Investire sui giovani delle aree rurali per arginare la crisi migratoria globale
Nuovo presidente Ifad: investire nelle comunità più vulnerabili o aumenteranno instabilità politica e conflitti
[4 Aprile 2017]
Secondo Gilbert F. Houngbo, che ha iniziato oggi il suo mandato come sesto presidente dell’International fund for agricultural development (Ifad – Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo), «Garantire che i giovani delle aree rurali abbiano accesso a servizi finanziari e redditi adeguati è essenziale per arginare le migrazioni verso l’Europa e altre regioni del mondo»
Houngbo, ex primo ministro del Togo e che vanta una notevole esperienza in questioni politiche, sviluppo internazionale e gestione finanziaria, ha assunto la guida dell’Ifad, un’agenzia specializzata dell’Onu che ha il mandato di eliminare la povertà rurale e la fame nei Paesi in via di sviluppo, in un momento cruciale e dice che «Priorità mutevoli da parte dei governi e numerose emergenze a livello globale, come i 20 milioni di persone che attualmente rischiano di morire di fame nel Corno d’Africa, minacciano di distogliere finanziamenti dallo sviluppo a lungo termine. Il rischio è che, senza investimenti adeguati a favore delle comunità più vulnerabili della terra, aumenteranno instabilità politica e conflitti e per le persone sarà più difficile riprendersi dalle crisi, cosa che le spingerà ancora di più ad abbandonare le aree rurali. Non voglio si pensi che risiedere nelle aree rurali significhi essere destinati a una vita di stenti e che le persone vivano lì solo per mancanza di alternative. Dobbiamo lavorare per appianare le difficoltà, in modo che i giovani siano felici di vivere nelle campagne e non cerchino di trasferirsi in città o di emigrare fuori dal proprio paese».
Houngbo è nato e cresciuto in una piccola fattoria nelle campagne del Togo e racconta che «l’impegno dei miei genitori a valorizzare il loro raccolto e metterlo in vendita, anche nei periodi più difficili, mi ha permesso di ricevere un’istruzione e uscire dalla povertà. Ho iniziato a comprendere l’aspetto economico della produzione di generi alimentari da quando ero alle elementari. La sicurezza alimentare e una buona alimentazione sono essenziali, ma dobbiamo e dice che andare oltre e puntare davvero a combattere la povertà, guardando all’agricoltura come a un’attività capace di generare un reddito adeguato».
Tutte esperienze personali che hanno reso Houngbo estremamente consapevole delle sfide che le famiglie delle aree rurali si trovano ad affrontare e di come la mancanza di infrastrutture e opportunità possa spingere i giovani ad abbandonare la propria casa in cerca di una vita migliore. «E’ assolutamente inaccettabile – sottolinea il nuovo presidente Ifad – che, quando avevo 8 anni, dovessi camminare 4 chilometri ogni mattina per andare a prendere l’acqua per la casa e che pochi anni dopo dovessi fare 20 chilometri a piedi per frequentare il liceo. Ed è inaccettabile che oggi, 40 o 50 anni dopo, i bambini si ritrovino nella stessa situazione di allora. Il mio obiettivo principale è che l’Ifad continui ad avere risorse da investire nelle aree rurali, in modo da trasformarle in luoghi di prosperità e speranza, in cui le persone possano costruirsi una vita decente senza essere costrette ad emigrare».
Houngbo conclude: «Il mio scopo è fare sì che, alla fine del mio mandato, l’impatto dell’Ifad sulla riduzione della povertà attraverso l’agricoltura e l’alimentazione risulti aumentato notevolmente. Il fatto che l’Ifad sia un’istituzione piccola e agile è un punto di forza. Dobbiamo assicurarci di sfruttare al massimo questa forza, per riuscire davvero a ottenere risultati concreti sul campo. Dobbiamo dimostrare ai nostri principali finanziatori che possiamo fare di più – non a parole, ma con i fatti».