L’Unione europea a Trump: salvaguardare l’accordo nucleare con l’Iran
Rohani: l’Iran non minaccia nessuno, ma non tolleriamo alcuna minaccia nei nostri confronti
[21 Settembre 2017]
Intervenendo ieri alla 72esima’Assemblea generale dell’Onu, il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, ha chiesto tutti i Paesi interessati di salvare l’accordo sul programma nucleare iraniano firmato nel 2015 dal G5+1 (Cina, Francia, Gran Bretagna, Russia, Usa e Germania) e l’Iran. Tusk ha detto: «Noi chiediamo a tutti gli interessati di preservare il Piano di azione comune e globale con l’Iran in quanto accordo multilaterale che offre sicurezza noi tutti».
Nel suo incendiario intervento all’Onu del 19 settembre, il presidente Usa Donald Trump aveva definito il governo della Repubblica islamica dell’Iran una «dittatura corrotta dietro la falsa apparenza di una democrazia. Non possiamo rispettare un accordo se esso contribuisce all’eventuale costruzione di un eventuale programma nucleare». Il tutto detto dal leader del Paese che ha armi nucleari a bizzeffe, che aveva appena minacciato un attacco nucleare contro la Corea del nord ed elogiato una monarchia assoluta come l’Arabia Saudita
A quanto riferisce la Nbc (subito ripresa dall’agenzia ufficiale iraniana Pars Today), che cita quattro fonti, tra le quali una di alto livello nell’amministrazione Usa, «Il presidente Usa Trump, propenderebbe verso la decertificazione dell’accordo sul nucleare iraniano per poi rimettere al Congresso la decisione sul ritiro o meno degli Usa dall’intesa. L’obiettivo finale di Trump sarebbe di spingere gli alleati europei a concordare di rinegoziare alcune misure e fare pressione sull’Iran perché ritorni a negoziare. Trump giudica “inaccettabili” alcune scadenze sull’accordo con l’Iran».
Ma, come fa notare Pars Today, l’alto rappresentante per la politica estera Ue, Federica Mogherini, ha detto che «La comunità internazionale non può permettersi di smantellare l’accordo sul nucleare iraniano, che funziona e dà risultati». Mogherini, dopo un incontro ministeriale dei 5+1 a margine dell’assemblea generale Onu, ha ricordato che «Nessun Paese può smantellarlo perché l’accordo sul nucleare iraniano non appartiene a un Paese o a sei Paesi, ma alla comunità internazionale».
Dichiarazioni perfettamente condivise da Tusk che ha detto che l’Onu resta «n forum cruciale per dibattere e uno strumento per mettere in opera la nostra volontà collettiva, anche se è calato nella stima popolare in questi ultimi anni. Le sanzioni prese dal Consiglio di sicurezza l’11 settembre contro la Corea del nord per ver proceduto a un test nucleare sono un segno che la capacità di leadership e di unità è presente. M è ancora troppo poco. Nessun Paese dovrebbe avere il diritto di comprmettere il regime mondiale di non-proliferazione né di minacciare i Paesi pacifici. L’Unione europea chiede, con il Giappone e la Corea del sud, nostri mici e nostri partner strategici, una denuclearizzazione pacifica della penisola coreana».
Smentendo Trump, Tusk ha detto che l’Onu resta «Il migliore strumento che abbiamo per rispondere, a livello mondiale, i conflitti di oggi, alla fame, agli sfollamenti forzati, al terrorismo e al ritorno delle tensioni nucleari. Per l’Ue e i suoi Stati membri, è essenziale che l’Onu sia all’altezza di queste sfide». Poi Tusk ha ricordato a Trump che è in realtà l’Unione europea, con i suoi Stati membri (e non gli Usa), d essere il maggior contribuente dell’Onu: circa un terzo dei finanziamenti di base per le Nazioni Unite e un terzo dei finnziamenti per le missioni di pace Onu e ben la metà di tutti i contributi volontari ai fondi dei programmi Onu. Per questo il presidente del Consiglio europeo ha chiesto che l’Onu diventi «un’organizzazione più dinamic e meno burocratica. L’Ue considera le idee di riforma delle Nazioni Unite attualmente sul tavolo come il minimo necessario. Ci vuole più ambizione, non meno».
Per quanto riguarda l’Accordo sul clima di Parigi, anche qui Tusk ha segnato con forza la distanza da Trump, ricordando che «L’Unione europea resta determinata a mettere in atto questo accordo rapidamente e pienamente e sostenere i nostri partner, in particolare i Paesi vulnerabili, nella lotta contro il cambiamento climatico».
Ma uno di discorsi certamente più attesi dopo quello di Trump era certamente quello del presidente della Repubblica Islamica dell’Iran, Hassan Rohani, che ha detto che «l’accordo nucleare iraniano è un dato di fatto e appartiene alla Comunità internazionale e non solo a uno o due Paesi. Secondo Rohani, «L’intesa nucleare può diventare un nuovo modello di interazione globale basato sul reciproco impegno costruttivo. Abbiamo aperto le nostre porte all’impegno e alla cooperazione. Abbiamo concluso decine di accordi di sviluppo con paesi avanzati di Oriente e Occidente. Purtroppo, alcuni si sono privati di questa opportunità unica. Hanno imposto sanzioni che sono in realtà contro loro stessi e ora si sentono traditi». Rispondendo alle accuse di Trump, che ha definito l’accordo sul nucleare «il peggiore mai firmato dagli Usa», il presidente iraniano ha dichiarato: «Non siamo stati ingannati, né abbiamo ingannato nessuno. Noi abbiamo determinato l’estensione del nostro programma nucleare. Non abbiamo mai cercato di ottenere armi nucleari. Alcuni hanno affermato di aver voluto privare l’Iran di armi nucleari, armi che abbiamo sempre rifiutato a gran voce. Non eravamo e non siamo afflitti per aver rinunciato ad un’opzione che in realtà non abbiamo mai cercato» . Poi ha accusato Israele, il maggior alketo degli Usa in Medio Oriente: «Il regime sionista, minaccia la sicurezza regionale e globale con il suo arsenale nucleare e non è impegnato in alcun programma di salvaguardia internazionale, ma ha l’audacia di fare prediche alle nazioni pacifiche».
Rohani ha ricordato che Durante la guerra imposta contro l’Iran, Usa , Occidente, regime sionista ed alcuni paesi arabi hanno armato il regime di Saddam Hussein per bombardare tutte le città dell’Iran finché potesse distruggere la Rivoluzione Islamica dell’Iran, e per questo motivo oggi l’Iran ha sviluppato il suo programma missilistico per difendere i suoi confini». Il presidente iraniano ha escluso nuovi negoziati con l’amministrazione Usa sulla revisione dell’accordo nucleare del 2015, affermando che «Teheran ha diverse opzioni qualora Washington dovesse abbandonare l’intesa. Un governo americano che sceglie di calpestare i propri legali e legittimi impegni internazionali, una conversazione con un tale governo sarebbe un spreco di tempo».
Rohani ha concluso: «Quella della moderazione è la strada scelta e intrapresa dall’Iran. Noi non minacciamo nessuno, ma allo stesso tempo non tolleriamo e non tollereremo alcuna minaccia nei nostri confronti. parlando all’Assemblea generale dell’Onu. L’Iran non sarà il primo a violare l’accordo sul nucleare, ma risponderemo in maniera decisa e risoluta a qualsiasi violazione. Se gli Usa dovessero uscire dall’intesa distruggerebbero soltanto la loro credibilità».