G7 dell’agricoltura: la Carta del Biologico di Bergamo per sistemi agricoli sostenibili
Il ministro Martina: «Il modello agricolo italiano è tra i più sostenibili in Europa»
[13 Ottobre 2017]
A due anni dalla condivisione della Carta del biologico in Expo Milano 2015 e a partire dalle esperienze dei Paesi del G7 e delle principali organizzazioni internazionali, si torna a parlare di agricoltura biologica in occasione del G7 Agricoltura di Bergamo e con il convegno “Il Biologico Come Modello Di Sistemi Agricoli Sostenibili” organizzato da FederBio con ministero delle politiche agricole, Ciheam Bari, Ifoam Eu e l’Organic Action Network Italia (Oani), dove i protagonisti dell’agricoltura biologica si sono confrontati per mettere a punto una dichiarazione comune in grado di riconoscere ilvalore dell’agricoltura biologica come strumento di trasformazione dei sistemi agricoli mondiali.
Partendo dai principi fissati nella Carta del Bio di Expo Milano 2015, sono state richiamate «le caratteristiche che rendono il modello di agricoltura biologica l’innovazione più efficiente per rispondere alle grandi sfide dell’agricoltura anche nei Paesi del G7, prima tra tutte la fame nel mondo» che secondo la Fao, dopo un decennio di declino, è tornata a crescere: l’11% della popolazione mondiale, in particolare bambini, vivono in condizioni di insicurezza alimentare.
Il convegno ha sottolineato che «grazie ad un approccio ecosistemico, socialmente inclusivo ed economicamente ed ecologicamente resiliente, l’agricoltura biologica rappresenta l’unica innovazione in campo agricolo e alimentare dell’ultimo secolo capace di far fronte all’emergenza della fame. Il potenziale rivoluzionario del modello biologico è confermato dal successo globale dell’agricoltura bio, cresciuta sia in termini di superfici convertite (+57,8% per complessivi oltre 7,4 milioni di ettari) sia in termini di operatori (2.4 milioni di operatori in 179 Paesi nel 2015).
Concludendo il convegno, durante il quale è stata presentata la “Carta del Biologico di Bergamo”, il ministro delle politiche agricole Maurizio Martina ha sottolineato che «Il modello agricolo italiano è tra i più sostenibili in Europa. La produzione biologica nel nostro Paese conta oltre 1,8 milioni di ettari coltivati e circa 73 mila operatori. Abbiamo introdotto per la prima volta le mense biologiche certificate e rafforzato le norme sui controlli, ma dobbiamo continuare a lavorare sul piano internazionale per un sostegno sempre maggiore a questo settore. La sostenibilità è una chiave centrale per la crescita e la competitività dei sistemi agroalimentari. Affronteremo questo tema cruciale nel corso della riunione ministeriale del G7 il 14 e 15 ottobre prossimi e il contributo presentato oggi rappresenta una base di confronto importante».
Matteo Bartolini, vice presidente FederBio e Coordinatore Oani, ha spiegato che «La Carta di Bergamo – –vuole essere uno strumento per comunicare ai tavoli dei ministri l’importanza di inserire la transizione al modello agricolo biologico all’interno delle strategie agricole de Paesi del G7, i quali grazie a migliori competenze, esperienze ed infrastrutture possono trainare la transizione al modello biologico a scale globale».
Maria Grazia Mammuccini, consigliere FederBio e portavoce della Coalizione StopGlifosato ha ricordato che «Il Rapporto ONU sulla desertificazione uscito poche settimane mette in evidenza i danni causati dall’agricoltura industriale e chiede ai governi di trovare nuove strategie e modelli di sviluppo per la produzione alimentare. Ed è proprio la transizione verso il modello di agricoltura biologica che può rappresentare l’innovazione fondamentale in grado di tenere insieme sostenibilità ambientale, sociale ed economica dei sistemi agricoli e alimentari. E’ l’opzione strategica per affrontare le grandi sfide future come il contrasto al cambiamento climatico, il recupero della biodiversità e della fertilità dei suoli, la garanzia del diritto a un cibo sano per tutti. Per questo è importante che la Presidenza italiana del G7 porti al tavolo dei Ministri questa opzione strategica proponendo azioni di cooperazione per avviare da subito questo percorso impegnativo nei Paesi che guidano l’economia mondiale».