Gli animali trafficati illegalmente e fuggiti salveranno le specie in via di estinzione?
Il caso dei cacatua ciuffo giallo di Hong Kong
[5 Gennaio 2017]
Luke Gibson, della School of biological sciences dell’università di Hong Kong, e Ding Li Yong, della Fenner school of environment and society dell’università nazionale dell’Australia, hanno pubblicato su Ecology and the Environment “Saving two birds with one stone: solving the quandary of introduced, threatened species”, uno studio controintuitivo che dimostra quanto è diventato complicate gestire le specie nell’era della globalizzazione e del commercio illegale di massa della fauna selvatica.
I due ricercatori evidenziano che «Il commercio internazionale di fauna selvatica si è diffuso a numerose specie in tutto il pianeta e ha ridotto le popolazioni di molte di queste stesse specie nei loro areali originari. In alcuni casi, il rilascio intenzionale o accidentale di organismi trafficati ha portato alla creazione di popolazioni al di fuori del loro areale nativo, nei centri urbani o nelle wilderness adiacenti e spesso con conseguenze negative per l’ambiente».
Lo studio descrive alcuni esempi del dilemma posto dalla conservazione di specie introdotte, diventate invasive – e dannose per le specie autoctone – nel loro nuovo ambiente ma minacciate di estinzione nel loro areale originario. Secondo Luke Gibson e Ding Li Yong, «La gestione delle popolazioni introdotte – sia per il loro utilizzo come sostituti per aiutare a compensare la domanda di organismi catturati allo stato selvatico o da loro traslocazione nel tentativo di rafforzare le popolazioni in pericolo nei loro areali nativi – rappresenta una soluzione attualmente sottoutilizzata per due urgenti problemi della conservazione. In alternativa, le popolazioni naturalizzati potrebbero servire come surrogati di ricerca per facilitare la comprensione della storia naturale della specie nel suo areale di distribuzione originario. Tali strategie di conservazione creative potrebbero contribuire ad arginare il continuo degrado della biodiversità a livello mondiale».
Insomma, le “popolazioni secondarie” di animali importati illegalmente e poi fuggiti dalla cattività potrebbero essere utilizzate per ridurre o arrestare la pressione predatoria antropica sulle popolazioni autoctone di queste stesse specie.
Gibson spiega a BBC News che si è reso conto del problema quando ha letto la notizia del sequestro di 23 cacatua cresta gialla (Cacatua sulphurea), ognuno dei quali era stato nascosto n dai trafficanti dentro una bottiglia di plastica. La cosa che più ha sorpreso il ricercatore è stata che la i cacatua cresta gialla sono una specie n pericolo critico: «Vedevo la stessa specie volare qui intorno, proprio fuori dal mio ufficio all’università». E’ così che Gibson e Ding Li Yong hanno cominciato a studiare come fosse possibile che una specie in pericolo critico di estinzione si fosse insediata così bene in una delle città più inquinate e caotiche del mondo, Hong Kong, e fosse così in salute e completamene autosufficiente.
I due ricercatori hanno scoperto 49 casi di specie globalmente minacciate che hanno costituito popolazioni vitali lontane dal loro areale.
Per quanto riguarda il cacatua dal ciuffo giallo stabilitosi a Hong Kong «Si tratta di una specie che è minacciata principalmente dal commercio di fauna selvatica – ha detto Gibson alla BBC News – I bracconieri si spingono all’interno della foresta nel loro areale nativo nell’Indonesia orientale e catturare questi uccelli e poi li spediscono, di solito fino a Hong Kong o in Cina, dove c’è una forte domanda di uccelli da compagnia. Questo è quel che ha alimentato il declino di questa specie [nel suo areale]. Ma è davvero interessante, perché quella stessa causa ha avuto anche un altro effetto: alcune delle persone che detenevano individui di questa specie a Hong Kong li hanno accidentalmente o intenzionalmente rilasciati». Alla fine i cacatua cresta gialla rilasciati o fuggiti dalle loro gabbie ad Hong Kong sono stati abbastanza da creare una nuova popolazione autosufficiente che si è stabilita sull’isola autonoma cinese e il governo di Hong Kong ha dichiarato illegale catturarli, anche se si tratta di una specie non autoctona.
«Dato che la città-stato è ricca e relativamente ben istruita, i casi di persone che infrangono la legge sono estremamente rari . spiega ancora Gibson – Diversamente dal suo areale nativo in Indonesia, dove la cattura degli uccelli costituisce una delle principali fonti di reddito. Tuttavia, ci possono essere aspetti negativi per la costituzione di nuove popolazioni di specie in via di estinzione, come ad esempio un pool genetico limitato, contrarre nuove malattie o l’ibridazione con specie strettamente correlate. Ma il fatto rappresenta anche una possibile opportunità molto interessante per i conservazionisti. Questo permetterebbe “la raccolta” di una parte della popolazione secondaria di nuova costituzione. Ciò consentirebbe di rispettare le esigenze del commercio di fauna selvatica, ma anche di alleviare la pressione sulle popolazioni autoctone».