Incendi: emergenza nazionale per Lipu, Wwf e geomorfologi
Devastati i boschi, morti migliaia di mammiferi, uccelli e altri animali. Rischi idrogeologici e frane
[12 Luglio 2017]
Secondo la Lipu/BirdLife Italia «Gli incendi che stanno interessando il Parco nazionale del Vesuvio, quello del Gargano, la Sicilia ma anche la Toscana, l’Abruzzo, il Molise e i dintorni di Roma devastano decine di migliaia di ettari di boschi e di terreni, causando la morte certa di migliaia di mammiferi, uccelli e altri animali, spesso in pieno periodo di riproduzione».
Il presidente della Lipu, Fulvio Mamone Capria, lancia ai cittadini: «Chi è in possesso di elementi utili alla polizia giudiziaria per risalire agli incendiari che stanno compromettendo il territorio, la sicurezza dei cittadini e gli animali selvatici non abbia timore e aiuti le forze dell’ordine a investigare. Migliaia di uccelli in questo momento in cova, per la seconda nidiata stagionale, hanno abbandonato i nidi per scappare dalle fiamme che certamente avranno coinvolto i giovani ancora non abili nel volo e tanti piccoli mammiferi, rettili, insetti. Una situazione terribile – prosegue Mamone Capria – che si associa al danno di aree verdi di particolare pregio naturalistico e paesaggistico. Assistere ancora una volta, sostanzialmente inermi, alla distruzione di un patrimonio così importante e pensare che pochi incendiari possano mettere a rischio la vita delle persone e quella degli animali è qualcosa di profondamente triste e di civicamente intollerabile. Per questo – conclude Mamone Capria – l’appello della Lipu è di far squadra, vigilare noi stessi sui beni comuni e segnalare alle Autorità qualsiasi atteggiamento sospetto. Non diamola vinta a questi criminali».
Anche per il Wwf, «Quella degli incendi è un’emergenza che richiede una mobilitazione straordinaria e rispetto alla quale, se necessario, bisogna far intervenire anche l’esercito.
La Sicilia e in particolare Messina continua a bruciare. Da quattro giorni le fiamme non hanno sosta e la parte nord della dorsale dei Monti Peloritani è praticamente distrutta. Le alte temperature e la continua azione dei piromani, che non accenna a diminuire rendono la situazione esplosiva. In Campania, siamo di fronte ad un attacco alle aree protette. Dopo il Parco nazionale del Cilento e il parco dei Monti Lattari ora le fiamme stanno divorando il Parco nazionale del Vesuvio dove si è arrivati ad un fronte del fuoco di 2 chilometri con gravi pericoli anche per la popolazione. La situazione resta critica anche nel Lazio e in particolare nella provincia di Roma».
Per questo il wwf chiede di «Attivare immediatamente un controllo capillare del territorio e che venga aggiornato subito il catasto degli incendi, previsto dalla legge quadro in materia di prevenzione e lotta agli incendi n. 353/2000. Gli incendi mettono a rischio la vita di miglia di cittadini e turisti oltre a quella degli animali che abitato i boschi e provocano danni enormi a cominciare dal costo per la collettività di migliaia di ettari di capitale naturale persi per sempre. Siamo in presenza di una situazione limite: per questo è necessario un intervento straordinario, a cominciare dal numero di uomini e mezzi sul campo che risulta insufficiente rispetto alla dimensione dell’emergenza».
Sull’emergenza incendi è intervenuto anche Gilberto Pambianchi, presidente nazionale dei Geomorfologi italiani: «Negli ultimi anni il problema degli incendi boschivi, in Italia, ha assunto dimensioni davvero drammatiche. Da ricerche condotte da noi è emerso che nell’ultimo decennio abbiamo perso più di 500.000 ettari di bosco. L’azione di rimboschimento e di ricostruzione boschiva non è riuscita a rimediare a tali devastazioni».
Pambianchi ricorda che «Un’area a bosco denudata da un incendio potrebbe mettere in luce, frane quiescenti, incisioni torrentizie profonde e altri processi geomorfologici prima nascosti dalla vegetazione, oltre che denudare il suolo e renderlo vulnerabile all’erosione e all’impoverimento di materiale organico. Molti disastri di natura idrogeologica, in Italia, li abbiamo avuti anche perché figli di incendi degli anni precedenti. Bruciano boschi e territori vocati all’agricoltura».
Il presidente dei Geomorfologi italiani conclude evidenziando un altro aspetto: «Gli incendi sottraggono suolo produttivo all’agricoltura ma soprattutto modificano il paesaggio, distruggono ecosistemi, espongono i territori ad ulteriori rischi di frane ed alluvioni. Quando brucia la vegetazione, viene meno la sua azione di protezione dal dilavamento delle acque, l’azione di traspirazione delle piante e viene meno la capacità delle stesse piante di proteggere il suolo. Gli incendi rendono vulnerabile il suolo attaccabile da frane e da altri processi erosivi, dunque lo espongono a fenomeni franosi rapidi, a volte senza preavviso, di estrema pericolosità e rischio» E’ molto chiaro il professore».