Il cambiamento climatico che è già qui
Siccità e onde di calore: le criticità del clima nell’Italia del 2017 viste dall’Ispra
«Dal mese di marzo in poi l’anomalia della temperatura media rispetto ai valori climatologici normali 1961-1990 è stata compresa nei vari mesi tra +1,5 e +2,5 °C»
[19 Ottobre 2017]
Dal 2016 ad oggi, il clima in Italia è stato segnato da due criticità: la costante carenza di precipitazioni e le onde di calore particolarmente intense e prolungate nei mesi estivi. La somma delle due criticità ha causato situazioni di allarme e gravi problemi di gestione delle risorse idriche. Il periodo di siccità ha inizio negli ultimi mesi del 2016.
A dicembre, in particolare, come già a dicembre 2015, le precipitazioni sono state praticamente assenti su gran parte del territorio nazionale. A differenza del 2016, in cui in primavera è stato registrato un ritorno abbastanza consistente e diffuso delle precipitazioni, che hanno consentito di colmare almeno in parte il deficit idrico, i primi sette mesi almeno dell’anno in corso sono stati tutti segnati da valori di precipitazione inferiori alle medie climatologiche; in alcuni mesi e soprattutto al Nord e al Centro della penisola, nettamente inferiori alla norma, se non addirittura assenti.
Ciò ha determinato il progressivo aggravamento della situazione di già ridotta disponibilità delle risorse idriche, che a partire dal mese di maggio ha reso necessari provvedimenti straordinari da parte delle amministrazioni locali, soprattutto nelle regioni settentrionali. Per quanto riguarda la temperatura, dal mese di marzo in poi in Italia ha fatto ovunque nettamente più caldo della norma; l’anomalia della temperatura media rispetto ai valori climatologici normali 1961-1990 è stata compresa nei vari mesi tra +1,5 e +2,5 °C. Nella seconda metà di luglio e in agosto la presenza quasi stabile sull’Europa meridionale e centrale di una vasta area anticiclonica di matrice africana, ha determinato la persistenza di temperature molto elevate praticamente su tutto il territorio nazionale e in diversi casi sono stati superati i valori record registrati nel 2003.
Secondo la definizione della Commissione per la Climatologia dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale, un’onda di calore è un evento della durata di almeno 6 giorni consecutivi nei quali la temperatura massima è superiore al 90° percentile della distribuzione delle temperature massime giornaliere nello stesso periodo dell’anno durante il trentennio climatologico di riferimento. L’indice rappresentativo delle onde di calore (Warm Spell Duration Index, WSDI) conta il numero dei giorni caratterizzati da un’onda di calore. Anche se il calcolo definitivo sarà fatto a consuntivo dell’anno 2017, ci si aspetta che tutto o gran parte del periodo di 40-45 giorni al culmine di questa estate dovrà essere considerato, per numerose località italiane, un’unica onda di calore di durata eccezionale.
L’Italia certamente non è nuova a episodi di siccità che hanno procurato anche in passato, situazioni di allarme e difficoltà nella gestione delle risorse idriche. Il più recente risale forse all’estate del 2015, quando secondo un rapporto del Joint Research Centre della Commissione Europea, “l’Europa è stata colpita dalla peggiore siccità dal 2003”, causata dalla carenza di precipitazioni e dal caldo record e tra le aree più colpite, insieme a Spagna settentrionale, Francia, Benelux, Germania, Ungheria e Repubblica Ceca, figura anche il Nord Italia. Restando agli ultimi 20 anni, nel 2001, per la Sicilia e gran parte del Meridione, l’estate e l’inizio dell’autunno furono particolarmente avari di precipitazioni. A Palermo caddero soltanto soli 26 millimetri di pioggia in 5 mesi. Poi, a partire dal mese di dicembre, un grave episodio di siccità colpì le regioni settentrionali, specie quelle di nordoccidentali, dove non piovve mai se non in due singole occasioni per il passaggio di due veloci perturbazioni, una a metà gennaio e una a fine febbraio.
Diversi altri episodi di siccità si sono verificati nel secolo scorso: tra di essi, l’inverno 1980-1981 è stato molto siccitoso su tutto il Nord-Ovest e dalla fine di novembre 1980 alla metà di marzo 1981 in Lombardia le precipitazioni sono state mediamente inferiori a 20 mm. Come di consueto in sede di commento della cronaca e dei dati di singoli episodi meteorologici, rappresentativi di condizioni della circolazione atmosferica a grande scala che possono essere considerate anomale per la durata, o per la posizione geografica, o per il periodo dell’anno in cui si verificano, non sarebbe corretto attribuire “tout court” ai cambiamenti climatici di matrice antropica anche gli eventi e le condizioni critiche che hanno colpito l’Italia nei primi otto mesi di quest’anno. Ciò non toglie che si sia trattato di condizioni gravi, come avvalorato dalle stime del CNR che classificano la primavera 2017 come la terza più asciutta dal 1800 ad oggi (con un deficit di quasi il 50% rispetto alla norma) e il semestre dicembre 2016 – maggio 2017 come il quinto più secco (con un deficit di oltre il 30%) dal 1800 ad oggi.
di Franco Desiato, Ispra per Ideambiente