Si è chiusa l’XI edizione del Forum CompraVerde-BuyGreen
Cambiano le leggi, ma gli acquisti verdi non decollano: il Gpp italiano è in calo
Legambiente: «Rilanciare l'applicazione effettiva di una normativa importante»
[17 Ottobre 2017]
Si è chiuso nei giorni scorsi con un nuovo successo il Forum CompraVerde-BuyGreen, che ha portato all’XI edizione gli Stati generali degli acquisti verdi monitorando gli sviluppi attorno a uno strumento chiave per lo sviluppo sostenibile: in Italia la spesa della Pubblica amministrazione per beni e servizi vale circa il 17% del Pil. Se queste risorse si tramutassero in domanda di mercato per acquisti verdi, il modello di sviluppo del Paese ne sarebbe profondamente e rapidamente mutato, in positivo.
Purtroppo però, al momento tutto questo non avviene. Anzi. Come ha avuto modo di spiegare Silvano Falocco, direttore della Fondazione Ecosistemi che promuove la manifestazione, il Green public procurement (Gpp) vale oggi in Italia 9,5 miliardi di euro su un totale di 111,5 miliardi: circa l’8,5% del potenziale. Una quota che non solo rimane bassa ma risulta addirittura in calo, dal 9,3% registrato durante il Forum CompraVerde-BuyGreen di due anni fa.
Eppure «in seguito all’approvazione dell’articolo 34 del Codice dei contratti pubblici, l’Italia – ha dichiarato nel merito il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti – è il primo Paese a rendere obbligatoria l’adozione dei Criteri ambientali minimi come elemento chiave per diffusione degli appalti verdi nelle nostre pubbliche amministrazioni. La sfida del Green public procurement chiama tutti noi a un grande sforzo innovativo per attribuire centralità alle azioni di sostenibilità nella quotidianità del lavoro pubblico e privato, come garantito nella nostra Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile e in particolare attraverso il documento ‘Verso un modello di economia circolare per l’Italia’ che dimostra come gli acquisti pubblici possano divenire uno dei principali strumenti per indirizzare le produzioni verso modelli di economia circolare».
I fatti però stanno andando in direzione contraria agli auspici, nonostante arrivino entrambi dalla stessa fonte: lo Stato italiano nelle sue varie manifestazioni, dagli enti locali al ministro dell’Ambiente. È chiaro come sia oggi più che mai necessario intraprendere un’azione all’insegna della concretezza: «Legambiente intende rilanciare – ha dichiarato al proposito Enrico Fontana, Responsabile nazionale Economia civile Legambiente – l’applicazione effettiva di una normativa importante attraverso un’azione di monitoraggio civico e territoriale capace di mettere in luce le amministrazioni virtuose che stanno già rispondendo in maniera positiva e allo stesso tempo evidenziare gli enti pubblici che sono meno ricettivi al tema degli acquisti verdi. È necessario inoltre avviare un percorso di formazione ed informazione rivolto alla rete civica, alle imprese e alle pubbliche amministrazioni per rendere sempre più effettiva la transizione verso un’economia davvero sostenibile».
L. A.