Oleodotto Dakota Access: Trump concede il permesso finale, senza valutazione ambientale
I Sioux: «Esortiamo le nazioni indigene degli Stati Uniti a stare insieme, ad unirsi e combattere»
[8 Febbraio 2017]
L’amministrazione Trump ha detto una corte federale che prevede di approvare il permesso finale per il gasdotto.
L’amministrazione Trump ha ufficialmente dato ordine di attuare la promessa fatta dal nuovo presidente Usa di approvare definitivamente la controversa Dakota Access Pipeline (Dapl).
Lo ha confermato davanti a una Corte federale un avvocato dell’ Army Corps of Engineers: l’amministrazione di Donald Trump avrebbe già approvato – senza aspettare la valutazione ambientale in corso – la servitù finale che permette all’oleodotto di passare sotto il Lago Oahe, la principale fonte di acqua potabile per la vicina Riserva Sioux di Standing Rock.
Intanto non mollano i Sioux che sostengono che l’oleodotto violerebbe le loro terre sacre e i water defenders e gli ambientalisti che si battono per salvaguardare da possibili incidenti petroliferi importanti riserve di acqua potabile. L’amministrazione Obama aveva inizialmente negato la servityù finale e aveva ordinato all’ Army Corps of Engineers di redigere un’ Environmental impact statement (Eis) completo riguardande il troncone di oleodotto che passa accanto alla Riserva Siuox.
Ora l’Army Corps dice di non avere intenzione di rispettare le indicazioni dell’ex presidente, e che, invece, seguirà l’ordinanza di Trump, rilasciata durante la prima settimana della sua presidenza, che ha ordinato all’Army Corps di andare avanti in maniera accelerata con la costruzione del Dapl con la costruzione di un “accelerato” maniera. Questo fa saltare l’iter tradizionale dell’Army Corps che prevede che passino almeno due settimane dal momento in cui l’Amy Corps informa i parlamentari del Congresso della sua intenzione di concedere una servitù e quando la servitù viene effettivamente concessa, in questo caso, il l’Amy Corps ha aspettato solo 24 ore.
L’ex candidato socialista alle primarie del Partito Democratico, Bernie Sanders, ha detto che «E’ inaccettabile che il presidente Trump e l’Amy Corps abbiano scelto di ignorare la legge per consentire di completare la costruzione della Dakota Access Pipeline. Non può continuare così. Questo oleodotto non ha ottenuto una valutazione ambientale completa e sarà costruito senza la legittima consultazione della tribù dei nativi americani, la cui acqua è in pericolo. Ancora una volta il governo federale sta mettendo i profitti dell’industria petrolifera davanti ai diritti della comunità dei nativi americani, all’acqua pulita e alla lotta contro i cambiamenti climatici. Dobbiamo fermare questo oleodotto, mantenere il nostro impegno con i nativi americani e proteggere il nostro pianeta per le generazioni future».
In attesa della decisione, i Sioux di Standing Rock Sioux s erano impegnati a combattere ogni tentativo dell’Army Corps di far saltare l’Eis in tribunale, definendo una tale decisione «un cambiamento del tutto inspiegabile e arbitrario basato sulle opinioni personali del Presidente e, potenzialmente, sui suoi investimenti personal». Trump sarebbe in possesso di circa 50.000 dollari di azioni dell’Energy Transfer Partners, la compagnia del Dapl, il suo portavoce dice che le avrebbe cedute, ma senza presentare nessuna prova che lo abbia fatto davvero.
In un comunicato, Dave Archambault II, capo della Standing Rock Sioux Triba sottolinea che «Ora, l’ acqua potabile di milioni di americani è a rischio. Siamo una Nazione sovrana e ci batteremo per proteggere la nostra acqua e i luoghi sacri dagli interessi privati senza scrupoli che stanno tentando di far attraversare l’oleodotto a vantaggio di pochi ricchi americani con legami finanziari con l’amministrazione Trump. Gli americani si sono uniti a sostegno della tribù chiedendo un equo, equilibrato e legittimo processo per la pipeline. La dichiarazione d’impatto ambientale è stata chiusa ingiustamente. L’oleodotto è stato gestito ingiustamente e reindirizzato attraverso le nostre terre. L’amministrazione Trump ancora una volta – è pronta a costituire un precedente che sfida la legge e la volontà degli americani e dei nostri alleati in tutto il mondo».
Gli avvocati della tribù sottolineano che in questo momento la servitù non può essere concessa legalmente: «L’ Amministrazione Obama ha correttamente accertato che i diritti previsti dal trattato con la tribù devono essere necessariamente riconosciuti e tutelati e che la servitù non dovrebbe essere concessa senza un ulteriore esame e senza prendere in considerazione l’attraversamento di luoghi alternativi». Il principale avvocato dei Sioux, Jan Hasselmann, aggiunge. «Il ribaltamento di questa decisione da parte di Trump continua il modello storico di promesse infrante alle tribù indiane e l’illegittima violazione dei diritti del trattato. Saranno ritenuti responsabili in tribunale».
Il comunicato dei Sioux dice quali saranno i prossimi passi per la tribù e i suoi alleati: «La tribù sfiderà qualsiasi decisione sulla servitù sulla base del fatto che l’Eis è stato erroneamente chiusa. La tribù richiederà un’equa, accurata e legittima dichiarazione d’impatto ambientale per identificare i veri rischi per i suoi diritti del trattato, compresi il rifornimento d’acqua e i luoghi sacri. La tribù ha chiesto alla corte di comunicare il rischio delle fuoriuscite di petrolio e i dati sulla valutazione del rischio, per la piena trasparenza e controllo da parte dell’opinione pubblica. Se avranno successo la costruzione e la gestione dell’oleodotto Dapl, la tribù cercherà di impedire le operazioni per realizzare la condotta sul terreno».
Il 10 marzo è prevista la macia delle Native Nations su Washington è la tribù sioux di Standing Rock e tutte le tribù indiane statunitensi invitano i loro alleati negli Usa e nl mondo a partecipare. Archambault ha detto: «Chiediamo ai nostri alleati di unirsi a noi nel chiedere che il Congresso esiga un giusto e accurato processo. La nostra battaglia non è più nel solo sito del Nord Dakota sito stesso. La nostra lotta è contro il Congresso e l’amministrazione di Trump. Ci vediamo a Washington il 10 marzo. Sappiamo che il movimento di Standing Rock movimento ha ispirato persone di tutto il mondo a costruire un nuovo mondo in patria e all’estero. Come popoli nativi, siamo stati nuovamente respinti, ma torneremo, supereremo l’avidità e corruzione che hanno ferito i nostri popoli fin dal primo contatto. Esortiamo le nazioni indigene degli Stati Uniti a stare insieme, ad unirsi e combattere. Con questa amministrazione, tutti i nostri diritti, tutto ciò che ci rende quello che siamo sono a rischio. Vi prego di rispettare la nostra gente e non venire a Standing Rock, se volete esercitare i vostri diritti previsti dal primo emendamento, portate questa lotta alle vostre rispettive capitali di Stato, tra i vostri membri del Congresso e a Washington DC».
Intanto, nonostante il gelo, poche centinaia di attivisti presidiano ancora al campo di protesta e, mentre gli amministratori della Standing Rock Sioux Tribe dicono che tanno lavorando con le forze dell’ordine per stabilizzare la situazione al campo di protesta, hanno detto che non vogliono aver nulla a ce fare con l’ala dei manifestanti che ha compiuto atti violeti.
In risposta alla decisione dell’Army Corps, le associazioni ambientaliste si sono impegnate a raddoppiare gli sforzi per sostenere la lotta contro l’oleodotto: «Trump pensa di ottenere ciò che vuole – ha detto Mary Boeve, direttrice esecutiva di 350.org – ma le persone che sono già state incoraggiate dalla lotta mondiale contro l’oleodotto Dakota Access non si tireranno tranquillamente indietro. Leader indigeni dirigenti, proprietari terrieri e attivisti del clima sono pronti a sfidare questa decisione nei tribunali e nelle strade: come ha sempre fatto, l’industria dei combustibili passa sopra i diritti umani per i propri profitti».
Il direttore esecutivo di Sierra Club, Michael Brune, conclude: «Mettendo i profitti delle corporations inquinatrici al di sopra il benessere, del futuro, e dell’accesso della gente all’acqua potabile pulita, Donald Trump sta ancora una volta dimostrando quali siano le sue priorità. Il presidente degli Stati Uniti dovrebbe servire la gente – non le Big Oil – e il movimento che ha catturato l’attenzione della Nazione continuerà a mobilitarsi contro agenda anti-democratica di Trump. Il tentativo pericoloso e giuridicamente discutibile di Donald Trump di ignorare l’analisi ambientale dovrà fare i conti con la forte resistenza da un’ampia coalizione di 300 tribù e di milioni di americani, in tribunale e per le strade».