Nasce il Forum QualeMobilità. Gli italiani sono “intermodali” e sognano l’elettrico
Legambiente e Lorien: progetti per una mobilità a zero emissioni e socialmente sostenibile
[30 Maggio 2017]
Si è costituito a Milano, il Forum QualeMobilità di Legambiente e Lorien, «con lo scopo di seguire ed orientare insieme la vera e propria rivoluzione della mobilità e dei trasporti in atto in Italia e nel mondo. Insieme perché non vogliamo farlo da soli ma, come dimostra il panel di partecipanti all’incontro, con le istituzioni, con l’industria, le imprese di servizio, le associazioni e i cittadini. Un Forum con lo scopo di promuovere e orientare il cambiamento verso una mobilità a zero emissioni, accessibile a tutti, a costi sociali ed economici decrescenti: possibile con servizi e mezzi sempre più elettrici, connessi, condivisi e ad autonomia crescente».
Al Forum QualeMobilità, hanno già aderito, come partner principali, Bmw, Enel e Toyota, mentre i partner sono Ambiente Italia, BikeMi, Duferco Energia, Free2Move, Jojob, Polinomia, Route220, Share’NGo, Up2go, Urbi e aderiscono Adiconsum, Ancma-Confindustria, Cives, Coordinamento Free, Economics Web Institute, Europarking, Kyoto Club, Movimento Difesa del Cittadino, Politecnico di Milano, Siteb, Symbola.
Durante il primo forum sulla mobilità alternativa, Lorien ha presentato una nuova rilevazione semestrale del suo Osservatorio Mobilità che monitora i comportamenti e gli orientamenti degli italiani sul teme secondo il «Nelle scelte di mobilità degli Italiani, prevale ovviamente la scelta di mezzi privati (per il 90% l’auto personale, il 40% infatti la usa tutti i giorni). Ma la mobilità è elevata e multiforme e prevale la multi-modalità. In media gli italiani utilizzano circa 3 differenti mezzi e il dominio incontrastato dell’auto privata si mitiga con l’uso parallelo di mezzi pubblici (il 66% di chi usa l’auto usa anche i mezzi pubblici e l’11% sistemi di sharing mobility)».
La presidente di Legambiente, Rossella Muroni, è convinta che «Il cambiamento è già iniziato e gli italiani si mostrano un po’ più avanti della politica nazionale: l’automobile, il diesel inquinante, non è intoccabile e insostituibile. Per gli italiani è soprattutto uno strumento, scelto anche per mancanza di alternative, perché vantaggioso e incentivato».
Andrea Poggio, responsabile mobilità sostenibile del Cigno Verde, ricorda che «Da quando nel 2001 abbiamo dato vita con un Circolo Legambiente al primo servizio di car sharing d’Italia, Milano ha oggi 100 mila abitanti in più e 60 mila automobili in meno. “E molte più biciclette e tanti nuovi mezzi elettrici, dal monoruota alle bici elettriche a auto elettriche. Anche in condivisione, come dimostrano le e-bike di BikeMi, i quadricicli elettrici di Sahre’NGo e le auto Drive Now. Anche trasporto pubblico, come la nuova metropolitana a guida automatica».
Lorie e Legambiente evidenziano che «In uno scenario complesso in cui molteplici soggetti concorrono a definire i modi di spostarsi del futuro, i soggetti più influenti per lo sviluppo di una mobilità sostenibile sono ancora gli individui: il 71% della popolazione italiana considera l’operato di cittadini e associazioni come primario per il cambiamento. In questo quadro, in cui emerge la centralità dell’impegno individuale, è di primaria importanza comprendere abitudini, opinioni e comportamenti degli italiani».
Lorien diviso le abitudini di mobilità degli italiani in 4 gruppi e spiega che «. I più numerosi, i multi-mobili, si spostano molto scegliendo tanti mezzi diversi e rappresentano il 32% della popolazione, accanto ad essi i moderati (31%), con una scelta più limitata di mezzi e una media intensità di spostamento; in queste due categorie prevale accanto all’uso dell’auto quello del mezzo pubblico (e solo per i multi-mobili anche il noleggio, taxi, car-pooling e car-sharing). Seguono i mono-mobili (17%) che pur muovendosi molto utilizzano un solo mezzo (per il 95% l’automobile) e gli stanziali (21%)».
Dal sondaggi emerge che «Le auto elettriche sono considerate le più sostenibili, ma con problemi legati al rifornimento e ancora un gap (percepito) in termini di prestazioni. Il 56% degli italiani si dichiara disponibile a spendere di più per un’auto elettrica a parità di prestazioni (tra i multi-mobili la quota raggiunge il 71%) e in media sono disposti a spendere circa il 13% in più. Tra gli incentivi all’acquisto di un’auto elettrica predominano quelli di natura economica (55%, soprattutto sgravi fiscali) e in maniera maggiore la logistica della ricarica (35%) piuttosto che ulteriori miglioramenti di prestazioni (20%)».
Per quanto riguarda il car sharing, è ancora poco diffuso a livello nazionale, dato che è presente quasi esclusivamente solo in alcune città maggiori, ma circa la metà degli utilizzatori, che rappresentano circa il 5% della popolazione, ne fa un uso abbastanza intenso, il 55% almeno una volta a settimana, e il 57% come alternativa all’auto provata. «Tra le motivazioni di utilizzo del car sharing – aggiunge Lorien – prevale il fattore ecologico (35%) affiancato a temi economici (33%) e alla possibilità di rinuncia all’auto privata (25%)».
Legambiente evidenzia che «L’occasione del primo incontro del Forum è servita per fare il punto sulle carenti politiche nazionali per la mobilità sostenibile ed elettrica: siamo l’unico importante paese europeo a non avere una politica incentivante per i veicoli ibridi ed elettrici (auto e bici), il decreto “biometano” attende la firma del governo e ancora non abbiamo stabilito gli obiettivi di uscita dai carburanti fossili». Oggi i ministeri trasporti, ambiente e sviluppo economico presentano la RoadMap 2030 Mobilità Sostenibile, «ma ancora si cerca di salvare i diesel Euro6, le auto a metano e gpl», dicono gli ambientalisti.
Secondo il Forum «E’ necessario normare la micromobilità elettrica, quella dei monoruota, dei monoruota, segway, monopattini, stake e hoverboard, bloccare la vendita di quelli non sicuri e prevedere la libera circolazione degli altri. E’ necessario rimettere mano al codice della strada per rendere più sicura la vita dei pedoni e dei ciclisti, come a gran voce chiedono associazioni come la Fiab».