La Cia-Agricoltori Italiani apre all’agricoltura sociale: Ases rinnova Statuto e mission
Il welfare di comunità è un’esigenza sempre più sentita e importante nel mondo rurale e civile
[30 Giugno 2017]
La Confederazione italiana agricoltori (Cia) ha presentato durante il convegno “Agricoltori Solidarietà e Sviluppo: un nuovo welfare di comunità”, tenutosi a Roma, la nuova veste di Agricoltori, solidarietà e sviluppo, l’organizzazione non profit della Confederazione, che prevede «Un ampliamento di attività e scopo nell’ottica di un welfare di comunità, che va ad affiancare la cooperazione internazionale» e «L’agricoltura come ammortizzatore sociale e spazio solidale in cui le fasce più deboli della popolazione, come oggi i migranti, possono costruire nuove relazioni e ritagliarsi un posto nel mercato del lavoro».
Con questo rinnovamento dell’Ases di Cia-Agricoltori Italiani include tra le sue finalità istituzionali anche quelle legate all’agricoltura sociale. La Cia spiega che si tratta di «Un ampliamento di attività e di scopo per creare un soggetto unico, con il coinvolgimento delle aziende agricole associate a Cia, che metta al centro le persone svantaggiate e gli offra una possibilità di riscatto economico e sociale attraverso il settore primario».
Un passaggio e un rinnovamento testimoniato anche dal nome: da oggi, infatti, Ases diventa acronimo di Agricoltori solidarietà e sviluppo, a conferma del suo ampliamento degli obiettivi.
La presidente di Ases Cinzia Pagni ha sottolineato che «D’altra parte, affrontare la questione dei migranti, oltre all’inclusione e l’inserimento lavorativo di soggetti con diversi tipi di disagio, sono temi che riguardano da vicino quello che l’associazione ha rappresentato fino ad oggi: una Ong rivolta al sostegno di popolazioni e persone indigenti in ambito rurale mediante progetti di cooperazione internazionale. In vent’anni di attività, infatti, l’Ases-Cia ha completato quasi 60 progetti di cooperazione allo sviluppo, per la maggior parte cofinanziati dall’Ue con un’erogazione totale di circa 13 milioni di euro, operando in Paraguay, Brasile, Bolivia, Mozambico, Ruanda, Perù, Repubblica Democratica del Congo, Angola, Camerun, Costa d’Avorio e Senegal. Ora lo sforzo ulteriore è quello di affiancare ai programmi operativi e formativi di aiuto ai piccoli produttori agricoli dei Paesi in Via di Sviluppo, progetti di Agricoltura Sociale in Italia e nel mondo. Coniugando l’imprenditorialità agricola con il welfare e l’impegno per la collettività».
L’Italia è ai primi posti dello scenario europeo con all’attivo oltre 3.000 progetti e pratiche di agricoltura sociale e Ases evidenzia che sono «Tantissime le aziende che hanno già avviato questo nuovo modo di fare agricoltura, promuovendo l’offerta di servizi assistenziali e occupazionali a vantaggio di soggetti deboli (portatori di handicap, tossicodipendenti, detenuti, migranti, anziani, bambini) e di aree fragili (montagne e centri isolati). Un fenomeno in continua espansione che conta già 4 mila addetti su tutto il territorio nazionale e tocca un valore della produzione di 200 milioni di euro».
Il presidente della Cia, Dino Scanavino, conclude: «Questa transizione che vede protagonista l’Ases si rende necessaria in un periodo in cui il welfare di comunità è un’esigenza sempre più sentita e importante nel mondo rurale e civile».