Nei Paesi più poveri del mondo aumentano di più le giornate e le notti calde
Cambiamento climatico, l’aumento delle temperature colpisce più duramente i Paesi poveri
I Paesi ricchi, che hanno contribuito di più ai cambiamenti climatici hanno la responsabilità morale di aiutare le nazioni più povere
[7 Marzo 2017]
Da oltre 20 anni, i Paesi più poveri del mondo stanno già pagando un costo ingiusto rispetto alle nazioni più ricche a causa del riscaldamento globale di origine antropica. E’ quanto emerge dal nuovo studio “Greater increases in temperature extremes in low versus high income countries” su Environmental Research Letters pubblicato da Nicholas Herold,, Lisa Alexander, Donna Green e Markus Donat.
I quattro ricercatori australiani del Climate change research cCentre e dell’ARC Centre of excellence for climate system science dell’università del New South Wales, dimostrano che «I Paesi più poveri hanno già sperimentato aumenti sostanzialmente maggiori della giornate calde e delle notti calde a causa del cambiamento climatico causato dall’uomo, rispetto ai Paesi ricchi e hanno di conseguenza sostenuto molti più impatti».
Herold, il principale autore dello studio, si piega: «Sappiamo che i giorni caldi all’estremità dello spettro possono avere impatti sulla salute ed economici significativi, in particolare per quei Paesi che possono permettersi almeno di adattarsi. Quello che abbiamo dimostrato è che, per più di 20 anni, questi giorni caldi sono aumentati ad un tasso notevolmente più elevato nei Paesi più poveri rispetto ai Paesi più ricchi. Nel frattempo, i paesi ricchi “free-riding” che hanno sperimentato un minor numero di effetti e sono più responsabili del riscaldamento globale hanno cavillato sul denaro necessario per aiutare i loro vicini che stanno già pagando di più».
La netta differenza degli impatti del cambiamento climatico è venuta fuori quando i ricercatori australiani hanno esaminato l’aumento del numero di giorni più caldi, che nei Paesi più poveri supera del 10% quello dei Paesi più ricchi. Per prima cosa lo studio ha valutato il numero medio di giorni estremamente caldi nel periodo 1961-1990 e li ha utilizzati come riferimento. Poi hanno fatto la stessa cosa con le temperature notturne e dicono che «Per il periodo 1961-1990, i Paesi ricchi e Poveri hanno sperimentato circa lo stesso numero di giorni e notti estremamente, circa il 10% (37 giorni) ogni anno. Ma entro il 2010, le nazioni ricche hanno visto un aumento delle giornate estremamente calde dal 10% al 16% (37-58 giorni all’anno), mentre le nazioni più povere hanno visto il numero aumentare del 22% (37-95 giorni all’anno). Se questa tendenza non accenna a diminuire, allora questi Paesi poveri potranno vedere verificarsi il 30% di giorni caldi (130 giorni) di ogni anno entro i prossimi due decenni».
Questo risultato è in gran parte dovuto al fatto che i Paesi più poveri si trovano principalmente nelle regioni equatoriali, mentre i Paesi più ricchi di solito sono nelle zone temperate e che come fanno notare i ricercatori, «Quando le temperature elevate delle regioni tropicali si uniscono a una bassa variabilità e ad un’alta umidità, anche piccoli aumenti di temperatura hanno grandi impatti».
Herold conclude: «Il corpo umano può acclimatarsi solo fino a che le temperature non superano i limiti fisiologici del nostro corpo. Senza le normali infrastrutture – che la maggior parte dei Paesi poveri possono a malapena permettersi – le persone vulnerabili che vivono nelle zone tropicali diventano molto sensibili agli impatti del cambiamento climatico. I leader dei Paesi ricchi, che hanno contribuito di più ai cambiamenti climatici causati dall’uomo, devono riconoscere che ora hanno la responsabilità morale di aiutare le nazioni più povere perché le loro azioni mettono queste nazioni in pericolo».