Trump e Rocket man: un estremista all’Onu (VIDEO)
Minaccia di sterminare 25 milioni di persone e punta a tagliare le missioni di pace in tutto il mondo
[20 Settembre 2017]
La prima apparizione davanti all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite del il presidente Usa Donald Trump ha confermato la sua semplicistica, pericolosa e ideologica visione del mondo utilizzato, utilizzando un podio dal quale solitamente si parla di come costruire la pace attraverso la diplomazia per minacciare di «distruggere la Corea del Nord» e per mettere in discussione i finanziamenti Usa all’Onu, ritirando fuori le sue abbastanza strampalate accuse elettoralistiche e complottistiche contro le Nazioni Unite. «Gli Stati Uniti hanno grande forza e pazienza, ma se saranno costretti difendersi o a difendere i loro alleati, non avremo altra scelta che distruggere completamente la Corea del Nord – ha detto Trump di fronte a un preoccupata Assemblea generale Onu – Quella di Rocket man (come Trump chiama il dittatore nordcoreano Kim jong-Un) è una missione suicida per lui e per il suo regime»”.
ThinkProgess sottolinea che «E’ stato un discorso sorprendente per un presidente statunitense che ha presieduto per la prima volta un’istituzione tesa a mantenere la pace internazionale e f seguito alle minacce che l’amministrazione Trump ha fatto per tagliare fondi alle Nazioni Unite».
A giugno, l’ambasciatrice Usa all’Onu, Nikki Haley, aveva elogiato i tagli alle e aveva spiegato/minacciato che questo era solo l’inizio dei tagli che avrebbe fatto l’amministrazione Trump.
Gli Usa sono il principale contributore finanziario dell’Onu: 1,2 miliardi di dollari, cioè il 22% del bilancio delle Nazioni Unite e finanziano per il 28% le missioni di pace Onu. Trump, con l scusa della “riforma dell’Onu” punta a tagliare fino al 25% dei finanziamenti Usa.
Il mondo è davvero cambiato rispetto l 2015, quando Barack Obama, in occasione dell’Assemblea generale dell’Onu, convocò più di 50 leader mondiali per un vertice speciale sul mantenimento della pace, promettendo ulteriori truppe, finanziamenti, attrezzature e sostegno alle missioni delle Onu in tutto il mondo.
Naturalmente, impegnarsi è una cosa, agire davvero è un’altra: secondo i dati Onu, nel 2016, solo un terzo degli stati che avevano aderito l summit di Obama avevano davvero finanziato gli impegni che avevano preso. Ora avranno un’ulteriore scusa per farl, visto che Trump intende tagliare il sostegno alla pace e il Consiglio di sicurezza dell’Onu scoprirà presto quali tagli dovranno subire i caschi blu dell’Onu impegnati in Paesi come la Repubblica democratica del Congo e il Sud Sudan, dove le missioni Onu sono l’unico rifugio per popolazioni ostaggi di eserciti e bande armate.
Il programma di peacekeeping dell’Onu è vitale ma da sempre problematico, come spiega le Reuters: «Gli analisti e alcuni addetti alle Nazioni Unite affermano che il progresso è lento e che gli amministratori di New York stanno sfuggendo a molti dei problemi più duri: in particolare la scarsa qualità di molte truppe, la confusione delle priorità delle missioni e una cultura che protegge i funzionari senior e ben pagati anche quando non sono efficaci»
Inoltre, le forze di pace dell’Onu vengono spesso accusate di cattiva condotta, sesso con minorenni e addirittura stupri. Accuse che hanno riguardato anche le forze di pace francesi nella Repubblica Centrafrican, mentre i peacekeepers nepalesi dell’Onu avrebbero diffuso una devastante epidemia di colera ad Haiti. Nonostante questi episodi a volte disonorevoli, persone come Matt Wells di Amnesty International si chiedono se i tagli alle missioni di pce Onu siano davvero il modo migliore per migliorare la loro efficacia: «La riforma del peacekeeping è essenziale e gli Stati Uniti dovrebbero essere leader nel richiedere migliori prestazioni e maggiore responsabilità. Ma questo non sarà ottenuto danneggiando la capacità delle truppe e del personale civile dell’Onu di operare dove sono più necessarie».