Anche in Italia l’idrogeno tra i carburanti alternativi per lo sviluppo sostenibile
L’Italia dovrà dotarsi di un numero adeguato di stazioni di rifornimento entro il 2025
[18 Gennaio 2017]
Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del 13 gennaio del Decreto legislativo 16 Dicembre 2016, n. 257 che recepisce la Direttiva 2014/94/UE sulla realizzazione di un’infrastruttura per i combustibili alternativi (Dafi) per la realizzazione di infrastrutture dedicate ai combustibili alternativi, tra cui l’idrogeno, approvato dal Consiglio dei ministri nel settembre 2016, l’Italia compie un importante passo verso la mobilità sostenibile e sulla diffusione di una cultura basata sull’uso di combustibili alternativi, anche se, come dimostra la vicenda delle colonnine di ricarica per le auto elettriche, non sempre ai decreti che recepiscono le Direttive europee fanno seguito fatti concreti e implementazioni sul territorio nazionale.
Il Consiglio dei ministri sottolineava che «Il provvedimento disciplina le misure necessarie a garantire la costruzione e l’esercizio di un’infrastruttura per i combustibili alternativi e per l’attuazione delle specifiche tecniche comuni per tale infrastruttura. In attuazione della direttiva, si distinguono i prodotti per i quali è prioritario introdurre misure per la diffusione, con obiettivi obbligatori per elettricità e gas naturale (Gnl e Gnc) e facoltativi per l’idrogeno – per il quale sono previste misure solo in via sperimentale – e Gpl.
Sono previsti inoltre, a tutela dei consumatori specifici obblighi relativi alle informazioni, che devono essere chiare, circa i combustibili che possono essere utilizzati in un veicolo, mediante un’etichettatura standardizzata, oltre a indicazioni nei punti di ricarica e rifornimento».
Infatti, nel testo della Direttiva, l’idrogeno era solo opzionale, «Ma ora – sottolinea Toyota Motor Italia in un comunicato – con l’approvazione del Decreto Legislativo n. 257/2016, l’idrogeno assume un ruolo rilevante per le strategie di sviluppo sostenibile anche in Italia, in quanto: È stato inserito tra i combustibili alternativi nel piano strategico nazionale; L’Italia dovrà dotarsi di un numero adeguato di stazioni di rifornimento entro il 2025; È stata richiesta la revisione delle norme tecniche inserite nel Decreto del Ministero dell’interno n. 213/2006 che limita l’erogazione di idrogeno a 350 bar, consentendola fino a 700 bar, come la tecnologia moderna richiede per garantire autonomia e tempi di rifornimento di un’auto tradizionale».
Attualmente, la normativa vigente – Decreto del ministero dell’Interno n. 213 del 31 agosto 2006 – impedisce la libera circolazione delle auto a idrogeno e prevede anche vincoli tecnologicamente obsoleti, come una pressione di rifornimento dei gas a 350 bar massimi, invece dei 700 necessari per i modelli delle nuove auto di serie a idrogeno, per fare il pieno in tutta sicurezza e nello stesso tempo delle vetture tradizionali, 3 minuti. Toyota ricorda che «Il Governo aveva già nella versione approvata dal Consiglio dei Ministri dello scorso settembre, e anche in risposta a numerose interrogazioni parlamentari, manifestato la necessità di aggiornare questo decreto ministeriale. Oggi, grazie anche all’impegno da parte del Parlamento, questa scadenza è stata fissata per la fine di marzo 2017».
Secondo l’amministrazione delegato di Toyota Motor Italia, il lavoro svolto negli ultimi 2 anni dalla casa automobilistica insieme alle Istituzioni coinvolte, «ha prodotto importanti risultati. E sono proprio le Istituzioni che dobbiamo ringraziare per la disponibilità e l’apertura dimostrata nei nostri confronti. Per aver ascoltato e condiviso la nostra visione del futuro della mobilità, nella quale l’idrogeno gioca un ruolo di primaria importanza. L’adozione di una prospettiva politica chiara e lungimirante, è fondamentale per non perdere l’opportunità di diventare un Paese all’avanguardia nello sviluppo e nell’applicazione di una risorsa altamente innovativa come l’idrogeno. L’entrata in vigore di questo Decreto di attuazione della Direttiva Dafi, costituisce un momento cruciale ed evidenzia la visione strategica dell’Italia che ha dato, in questo modo, indicazioni precise di lungo periodo sulle politiche legate alla mobilità sostenibile».