Goletta Verde: “Contratto di fiume” per l’Entella entro il 2013
Occasione per il rilancio economico, ambientale e sociale del bacino e della costa di Chiavari
[8 Agosto 2013]
Secondo Goletta Verde, che è arrivata in Liguria, «il “Contratto di fiume” dell’Entella può rappresentare un’occasione storica per questo comprensorio. Non si tratta solo di tutelare il corso d’acqua e il tratto di mare antistante la sua foce, ma di arrivare finalmente ad una riqualificazione del territorio che possa servire da volano per il rilancio economico e occupazionale della zona».
«Per fare questo – spiegano gli ambientalisti – è però imprescindibile la riqualificazione del fiume e delle sue sponde, la tutela delle risorse idriche per il raggiungimento del buono stato ecologico e interventi di manutenzione e prevenzione per ridurre il rischio idrogeologico. Per attuare tutto questo ed evitare di spendere inutilmente soldi pubblici con interventi isolati occorre portare a termine il percorso promosso dai cittadini e dalle associazioni di questo territorio e che vede anche l’impegno del Comune di Chiavari per spronare le altre amministrazioni coinvolte».
Il tema viene discusso oggi nella tavola rotonda “Riqualificazione e rilancio dell’Entella: il contratto di fiume”, alla quale sono stati invitati a partecipare anche i sindaci dei comuni di Chiavari, Borzonasca, Carasco, Cicagna, Cogorno, Coreglia ligure, Favale di Malvaro, Lavagna, Leivi, Lorsica, Lumarzo, Mezzanego, Moconesi, Ne, Neirone, Orero, S. Colombano Certenoli e Tribogna.
Il focus di Goletta Verde vuole ribadire «l’importanza di coinvolgere, attraverso un ruolo più efficace e concreto, le comunità locali che vivono e operano sui fiumi, dai singoli cittadini alle associazioni del territorio, prime tra tutte quelle ambientaliste. I contratti di fiume, infatti, sono nati come strumenti di partecipazione dal basso, con l’obiettivo principale del coinvolgimento e del protagonismo di tutti gli interessi, con particolare attenzione a quello della tutela ambientale».
Il percorso per la definizione del Contratto di fiume per l’Entella, intrapreso da Legambiente, Italia Nostra, Articolo 9 e il Bandolo, è ormai a buon punto, con la prossima costituzione di una segreteria tecnica e l’avvio degli studi preliminari sul fiume e sulle sue problematiche su cui programmare le azioni future per i 19 comuni interessati. Secondo gli ambientalisti ci sono però «alcune questioni ancora aperte e che vanno affrontate con urgenza, come quelle relative al rischio idrogeologico dell’area del bacino, dell’inquinamento e della necessità di una più incisiva azione di riqualificazione del territorio».
I “Contratti di fiume” stanno trovando in tutt’Italia un crescente interesse, dato che sono uno strumento efficace di programmazione negoziata, che rende possibile supportare la pianificazione e programmazione all’interno dei distretti idrografici, secondo un approccio integrato e che vede la presenza attiva delle realtà territoriali.
Massimo Maugeri, presidente del circolo Cantiere Verde di Legambiente Chiavari sottolinea che «il fiume Entella è la principale risorsa del nostro comprensorio ed è da qua questo bacino fluviale che bisogna partire per immaginare una nuova fase di sviluppo sociale, ambientale ed economico dei nostri territori. Il percorso per arrivare a sottoscrivere entro il 2013 il “Contratto di Fiume” è sicuramente a buon punto e ha visto fino ad ora una buona sinergia tra tutti i soggetti insediati, pubblici e privati, affinché si possa invertire la tendenza al degrado territoriale e ambientale dell’area. Il “Contratto” rappresenta un’occasione da non perdere per il rilancio economico e occupazionale dell’area, che potrebbe essere avviata ad esempio sostenendo le aziende che svolgono attività compatibili con il fiume, promuovendo l’agricoltura e la coltivazione di prodotti tipici e rilanciando la stessa oasi faunistica sull’Entella. È dunque necessario favorire e convogliare su quest’area investimenti mirati, ad esempio cogliendo l’occasione della prossima programmazione per l’utilizzo dei fondi strutturali per il periodo 2014-2020, così da mettere in campo anche interventi di prevenzione del rischio idrogeologico e di manutenzione e cura del territorio».
Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente, conclude: «Legambiente ha contribuito attivamente al percorso di avvio dei contratti sul territorio nazionale e spesso ne ha proposto di nuovi, incoraggiando l’avvio di percorsi di partecipazione per la tutela dei corsi d’acqua e dei laghi italiani. Un impegno che riteniamo fondamentale e che pone le basi sulla nostra visione di partecipazione attiva alle politiche ambientali in Italia, in particolare per quanto riguarda i fiumi e la gestione della risorsa idrica. Si tratta di uno strumento fondamentale per l’integrazione e il coordinamento tra i numerosi Piani e norme sulla gestione e tutela delle acque e per la difesa del suolo. Per tale valenza strategica riteniamo prioritario il loro riconoscimento a livello nazionale, oltre che distrettuale e regionale. Bisogna inoltre prevedere anche misure legislative e finanziarie che ne supportino le fasi di avvio, garantiscano la qualità dei processi e la loro efficacia e infine prevedano sistemi di premialità ad esempio destinando nell’ambito dei Psr o dei Fesr, una parte delle risorse a disposizione per i territori che si dotano di Contratti di Fiume».