Il cambiamento climatico minaccia per la produzione europea di elettricità
Italia tra le aree più a rischio, con Mediterraneo, Reno, Bulgaria e Polonia
[28 Luglio 2017]
«La vulnerabilità del settore elettrico europeo ai cambiamenti nelle risorse idriche è destinata a peggiorare entro il 2030 in conseguenza del cambiamento climatico». E’ la conclusione a cui giunge un team di ricercatori olandesi delle università di Leiden, Wageningen, L’Aja con lo studio “Climate change and the vulnerability of electricity generation to water stress in the European Union”, pubblicato su Nature Energy.
Le centrali termoelettriche, comprese quelle a carbone, gas e nucleari, utilizzano grandi quantità di acqua dolce per il raffreddamento. Una grande centrale a gas può utilizzare in un minuto la quantità di acqua contenuta in una piscina olimpionica e se l’acqua non è disponibile o è troppo calda le centrali elettriche devono ridurre la produzione di elettricità o cessarla completamente.
Negli ultimi anni l’Europa ha affrontato ondate di caldo e siccità sempre più intense che hanno avuto forti impatti sui sistemi elettrici. All’università di Leiden spiegano che «Se una centrale cessa la produzione, questo può essere compensato dall’aumento della produzione di centrali elettriche meno vulnerabili, o dall’energia prodotta da fonti rinnovabili. Ma in periodi prolungati di siccità questo meccanismo di compensazione non è sufficiente, causando interruzioni di energia e blackout». Il team di ricerca olandese, guidato da Paul Behrens dell’università di Leiden, ha analizzato oltre 1.326 centrali elettriche che prelevano acqua da 818 differenti bacini idrici e ha dimostrato che «Il numero di regioni con una rete elettrica vulnerabile a causa della disponibilità dell’acqua aumenterà notevolmente entro il 2030», passando da 47 bacini a 54 bacini tra il 2014 e il 2030. Ma, nonostante gli impegni climatici e la diminuzione di prelievi idrici per produrre energia, la politica e l’industria energetica non sembrano rendersene conto, visto che è prevista la costruzione di molte nuove centrali elettriche vicino a corpi idrici già sotto pressione. Lo studio ha dimostrato che in futuro le aree a rischio si trovano principalmente nella regione mediterranea: Spagna, Italia, Francia meridionale e Grecia. Ma anche le aree lungo il Reno in Germania, la Bulgaria e la Polonia dovranno affrontare una crescente pressione della carenza di acqua sulla produzione di elettricità.
Behrens conclude: «Ci sono i modi per affrontare queste carenze. La nostra ricerca dimostra che il raffreddamento con acqua di mare può ridurre significativamente i problemi sulla costa mediterranea. Ma costerà di più perché sono necessari investimenti per equipaggiare gli impianti per utilizzare l’acqua salata. Se vogliamo ridurre l’uso dell’acqua di raffreddamento in tutta l’Ue, dovremo chiudere le centrali elettriche vecchie e inefficienti e sostituirle con fonti rinnovabili, come l’eolico e l’energia solare. Questo contribuirà a ridurre la dipendenza dall’acqua dell’approvvigionamento elettrico e ci aiuterà anche a raggiungere i nostri obiettivi climatici».