Al Gore, Trump, il clima e la democrazia: «La disperazione è solo un’altra forma di negazionismo»
Intervista dell'ex vice presidente Usa a ThinkProgress su ragione, rifugiati e futuro della democrazia
[26 Luglio 2017]
L’ex vice presidente Usa Al Gore ha un messaggio per i progressisti che sono disperati per il quotidiano assalto del presidente Donald Trump e dei suoi epigoni europei alla realtà, al clima e ala democrazia: «Non abbiamo tempo per la disperazione. Abbiamo del lavoro da fare. La disperazione è solo un’altra forma di negazionuismo».
Ma il fondatore del “Climate Reality Project” non si sta rifiutando di combattere: «Proprio come i prossimi sei o otto mesi saranno particolarmente impegnativi per la democrazia americana, i prossimi decenni saranno un test sul carattere e il coraggiodell’umanità».
Il premio Nobel Al Gore è stato intervistato da Joe Romm, founding editor di Climate Progress dopo l’anteprima del suo nuovo film , “An Inconvenient Sequel: Truth to Power”, e ha parlato di alcune delle sfide dell’era Trump, che Gore definisce « Un presidente assurdo».
Ecco l’intervista di Romm a Gore:
Nel 2007 ha scritto un libro intitolato The Assault on Reason e probabilmente pensava- – lo pensavamo tutti – che nel 2007 fossimo all’altezza dell’assalto. Ma ora siamo a un livello completamente diverso, dove non parliamo nemmeno della ragione. È un assalto alla realtà.
Beh, per questo ho chiamato l’ONG Climate Reality project. Ma, sì, abbiamo un presidente assurdo, ed è una sfida per tutti noi. Penso che i prossimi mesi saranno particolarmente impegnativi perché potremo vederlo arrivare al culmine nei prossimi sei mesi … ma lo supereremo. Guardando alle cause più profonde e basilari del perché abbiamo questo aumento di irragionevolezza, alla volontà di sputare menzogne una dopo l’altra, sono speranzoso. Come ho spiegato in The Assault on Reason: questa è come la grande transizione dall’ecosistema informativo costruito intorno alla stampa a quello costruita attorno alla televisione che ha portato a cambiamenti malsani nella nostra democrazia, una transizione simile è in corso ora dall’ecosistema della trasmissione all’ecosistema di internet. Anche con tutti i suoi evidenti problemi sconvolgenti, è comunque possibile riaffermare la possibilità degli individui di utilizzare i migliori fatti disponibili – e un ragionevole ragionamento – per far vincere l’adesione a un punto di vista appassionato. E così quest’anno, per la prima volta, i ricavi pubblicitari aggregati su Internet hanno superato le entrate sui canali broadcast e vedo questo come è un segno di speranza. Sì, ci sono tutti i tipi di problemi con queste echo chambers e l’hacking russo e le invasioni della privacy, ma ci sono alcuni meccanismi di auto-correzione. E ci sono misure da adottare ora da parte di alcuni fornitori e distributori di contenuti, e sono ansioso che arrivi il giorno in cui ancora una volta rimetteremo la ragione al posto che le spetta nel dibattito americano.
Una delle cose più difficili per gli attivisti climatici e per i progressisti è rimanere motivati anno dopo anno, quando ci sono tante delusioni e si sta combattendo per cause quasi perse. Come dico nella mia recensione del suo film , non ci sono molte persone che hanno passato tanti alti e bassi come Al Gore, e lei è rimasto molto ottimista, anche con l’elezione di Donald Trump e la sua uscita dal Trattato sul clima di Parigi. Quindi, cosa direbbe ai miei lettori o ad un progressista che è un po’ disperato per il modo in cui le cose stanno andando in questo momento?
Non abbiamo tempo per la disperazione. Abbiamo del lavoro da fare: la disperazione è solo un’altra forma di negazionismo. Alla fine Nelson Mandela ha detto del movimento anti-apartheid: “E’ sempre impossibile finché non lo è”. Un altro grande pensatore che ricordo frequentemente è l’economista Rudy Dornbusch. Ha detto: “Le cose durano più a lungo di quanto pensate che faranno e poi accadranno più velocemente di quanto si credeva”. Vediamo le curve esponenziali di queste tecnologie, ma le vediamo anche in politica. Se qualcuno mi avesse raccontato anche solo cinque anni fa che nel 2017 il matrimonio gay sarebbe legale in tutti e 50 Stati e accettato, onorato e anche celebrato dai due terzi del popolo americano, avrei detto: “Di sicuro lo spero, Ma come farei? “Non avrei pensato che fosse possibile, ma è accaduto, perché quel dibattito è rimasto acceso fino ad arrivare a una scelta binaria tra giusto e sbagliato. E questo è il punto a cui stiamo arrivando adesso.
Abbiamo visto che 2 o 3 milioni di profughi provenienti dalla Siria hanno capovolto la politica, non solo in questo paese ma in tutto il mondo. Nel Film parli della Siria e dell’impatto della siccità, e stiamo parlando di decine di milioni di rifugiati potenziali o più. Cosa dovremo fare per affrontare quel che verrà?
L’Istituto Max Planck e altri stanno dicendo che alcune regioni significative del Medio Oriente e dell’Africa settentrionale possono diventare inabitabili a causa dell’incremento sia della temperatura che dell’umidità. E questo aumenterà i flussi dei rifugiati. L’Africa a metà secolo avrà più persone della Cina o dell’India e alla fine del secolo più persone che l’India e la Cina insieme. E l’agricoltura di sussistenza viene colpita più duramente di qualsiasi altro sistema vitale della nostra civiltà, a causa del cambiamento del periodo delle piogge, della concentrazione e della tempistica dei grandi eventi [meteo estremi] e dei problemi della siccità. Adesso, l’Onu ci ha avvisato del peggior disastro umanitario dal 1945: 20 milioni di persone a rischio fame. Quindi, dovremo prepararci a questo. Il voto della Brexit è stato parzialmente influenzato da questo. Lo schema e le immagini più potenti sono state quello di mostrare infinite fil di rifugiati alla frontiera dell’Europa. Questa è una sfida grande e importante. Proprio come i prossimi sei o otto mesi saranno particolarmente impegnativi per la democrazia americana, i prossimi decenni saranno una prova del carattere e del coraggio dell’umanità».