più grande multinazionale petrolifera, Exxon Mobil, Segretario di Stato Usa, cioè chi dovrà occuparsi della politica estera, compresi i negoziati sul clima e l’applicazione dell’Accordo di Parigi.
Le reazioni delle grandi associazioni ambientaliste Usa oscillano tra l’incredulità e l’indignazione. Il direttore esecutivo di Sierra Club Micheal Brune, ha detto che «Il Gabinetto di Trump rappresenta un who’s who dei negazionisti climatici e degli hack dei combustibili fossili, quindi siamo sconvolti ma non sorpresi che abbia scelto il capo di una delle più grandi e disastrose per l’ambiente compagnie petrolifere del mondo come suo ambasciatore nel mondo. La nomina di Tillerson consolida il fatto che l’aria pulita, l’acqua pulita, e il nostro clima sono il nemico pubblico numero uno per l’America di Trump».
Brune ricorda che «ExxonMobil non solo ha deliberatamente nascosto per decenni di essere a conoscenza dei cambiamenti climatici, ma è responsabile di uno dei più costosi disastri ambientali della storia (quello della Exxon Valdez, ndr). In un momento in cui la crisi climatica si sta approfondendo, sia gli Stati Uniti che il mondo meritano molto meglio che avere uno dei più importanti magnati di combustibili fossili del pianeta a seguire la politica estera statunitense. Esortiamo i senatori, eletti per rappresentare e proteggere il popolo americano, a levarsi in piedi per difendere le famiglie in tutto il paese e nel mondo e ci opponiamo a questa nomina».
Il portavoce di Greenpoeace Usa, Cassady Craighill, promette battaglia: «Proprio quando pensavamo che il Gabinetto di Trump non avesse otuto ottenere più lontano dai bisogni del popolo americano, sabato ha intrufolato la nomina del Ceo della Exxon Rex Tillerson come Segretario di Stato. In questa posizione, Tillerson cercherà di attuare il suo obiettivo più difficile: mettere a tacere le iniziative globali e il diritto dei procuratori generali degli Stati di ritenere le companies dei combustibili fossili legalmente responsabili dei cambiamenti climatici. Non ci metterà a tacere e non permetteremo questo gabinetto di miliardari di schiacciare il popolo. Se il Senato Usa ha un qualche interesse a protegge la scienza, il dissenso pubblico e il futuro della razza umana, non dovrebbe confermare Rex Tillerson come Segretario di Stato. Se il negazionismo climatico sarà la default position di Trump alla Casa Bianca, allora la resistenza implacabile sarà la default position del popolo americano».
Come spiega bene Joe Romm in un articolo su ThinkProgress che ripubblichiamo, Tillerson ha stretti rapporti con la Russia e le sanzioni occidentali dopo la guerra in Ucraina e l’annessione della Crimea hanno impedito alla Exxon e alla BO di trivellare il Mare di Kara, nell’Artico russo. Tillerson si è sempre opposto alle sanzioni contro Mosca e, violando le indicazioni della diplomazia Usa, nel 2014 ha partecipato al World Petroleum Congress di Mosca. Nel 2013 Vladimir Putino le aveva insignito andare dell’Ordine dell’Amicizia della Federazione Russa.
Per anni ExxonMobil ha finanziato parlamentari ecoscettici e gruppi di pressione negazionisti climatici, nonostante i sui scienziati avessero da decenni confermato che i combustibili fossili svolgono un ruolo fondamentale nel cambiamento climatico. I boss della Exxon sapevano benissimo che quello che dicevano e dicono gli scienziati è vero , ma hanno fatto di tutto per contrastare gli accordi internazionali e le leggi Usa sul clima e per screditare la scienza climatica seminando incertezza a pagamento.
L’ironia di questa paradossale situazione è che Tillerson, se sarà confermato Segretario di Stato, non sarà da annoverare tra i falchi negazionisti della terribile Amministrazione Trump. Infatti, come leader della più grande compagnia petrolifera quotata in borsa del pianeta, ha ammesso che i cambiamenti climatici sono reali, che rappresentino un rischio globale e che richiedano un intervento «serio», dichiarazione che lo allontanano dalle posizioni negazioniste di Trump e di quasi tutto il suo staff.
Ma purtroppo Tillerson ha anche aggiunto: «A che serve per salvare il pianeta se l’umanità soffre?» Al netto delle dichiarazioni sembra che il Segretario di Stato Usa in pectore pensi che gli esseri umani possano solo tentare di adattarsi al cambiamento climatico inevitabile e propone soluzioni tecnocratiche: «E’ un problema di ingegneria ed ha soluzioni di ingegneria».
Anche se Tillerson dovesse provare a moderare le posizioni negazioniste di Trump e dei suoi falchi anti-ambientalisti, gli altri Segretari della nuova amministrazione stanno già facendo a fettine i meccanismi attraverso i quali gli Usa dovrebbero rispettare gli impegni previsti dall’Accordo, come il risparmio energetico e l’ energia pulita, per esempio, visto che le agenzie che dovrebbero occuparsene sono in mano ad avversari dichiarati di azione per il clima ragionevole.
Tillerson ha scakato i vertici della ExxonMobil grazie ai suoi stretti legami con il presidente russo Vladimir Putin cementati nell’ultimo decennio. Lui e altri della Exxon avevano stretti legami con la Casa Bianca ai tempi di Gorge W. Bush e nella sua biografia Private Empire, Steve Coll ha scritto che «L’amministrazione Bush aveva deciso che la politica estera americana doveva accogliere e promuovere la proprietà diretta del petrolio russo da parte di compagnie americane». .
Per la Exxon in Russia le cose si sono complicate con l’embargo decretato da Usa e Ue che vieta l’accesso della Russia alle tecnologie iccidentali per estrarre combustibili fossili nell’offshore Artico e nei depositi di di petrolio e di gas degli scisti. La Russia ha le più grandi riserve di petrolio e gas nel mondo, ma non ha la tecnologia per accedere a risorse molto difficili da sfruttare, per questo ha fatto accordi con i colossi petroliferi occidentali da centinaia di miliardi di dollari.
Tillerson sarebbe in possesso di quote della Exxon valutate tra i 151 e i 233 milioni di dollari e se diventasse Segretario di Stato dovrebbe venderle tutte, anche se esentasse. Inoltre, a marzo compirà 65 anni e dovrà andar in pensione.
Intanto anche tra i repubblicani emerge qualche preoccupazione: il senatore John McCain ha detto in un’intervista a Fox News: «Non so quale rapporto mister Tillerson abbia avuto con Vladimir Putin, ma ti dirò che è una questione che mi preoccupa. Dovrò esaminarlo. Si deve dare al presidente degli Stati Uniti il beneficio del dubbio, perché le persone hanno parlato. Ma Vladimir Putin è un delinquente, un bullo e un assassino, e chiunque altro che lo descriva come una qualsiasi altra cosa sta mentendo».
Parole durissime da un parte di un ex candidato alla Casa Bianca, ma bisogna anche aggiungere che McCain è uno dei più grandi sostenitori dell’opposizione armata siriana e nemico dichiarato del regime di Bashir alAssad, degli iraniani e dei loro alleati russi. In Senato i repubblicani non hanno una maggioranza così forte da consentire di approvare la nomina del Ceo Exxon con qualche defezione: solo pochi voti contrari nelle loro fila permetterebbero ai democratici di respingerla.
Comunque, non è detto che Trump abbia semplicemente voluto tastare il terreno e che la proposta di Tillerson a Segretario di Stato non sia strumentale, magari per far digerire un candidato appena più “presentabile”. Il portavoce dello staff di transizione di Trump, Jason Miller, ha detto che nessun annuncio verrà fatto «Al più presto fino alla prossima settimana».