Avevano ragione i Sioux di Standing Rock: l’approvazione dell’oleodotto Dakota Acces è illegale
I Sioux: vittoria significativa nella lotta per proteggere l'acqua e le terre ancestrali
[16 Giugno 2017]
Il giudice James Boasberg dell’US District Court di Washington DC ha stabilito che i permessi federali per consentire alla Energy Transfer Partners di costruire l’oleodotto Dakota Access Pipeline (Dapl) attraverso il fiume Missouri, a poca distanza dalla riserva Standing Rock Sioux Tribe, non soddisfa i requisiti del National environmental policy act (Nepa) e che quindi Donald Trump e lo Stato del South Dakota hanno violato la legge.
Secondo il giudice l’ Army Corps of Engineers , «Non ha considerato adeguatamente gli impatti di una fuoriuscita di petrolio sui diritti di pesca, i diritti di caccia o la giustizia ambientale, per quelli per i quali gli effetti della pipline sono suscettibili di essere molto controversi».
Su altri aspetti invece la Corte si è pronunciata contro la tribù Sioux, asserendo che l’oleodotto rispetta in parte la legge. Si tratta di un progetto da 3.8 miliardi di dollari – nel quale, almeno inizialmente, Trump aveva investito – un oleodotto lungo 1.168 miglia che attraversa North Dakota, South Dakota, Iowa, Illinois e comunità, aziende agricole, terre tribale, aree naturali sensibili e habitat della fauna selvatica. Il Dapl dovrebbe trasportare fino a 570.000 barili al giorno di greggio estratto con la controversa tecnica del fracking nei campi petroliferi Bakken in North Dakota fino all’Illinois, dove si collegherà con un altro oleodotto che trasporterà il petrolio ai terminal e alle raffinerie del Golfo del Messico.
Prima della fine del suo mandato, l’ex presidente Usa Barack Obama aveva ordinato uno stop alla costruzione dell’oleodotto per effettuare quell’analisi ambientale approfondita che chiedevano a gran voce i Siuox, i loro alleati delle altre tribù indiane e gli ambientalisti. Nonostante le proteste in tutto il Paese e gli scontri a Standing Rock tra manifestanti, polizia e milizie private, pochi giorni dopo il suo insediamento, Donald Trump aveva annullato la decisione di Obama e solo la scorsa settimnana aveva rivendicato la sua decisione “coraggiosa” di andare Avanti con la Dakota Access Pipeline: «Ho chiuso gli occhi è ho detto: “Fallo”».
Ma il giudice Boasberg la pensa diversamente e non è escluso che i lavori del Dapl siano fermati. C’è già un precedente: nel caso Montana Wilderness Associazione v. Fry , una corte federale nel Montana chiuso un oleodotto funzionante per violazioni del Nepa. Il giudice allora aveva dichiarato, «Anche se l’oleodotto era già stato costruito nel 1999 ed è attualmente in uso, può essere rimosso o chiuso» Un altro caso, Davilla v. Enable Midstream Partners è stato tenuto conto delle preoccupazioni tribali, anche se la sentenza no si basa sulla violazione del Nepa, il giudice in quell’occasione ha ordinato il blocco permanente e la rimozione di un gasdotto in Oklahoma per motivi tribali, dopo che non aveva ottenuto il consenso degli indiani.
Il giudice dell’ US District Court di Washington DC ha detto di attendere una conferenza supplementare prima di decidere se chiudere la Dakota Access Pipelina, ma è sicuramente una dura sconfitta lega per Trump e i suoi amici petrolieri e i Sioux e gli ambientalisti esultano.
Grande la soddisfazione dei Siuox che in un comunicato affermano: «La Standing Rock Sioux Tribe ha avuto una vittoria significativa nella sua lotta per proteggere l’acqua potabile e terre ancestrali della Tribù dalla Dakota Access Pipeline. Un giudice federale ha stabilito che i permessi federali che autorizzano la pipeline ad attraversare il fiume Missouri appena a monte della riserva di Standing Rock, che sono stati frettolosamente rilasciato dall’amministrazione Trump pochi giorni dopo l’inaugurazione, hanno violato la legge per alcuni aspetti essenziali».
Il presidente della Standing Rock Sioux Tribe, Dave Archambault II, ha sottolineato che «Questa è una grande vittoria per la Tribù e dobbiamo elogiare i tribunali per aver fatto rispettare la legge e per aver fatto la cosa giusta. La precedente amministrazione h aveva faticosamente considerato l’impatto di questo oleodotto e il presidente Trump ha frettolosamente ha respinto queste attente considerazioni ambientali a favore degli interessi politici e personali. Plaudiamo al giudice che ha tutelato le nostre leggi e regolamenti da influenze politiche indebite e chiederemo alla Corte di chiudere immediatamente i lavori per l’oleodoto».
I Siox ricordano che «Lotta stimolante e coraggiosa della tribù ha attirato l’attenzione internazionale e ottenuto il sostegno di centinaia di tribù in tutta la nazione».
Nel procedimento giudiziario la tribù Sioux è rappresentata dallo studio legale ambientale no-profit Earthjustice, che ha intentato una causa contro l’US Army Corps of Engineers per il rilascio di un permesso per la costruzione dell’oleodotto in violazione di numerose leggi ambientali. Anche per l’avvocato di Earthjustice Jan Hasselman, «Questa decisione segna una svolta importante. Fino ad ora, i diritti della Standing Rock Sioux Tribe sono stati disattesi dai costruttori della Dakota Access Pipeline e dall’Amministrazione Trump, provocando una giusta protesta globale. I tribunali federali hanno fatto un passo avanti verso quello che i nostri sistemi politici non sono riusciti a proteggere: i diritti delle comunità native».
La direttrice di Greenpeace USA esecutivo Annie Leonard, ha dichiarato: «Questo è un enorme progresso per la Standing Rock Sioux Tribe e per tutte le persone a valle della Dakota Access Pipeline. I Water Protectors hanno ispirato il mondo con il loro coraggio e la loro testarda posizione pacifica contro un disastroso pezzo dell’infrastruttura. La vittoria dell’anno scorso, che si basava su un giusto ragionamento giuridico e ambientale, sembrava averla annullata. Invece, Donald Trump ha ignorato la legge e ha imposto la volontà dell’industria del petrolio e del gas sui diritti di una nazione sovrana e all’acqua e alla salute di milioni di persone I giudici hanno respinto ancora una volta lo sbilanciamento della sua amministrazione.
I Water Protectors ci ha ricordato il potere che hanno le persone disposte a resistere con la nonviolenza, senza compromessi. Tuttavia il petrolio continua a fluire attraverso la pipeline. La resistenza conto la Dakota Access Pipeline, l’Energy Transfer Partners, e la morsa dell’industria sulla democrazia va avanti. Il mondo attende la prossima mossa del tribunale».
Secondo la direttrice di Sierra Club Our Wild America, Lena Moffitt, la sentenza «Vendica i Siuox di Standing Rock, le cui uniche richieste erano quelle che fossero loro offerti gli stessi diritti all’acqua pulita e di proteggere la loro terra come milioni di americani in tutto il pPese. Come la tribù, i Water Protectors e la gente in tutto il paese hanno dichiarato per mesi, la decisione frettolosa dell’approvazione questo oleodotto non ha messo solo in pericolo laterra, la storia e il patrimonio degli Standing Rock Sioux, era illegale»