Al via la “’Grande Battaglia” per Raqqa. Lanciato l’assalto alla capitale dello Stato Islamico/Daesh
A Raqqa asserragliati 3 – 4.000 miliziani neri. Gli Usa armano i kurdi, la Turchia li bombarda
[7 Giugno 2017]
Il comando generale delle Syrian Democratic Forces (Sdf), la coalizione dei kurdi del rojava e delle forze arabe progressiste siriane, ha annunciato il lancio della “Grande Battaglia” per la liberazione di Raqqa dall’ Stato Islamico/Daesh.
Secondo l’agenzia ANF, «La storica dichiarazione storica è stata letta dal portavoce delle Syrian Democratic Forces (Sdf) Talal Silo nella città di Hezîma a nord di Raqqa. Erano presenti anche rappresentanti dei comandi Sdf, i rappresentanti del Consiglio Civile di Raqqa e la Co-Presidente Leyla Mustefa e le tribù locali».
Silo ha detto: «Dopo una lunga lotta, le nostre forze e le forze che svolgono una lotta comune contro i terroristi hanno lasciato un segno nella loro storia di leggendario eroismo. Dalla resistenza storica di Kobanê alla liberazione di Girê Spî, Hawl e Shaddadi, dei villaggi di Deir ez -Zor e Raqqa e delle dighe di queste regioni, sono stati fatti molti storici passi avanti per la liberazione delle persone in queste regioni dai terroristi e per l’adempimento dei loro bisogni vitali nell’ambito delle risorse esistenti. Oggi, in nome della sala operativa del Comando Wrath of Euphrates, annunciamo che abbiamo lanciato la “Grande Battaglia” per la liberazione della città di Raqqa, che le gang [come i kurdi chiamano i miliziani del Daesh, ndr] hanno reso la capitale del terrore e del terrorismo. La grande battaglia inizierà con la partecipazione delle YPG/YPJ [le forze di autodifesa maschili e femminiili kurde del Rojava] dell’Esercito di rivoluzionari (Jaysh al-Thuwar), di Jabhat al-Akrad, delle brigate democratiche al-Shamal, delle Forze tribali, Maghawir Humus Brigate, Siqur al-Raqqa, Liwa al- Tahrir, Brigata Seljuk Turkmen, Forze Sanadid, Syriac Military Council, Manbij Military Council, Deir ez-Zor Military Council, Self-Defense Forces, Nuxbe Forces. Questa battaglia si svolge con l’aiuto del Consiglio civile di Raqqa, del Consiglio siriano democratico (MSD), gli opinion leader tribali della regione e anche con l’aiuto del nostro popolo nella regione. Annunciamo la buona notizia dell’inizio della grande battaglia che mira a liberare la città di Raqqa, e dichiariamo che le nostre forze sono pronte per la lotta, con il morale alto e grande preparazione. Affermiamo che il piano di battaglia che è stata discusso con i nostri partner sul campo, la Coalizione internazionale, è pronto per essere attuato. Come si è visto negli attacchi contro Karachok, molte forze hanno compiuto sforzi intensi per ostacolare questa storica campagna, ma questo attacco e gli sforzi sono stati inutili è andato tutto sprecato. Contrariamente a ciò che mirano questi sforzi e attacchi contrapposti, abbiamo rafforzato la nostra volontà, accrescendo ulteriormente il nostro odio contro il terrorismo e aumentando la nostra lotta contro di esso. In questo senso, ogni martire di Karachok è diventato una torcia che illumina la nostra strada. Resteremo fedeli alla memoria dei martiri Karachok, concluderemo questa grande battaglia con successo e mostreremo questa storica vittoria alle anime dei nostri martiri». Il portavoce delle Sdf si riferisce ai recenti attacchi e bombardamenti dell’esercito turco e dei suoi alleati jihadisti siriani contro le milizie kurde YPG/YPj.
Mentre lanciano l’offensiva finale contro la capitale dello Stato Islamico Daesh, kurdi e sinistra siriana chiedono alla popolazione di allontanarsi dalla città e dalle aree di conflitto: «Chiediamo al nostro popolo di raccogliersi intorno le nostre forze e di aiutarle, in modo che possano adempiere ai loro doveri. Stiamo anche sollecitando i giovani di Raqqa a continuare la loro partecipazione alle nostre forze per liberare le terre in cui vivono. In questo giorno storico, rispettiamo i nostri martiri che hanno sacrificato la loro vita per noi, per arrivare al punto in cui siamo ora, e auguriamo ai nostri eroi un rapido processo di guarigione. Ancora una volta, a nome dell’ Operations Room Wrath of Euphrates, salutiamo i combattenti e comandanti di tutte le forze e gruppi coinvolti nella Grande Battaglia. Esprimiamo anche il nostro ringraziamento alle forze della coalizione internazionale. Inoltre salutiamo la nostra gente di tutte le sette e le religioni che resiste ai terroristi e i lavoratori della stampa che condividono con il pubblico gli sviluppi nella zona di guerra e sono insieme alle nostre forze per le riprese dal vivo».
L’assalto finale a Raqqa dovrebbe accelerare la sconfitta dell’auto-dichiarato “califfato” dello Stato Islamico che è già sotto assedio a Mosul, in Iraq. I miliziani neri potrebbero essere costretti a ritirarsi da gran parte della Siria, dove Deir al-Zor è rimasta l’ultima grande città nelle loro mani
Raqqa sorge lungo il fiume Eufrate a circa 90 km dal confine turco e la sua caduta taglierebbe ogni rifornimento al Daesh e interromperebbe i traffici petroliferi dello Stato Islamico.
Ieri le milizie kurde erano a meno di 3 km dalla città e gli Stati Uniti, con grande disappunto della Turchia, già giorni prima avevano iniziato a distribuire armi ella YPG/YPG per accelerare la caduta di Raqqa.
La Turchia vede le YPG come l’estensione in Siria del Parto dei lavoratori del Kurdistan (PKK) che è considerato un gruppo terroristico anche dagli Usa e dall’Ue.
La coalizione guidata dagli Usa pensa che a Raqqa siano asserragliati da 3.000 a 4.000 combattenti del Daesh. «La battaglia non sarà facile – dicono i kurdi – Naturalmente (lo Stato Islamico) ha gallerie, mine, autobombe, kamikaze, e allo stesso tempo sta usando i civili come scudi umani».