Nella Toscana del sud «la situazione attuale si distingue per la sua intensità e persistenza»
Cnr, nell’Italia centrale la siccità ha prosciugato i suoli come «in nessun altro luogo d’Europa»
E in tutto il Paese le cose «potrebbero aggravarsi ulteriormente nelle prossime due settimane perché non sono previste piogge significative e le temperature sono destinate ad aumentare»
[1 Agosto 2017]
L’Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del Cnr (Irpi-Cnr) sta monitorando l’impatto della siccità sul territorio nazionale, e i dati raccolti non sono incoraggianti. Come noto, il territorio italiano sta vivendo drammatiche condizioni di siccità soprattutto a causa delle scarse precipitazioni (in alcune parti dell’Italia le precipitazioni sono inferiori ai valori normali dell’80%) aggravate da temperature elevate. Le conseguenze, spiegano dal Cnr, «sono notevoli. All’inizio di luglio l’Italia meridionale è stata colpita da numerosi incendi che hanno causato danni economici e perdite di aree forestali. A partire dalla metà di luglio, sono emerse le problematiche riguardanti la scarsità dell’acqua e le perdite in agricoltura, tanto che la metà delle regioni italiane è in procinto di chiedere lo status di calamità naturale. Ad esempio, Roma è a rischio di una riduzione drastica dell’acqua e la Coldiretti ha stimato per 2 miliardi di euro il danno all’agricoltura italiana».
In particolare, i dati satellitari degli ultimi 10 giorni – raccolti nella mappa di fianco, dove le aree in rosso indicano condizioni di siccità – mostrano che in Italia i suoli sono molto più asciutti del normale, e che in «nessun altro luogo d’Europa le condizioni di umidità del suolo attuali sono così secche come in Italia centrale». Non è un caso che il grafico elaborato dal Cnr sulle anomalie di umidità del suolo concentri la propria attenzione sul territorio della Provincia di Grosseto: «La serie temporale di dati di umidità del suolo per la parte meridionale della Toscana – dichiarano i ricercatori – mostra che il suolo è più secco rispetto alle condizioni normali dall’inizio dell’anno, e le condizioni di siccità hanno cominciato ad aggravarsi da aprile in poi. Anche se tali condizioni si verificano regolarmente (ad esempio, nel 2007 e nel 2012), la situazione attuale si distingue per la sua intensità e persistenza».
Incrociando gli ultimi dati sulla siccità con quelli relativi al riscaldamento globale, che proprio in Italia sta correndo più velocemente della media globale come sottolineato nelle scorse settimane dall’Ispra, risulta evidente l’impatto drammatico che i cambiamenti climatici stanno avendo – non in futuro, già oggi – sul territorio nazionale. Eppure, al contempo gli investimenti per la resilienza dei territori e per la riduzione delle emissioni climalteranti non sembrano affatto in cima all’agenda politica nazionale: tant’è che nell’ultimo anno in Italia sono tornate a crescere le emissioni di gas serra, segnando +9,7 milioni di tonnellate di CO2eq.
Quel che è certo, però, è che il problema non si risolverà da solo: «Le condizioni di siccità in Italia potrebbero aggravarsi ulteriormente nelle prossime due settimane – concludono dal Cnr – perché non sono previste piogge significative e le temperature sono destinate ad aumentare».