Il vecchio calcestruzzo può aiutare a proteggere gli ambienti di acqua dolce
[26 Agosto 2013]
Nei laghi e corsi d’acqua troppo spesso finisce così tanto fosforo da costituire una minaccia per l’ambiente acquatico, ma ora lo studio “Crushed concrete as a phosphate adsorbing material. A potential new management tool”, pubblicato sul Journal of Environmental Quality dimostra che esiste un modo semplice e poco costoso per impedire che il fosforo inquini gli ambienti dolceacquicoli e la soluzione è sorprendente: si tratta del calcestruzzo prodotto dalle demolizioni edili, quello che da noi troppo spesso finisce in discariche abusive.
I ricercatori della Syddansk Universitet danese che hanno realizzato lo studio sottolineano che «di solito pensiamo alle pareti e ai pavimenti in calcestruzzo demoliti come a contaminanti ambientali, ma in realtà questo materiale si può rivelare una risorsa preziosa per il lavoro di protezione della natura»: il calcestruzzo sbriciolato infatti ha la capacità di catturare il fosforo.
Melanie Sønderup (nella foto), del dipartimento di biologia della Syddansk., che ha guidato il team di ricerca, spiega: «Abbiamo dimostrato che il calcestruzzo frantumato può legare fino al 90% del fosforo». Da marzo i ricercatori stanno testando la tecnica in un esperimento su vasta scala che si protrarrà fino al marzo 2014, ma hanno già scoperto la sua efficacia. Grandi quantità di fosforo possono essere portate nei laghi e nei corsi d’acqua dall’acqua piovana e le piogge possono anche far tracimare stagni ricchi di fosforo le cui acque finiscono nei laghi più grandi, provocando fioriture algali, anossia e una riduzione delle specie di acqua dolce.
Sønderup spiega che «lasciando passare l’acqua di uno stagno attraverso un filtro di calcestruzzo frantumato, possiamo rimuovere fino al 90% fosforo. Il fosforo si lega così bene al calcestruzzo perché contiene cemento». Il cemento è ricco di calcio, contiene anche alluminio e ferro, e tutti e tre possono legarsi al fosforo.
I risultati preliminari dimostrano che la dimensione dei grani di cemento è importante. Più piccoli sono i granelli meglio si legano al fosforo. La polvere fine di cemento è quindi più efficace di frammenti di calcestruzzo di dimensioni millimetriche. «È anche importante non utilizzare calcestruzzo che sia stato esposto al vento e la pioggia per lungo tempo, dato che questo lavaggio del cemento non detiene più il calcio essenziale».
I test sono in atto da solo 6 mesi e gli scienziati danesi non sanno ancora quanto duri la proprietà “depurativa” del calcestruzzo frantumato, ma credono che «un filtro di calcestruzzo frantumato possa durare per diverso tempo, probabilmente diversi anni. Solo quando il calcestruzzo non potrà legare più il fosforo, sarà il momento di passare a un nuovo strato di calcestruzzo frantumato, e lo strato già disposto può essere riciclato come riempimento stradale», evidenzia Sønderup.
«Nei suoi primi mesi – aggiunge – il filtro di calcestruzzo frantumato necessita di qualche aiuto. Nella prima applicazione di 6 mesi, l’acqua che fluisce attraverso il filtro ha un valore di pH elevato. Questo perché il cemento nel calcestruzzo è alcalino e, quindi, lo è anche l’acqua che viene a contatto con il cemento. Questo può essere paragonato all’acqua che i muratori disperdono spesso mentre lavorano mischiando cemento o calce. L’acqua scaricata in un lago o in un torrente non deve essere così alcalina. Per ridurre il valore del pH, aggiungiamo un pochino di acido prima di scaricarla nel corpo idrico ricettore. Dopo aver eseguito il nostro esperimento su vasta scala per circa 6 mesi, abbastanza cemento è stato dilavato dal calcestruzzo frantumato, in modo che non abbiamo più bisogno di ridurre il pH dell’acqua e quindi credo che il sistema possa prendersi cura di se stesso».