Divieto coltivazione mais Ogm in Italia, a che punto è il processo Ue
[10 Febbraio 2017]
La coltivazione di mais transgenico della Monsanto (MON810) può essere vietata in Italia? È a questo quesito che dovrà rispondere prossimamente la Corte di Giustizia europea: è iniziata ieri la seconda fase (fase orale) del processo Ue originato dalla spinta del Tribunale di Udine.
Nel corso di un procedimento penale nei confronti di coloro che hanno piantato mais transgenico di tipologia MON810, coltivazione vietato nel bel paese, il Tribunale di Udine ha sollevato la questione se il divieto italiano sia compatibile con il diritto dell’Unione.
Secondo il diritto Ue a livello europeo l’autorizzazione degli organismi geneticamente modificati (Ogm) è concessa caso per caso, previa presentazione di una domanda. Agli Stati membri, invece, spetta di procedere alla valutazione iniziale dei rischi connessi alla coltivazione degli Ogm.
Nello caso di specie, nel 1998 la Commissione ha autorizzato l’immissione in commercio del mais geneticamente modificato prodotto dalla Monsanto Company, MON810, particolarmente resistente agli insetti. Diversi Paesi, però, hanno notificato all’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) clausole di salvaguardia. Ma nel 2009 la Commissione ritenendo il MON810 sicuro per la salute e per l’ambiente le ha dichiarate scientificamente infondate.
Successivamente, nell’aprile 2013, l’Italia ha chiesto alla Commissione di adottare una misura d’urgenza e di vietare, quantomeno provvisoriamente, la coltivazione e l’immissione in commercio del MON810. Il tutto sulla base di recenti studi scientifici che evidenziavano la necessità di adottare certe precauzioni nella coltivazione del mais transgenico. Ma la Commissione ha ritenuto insussistente l’urgenza di provvedere e ha chiesto un nuovo parere scientifico all’Efsa, che ha confermato l’assenza di pericolosità del prodotto. Quindi la Commissione non ha adottato alcun provvedimento volto a vietare la coltivazione del MON810 o a prescriverne particolari modalità di coltivazione.
Nonostante questo, l’Italia con decreto del 12 luglio 2013 ha vietato per diciotto mesi, la coltivazione di MON810 sul suo territorio stabilendo sanzioni penali per chi violasse il divieto. Un divieto fondato su un parere della Efsa del 2011, rilasciato su un altro tipo di mais transgenico (Bt11 ). Secondo tale parere la coltura di questo mais presenta impatti in relazione all’acquisizione di resistenze da parte di parassiti e sulla mortalità delle popolazioni di lepidotteri sensibili. Il mais MON810 produce la stessa tossina Cry1Ab il che può presentare un grave rischio per l’agrobiodiversità in mancanza di misure di gestione che siano in grado di limitare questo rischio. Adesso non resta altro che aspettare il verdetto della Corte Ue.